Spesso quando si parla di automobili si sente usare la parola "piattaforma", un termine che non è così immediato da capire per i non addetti ai lavori, ma a volte sfugge anche ai più appassionati e informati.

In passato si parlava più spesso di pianale o di autotelaio, e per molti versi il significato non è cambiato - nella sostanza - passando al concetto di piattaforma. Ci sono comunque delle sfumature più moderne, di cui è interessante parlare.

Lo facciamo con questo articolo e nel video di accompagnamento, utilizzando la Smart #1 e la Volvo EX30 per comprendere perché le piattaforme sono importanti per capire come sono fatti i nuovi modelli, ma anche per descrivere la tecnologia che c'è sotto e per stabilire cosa hanno in comune auto imparentate tra loro e anche quali sono le differenze.

Che cos'è una piattaforma automobilistica 

Come vi anticipavo poco fa, fino a non molto tempo fa nel gergo automobilistico al posto di "piattaforma" si usavano di più altri termini, come pianale o autotelaio, anche per distinguere le auto dai veicoli basati su un'altra soluzione ancora, quella del telaio a longheroni con carrozzeria separata.

Smart #1 - Volvo EX30 FOTO - Piattaforma SEA
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Smart #1 - Volvo EX30 FOTO - Piattaforma SEA

E non con una scocca che, appunto, raggruppa le scelte fatte per sospensioni, sterzo, motore, cambio, trasmissione...

Il termine piattaforma, quindi, è più moderno e ha preso piede con il passare del tempo per mettere insieme il telaio (la struttura metallica che fa da scheletro all’auto), ma anche i cosiddetti sotto-telai che permettono di collegare scocca, sospensioni, motori e trasmissioni.

Quasi sempre poi si parla di piattaforma modulare, in grado cioè di dare vita a modelli di dimensioni diverse, condividendo la maggior parte dei componenti e modificando solo alcune misure per ottenere veicoli più grandi o più piccoli e occupare categorie diverse di mercato, ottimizzando costi e investimenti.

Smart #1 - Volvo EX30 FOTO - Piattaforma SEA
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Gli schemi costruttivi

Definendo la piattaforma si identifica anche l'impostazione meccanica. Pensate ad esempio alle auto termiche con motore montato in senso trasversale oppure longitudinale, quindi con una conformazione diversa del tunnel sul pavimento per la trazione posteriore o con una geometria modificata del retrotreno per differenziali, giunti o sospensioni specifiche.

E sulle auto elettriche le piattaforme cambiano se ad esempio il motore è posteriore invece che anteriore.

Lo schema costruttivo inoltre varia non solo in base al numero e alla disposizione dei motori elettrici, ma anche al tipo di batteria, che stabilisce come modellare la piattaforma nel caso in cui le celle siano prismatiche, cilindriche o a sacchetto.

La batteria poi può essere strutturale oppure no, e si può assemblare - impacchettare - partendo da moduli separati o da tutto l'insieme delle celle, formando cioè il pacco di accumulo come un unico blocco. Con differenze di ottimizzazione nei circuiti di raffreddamento, ad esempio.

Smart #1 - Volvo EX30 FOTO - Piattaforma SEA
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Nella concezione moderna delle automobili, inoltre, quando si parla di piattaforma si pensa anche alla parte tecnologica. Quindi al software che gestisce tutta l'elettronica di bordo: dalle centraline ai dispositivi di assistenza alla guida (gli ADAS), a sistemi di bordo come l'infotainment.

E sulle auto elettrificate, elettriche ma anche ibride, la piattaforma è costruita anche in base alla cosiddetta architettura, che sulle elettriche - ad esempio - può essere a 400 V o a 800 V. Cosa che determina il dimensionamento dei componenti, come i cavi interni, che aumentando la tensione di alimentazione possono essere meno ingombranti, più leggeri, perché devono gestire correnti elettriche inferiori.

Smart #1 - Volvo EX30 FOTO - Piattaforma SEA
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Una piattaforma (molto) modulare

La piattaforma su cui sono costruite la Smart #1 e la Volvo EX30 si chiama
SEA, sigla che sta per Sustainable Experience Architecture.

È di tipo modulare ed è stata sviluppata dalla società svedese Zeekr Technology Europe, all'interno del gruppo industriale cinese Geely che gestisce il marchio Volvo e il marchio smart (in collaborazione con Mercedes-Benz) con assetti societari diversi, a seconda - appunto - dei marchi. Come anche nel caso di Lotus, altro brand che fa parte di Geely, insieme a Polestar e Zeekr.

La piattaforma SEA è modulare in maniera evidente perché ha un passo che può variare fra i 2,75 metri e 3,02 metri. E sono previste versioni per modelli di segmento C, D oppure E, una variante per auto sportive e una per veicoli commerciali con peso compreso fra 3,5 tonnellate e 5,5 tonnellate. Si tratta, quindi, di una base costruttiva ampiamente personalizzabile.

Smart #1 - Volvo EX30 FOTO - Piattaforma SEA
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Piattaforma comune, auto diverse

La Smart #1 e la Volvo EX30 infatti nascono da questa piattaforma e sono state caratterizzate per le esigenze dei rispettivi marchi.

A partire dall'aspetto esterno, perché guardando il design della carrozzeria non si direbbe che queste due macchine sono imparentate. A differenza di altre situazioni simili, in cui diversi modelli di auto che nascono sulla stessa piattaforma alla fine si assomigliano, in questo caso il reparto stilistico tedesco di Smart e quello svedese di Volvo hanno potuto esprimersi conferendo un'identità precisa ai rispettivi modelli.

Un discorso simile vale anche per l'abitacolo, perché ad esempio la Smart ha un tunnel alto in mezzo ai sedili che si collega come un ponte alla console, con al centro della plancia uno schermo orizzontale e adottando, in generale, superfici con un finiture lucide alla vista e lisce al tatto.

Sulla Volvo, invece, il bracciolo tra i sedili non prosegue fino alla plancia, in questo senso è stata fatta una scelta opposta; al centro della plancia lo schermo non è orizzontale - ma verticale - e la parte sensoriale relativa alla vista e al tatto invece si affida a tessuti e rivestimenti con una texture diversa, come si dice in inglese in questi casi.

Quindi, nonostante la parentela data dalla piattaforma, i componenti e i fornitori non sono gli stessi fra le due auto. Pensate ad esempio all'altoparlante sotto il parabrezza che c'è sulla Volvo e non sulla Smart, o alle porte tradizionali sulla Volvo e con vetri senza cornice sulla smart. Sono scelte diverse che fanno percepire ai clienti di non essere a bordo di un modello derivato da un altro.

Smart #1 - Volvo EX30 FOTO - Piattaforma SEA
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L'importanza del software

Queste considerazioni per certi versi sono ancora più evidenti passando al software, già quando si considera quello che si percepisce dagli schermi che ci sono a bordo.

Non è solo una questione di orientamento orizzontale o verticale del display, perché sulle due auto ci sono sistemi operativi specifici per i rispettivi marchi. Cosa che invece è rara quando c'è una piattaforma condivisa.

Sulla Smart il software è stato sviluppato dal fornitore cinese chiamato E CAR X, con 12 GB di RAM e 128 GB di spazio di archiviazione. La logica di funzionamento si ispira a quella degli smartphone e dei tablet, con grafiche anche informali e spiritose, come nel caso dell'assistente virtuale personificato da una volpe. Con cui interagire dando ad esempio comandi vocali che vengono visualizzati “a parole” sullo schermo, per restituire un feedback ben percepibile.

Sulla Volvo il software è stato sviluppato dall'americana Google con il sistema operativo Android Automotive, che mostra il tipico ecosistema Google come se fosse quello proprietario dell'auto, integrando tra le altre cose il navigatore Google Maps, l'assistente vocale Google e il Play Store dove si possono scaricare applicazioni come sul telefono.

Smart #1 - Volvo EX30 FOTO - Piattaforma SEA
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Elementi in comune e peculiarità distintive

Tra la Smart #1 e la Volvo EX30 ci sono delle differenze che riguardano anche la messa a punto delle caratteristiche di guida per lo sterzo, le sospensioni o la risposta dei motori. E poi ci sono ovviamente anche elementi in comune, che tra l'altro caratterizzano entrambi i modelli nei confronti di altre auto concorrenti.

Per esempio, la piattaforma è compatibile con batterie agli ioni di litio che hanno una chimica diversa: Litio Ferro Fosfato LFP oppure Nichel Manganese Cobalto NMC. E si può arrivare fino a 22 kW per la ricarica in corrente alternata AC, una potenza che poche auto elettriche offrono, grazie anche a componenti in carburo di silicio nel motore e negli inverter, oltre che alla presenza della pompa di calore, per resistere meglio alle alte temperature migliorando l’efficienza energetica e l’autonomia.

Altri elementi permessi dalla piattaforma in comune - che non tutti i concorrenti della Smart #1 e della Volvo EX30 hanno - riguardano aspetti più di tipo pratico, come la presenza di un vano sotto il cofano anteriore per mettere i cavi di ricarica, invece di lasciarli in disordine nel bagagliaio posteriore; la possibilità di avere uno o due motori (e quindi versioni a due o quattro ruote motrici) con, in aggiunta, un livello di potenza di oltre 400 CV, per meno di quattro secondi nell'accelerazione da 0 a 100 km orari, garantendo a questi due SUV prestazioni da supercar.

Auto uguali ma diverse, si può

Si può dunque usare una piattaforma comune per più modelli, per ottimizzare la costruzione riducendo i costi e ottenere così auto con caratteristiche di rilievo all'interno delle categorie di mercato a cui appartengono.

Cercando però, allo stesso tempo, di differenziare i prodotti, di caratterizzarli seguendo le filosofie di marchi anche diversi fra loro, come nel caso delle cugine smart #1 e Volvo EX30.

Fotogallery: Smart #1 - Volvo EX30 - Piattaforma SEA

Fonte: Motor1