Viaggiare a oltre 1.200 km/h dentro “capsule supersoniche”, che si muovono all'interno di tubi grazie alla levitazione magnetica. Fantascienza? No, è il futuro dei trasporti secondo Bibop Gresta, fondatore dell’americana Hyperloop Transportation Technology (HTT) e CEO di Hyperloop Italia, la società che porterà questa tecnologia nel nostro Paese.

Sei i progetti in fase di studio in altrettante Regioni, tre al Nord e tre nel Mezzogiorno, ma per ora sulle location resta il massimo riserbo. “Annunceremo il primo studio di fattibilità il 20 febbraio”, spiega Gresta, che precisa: “Non faremo guerra alle ferrovie, saremo un loro alleato, le vogliamo completare”. Una cosa intanto sembra certa, la “classica” tratta Roma-Milano non sarà tra le prime ad arrivare, per via dei costi legati all'attraversamento degli Appennini.

Italia in prima linea

“Abbiamo trovato grande interesse da parte dalle istituzioni nazionali e locali”, nota il manager nato a Terni e diventato una star Oltreoceano, dove ha creato nel 2013 HTT, che conta oggi un team globale di oltre 800 ingegneri, creativi ed esperti suddivisi in 52 team multidisciplinari, con 50 partner tra aziende e Università.

“Sono orgoglioso di poter pensare che il mio Paese sarà tra i primi al mondo a viaggiare alla velocità supersonica”, sottolinea ancora Gresta, che non ha dubbi sulle potenzialità di Hyperloop: “È un'evoluzione necessaria per ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità della vita. Il nostro sistema produce più energia di quanto consuma”.

Hyperloop Italia avrà una sede istituzionale a Roma e una sede operativa a Milano, a cui si aggiungerà in prospettiva un centro di ricerca globale, per il quale sono in corso interlocuzioni con due Università italiane.

Hyperloop Italia

Il modello di business

Un elemento chiave per il successo di Hyperloop saranno i costi di realizzazione, ritenuti competitivi rispetto alle ferrovie tradizionali, con un'ipotesi di 1,6 miliardi di dollari per una linea di 80 km. Ma soprattutto secondo i promotori sono i tempi di rientro dell'investimento che lo renderanno particolarmente interessante per istituzioni e privati.

Già, perché il modello di business prevede che non sia Hyperloop a realizzare materialmente l'infrastruttura. La società infatti si limiterà a fornire licenze, tecnologie e certificazioni a terzi che si occuperanno della costruzione dell'opera e della sua gestione.

“Ho fatto decine di incontri con politici, partner industriali e operatori del settore, per capire se l’Italia fosse il Paese giusto”, rileva Gresta, “e devo dire che ancora una volta per competenza, capitali e tecnologie, questo Paese non è secondo a nessuno”. Chi saranno le aziende coinvolte resta ancora top secret, ma l'idea di come funzionerà il business è già chiara: circa il 20-30% degli investimenti dovrebbe essere messo sul piatto dalle istituzioni e il restante da privati.

Hyperloop Italia
Hyperloop Italia

Passeggeri ma non solo

Come detto, Hyperloop è un sistema di trasporto costituito da capsule in grado di ospitare fino a 50 persone o container ad hoc, inserite in un tubo sottovuoto e spinte a oltre 1.223 km all’ora da un motore lineare elettrico.

I tubi, costruiti principalmente su piloni (solo più avanti saranno anche sotterranei), avranno un diametro di 4 metri, mentre le capsule saranno lunghe circa 30 metri e peseranno 20 tonnellate. L'idea è quella di programmare le partenze ogni 40 secondi e trasportare 164.000 passeggeri al giorno e oltre 4.000 container merci.

Il primo prototipo funzionante (lungo però solo 320 metri) è stato costruito a Tolosa, in Francia, mentre quest'anno partirà la realizzazione di una linea di 5 km ad Abu Dhabi. In attesa di tutte le certificazioni previste da un sistema di trasporto completamente nuovo e mai regolato (ma siamo già circa all'80% di componenti certificati), le sperimentazioni si sono svolte finora senza passeggeri a bordo delle capsule.

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