Non ci sono solo eolico, fotovoltaico e idroelettrico nel portafoglio delle rinnovabili: il pianta Terra ha anche un'altra risorsa più difficile da imbrigliare, ma di grande potenza. Parliamo dell'energia geotermica generata dall'immenso calore, proveniente dal nucleo del pianeta, che in qualche caso arriva abbastanza vicino alla superficie da poter essere sfruttato.

In Islanda, terra dei geyser, questa risorsa è ben nota: circa l'85% del riscaldamento e il 75% dell'elettricità si ricavano da fenomeni geotermici e idrogeologici, tanto che entro il 2050 questo potrebbe diventare il primo stato al mondo a bandire del tutto i combustibili fossili. Altrove, però, ci sono progetti per andare a prendersi quest'energia anche dove non si manifesta così liberamente.

Energia in abbondanza

Il colosso italo-francese Stellantis ha da poco stretto un accordo con la società Vulcan per un ambizioso progetto che punta a sfruttare energia geotermica per alimentare lo stabilimento tedesco di Russelsheim, dove ha sede il quartier generale di Opel.

Per ora si tratta di un progetto pilota con cui Stellantis e Vulcan vogliono analizzare il pieno potenziale di questa forma di approvvigionamento energetico e valutare anche la possibilità di cedere addirittura l’energia in eccesso alla rete. Questa opzione, ammessa dalla legislazione tedesca, consentirebbe allo stabilimento di ricavare persino un guadagno economico dall'operazione dopo averne ammortizzati i costi.

La fabbrica Opel di Russelsheim

Si parte nel 2025

Siglata la partnership, Stellantis e Vulcan avvieranno la costruzione dell’infrastruttura necessaria per produrre energia sfruttando il calore proveniente dal sottosuolo. Secondo le ipotesi che hanno fatto accendere il semaforo verde all’iniziativa, grazie al geotermico la fabbrica di Russelsheim, dove attualmente sono prodotte la DS4 e l’Opel Astra, dovrebbe diventare quasi autosufficiente dal punto di vista energetico già a partire dal 2025.

Da qui a quel momento, completati gli studi preliminari di fattibilità, si inizierà con la trivellazione del suolo fino a raggiungere una profondità consona a sfruttare il calore proveniente dal sottosuolo, a cui seguirà la costruzione degli impianti necessari per ricavarne energia. Il progetto dovrebbe essere finanziato per almeno il 50% dal governo locale e da altri grandi investitori.

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Un obiettivo comune

Il ceo di Stellantis Carlos Tavares al riguardo: “Questa partnership con Vulcan rafforza il nostro impegno a promuovere soluzioni per l’energia pulita in tutta la nostra azienda. Rappresenta inoltre una delle numerose iniziative che abbiamo intrapreso per raggiungere risultati, impatti e sostenibilità in linea con il nostro piano strategico Dare Forward 2030”.

“La missione principale di Vulcan è la decarbonizzazione attraverso la fornitura di energia rinnovabile e di litio ricavato senza l’uso di combustibili fossili e senza emissioni di anidride carbonica – ha aggiunto Francis Wedin, ceo di Vulcan –. Vulcan intende sostenere Stellantis, nostro principale acquirente di litio e uno dei nostri maggiori azionisti, nella decarbonizzazione delle sue attività operative in Europa”. 

 

Soddisfazione è stata espressa anche dalle autorità locali, primo tra tutti Boris Rhein, Ministro-Presidente dell’Assia, che ha aggiunto: “Sono lieto della partnership tra Stellantis e Vulcan Energy annunciata oggi. Si tratta di una notizia positiva per l’Assia in quanto dimostra che, nel nostro stato, la protezione del clima e la produzione industriale all’avanguardia attraverso idee innovative sono perfettamente compatibili”.

Naturalmente, attingere a una fonte così abbondante può generare molteplici benefici per la regione, favorendo la nascita di tutta una serie di attività. Potrebbe, ad esempio, essere utilizzata per produrre idrogeno con cui alimentare i veicoli fuel cell che proprio a Russelsheim hanno il principale centro di competenza del Gruppo, o carburanti sintetici generati sempre tramite l'idrogeno.

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