La terza generazione della MINI, quella presentata nel 2013, è cresciuta tanto, fino a 3,82 metri di lunghezza, 1,73 di larghezza e, soprattutto, poco meno di 1.200 kg di peso nella sua versione più leggera. E’ cresciuta anche nel senso che ha perso un po’ di quella “spensieratezza” della seconda e, ancor più, della prima generazione firmata BMW, quella del 2001 per intenderci. Eppure, MINI continua a significare piacere di guida, insieme ovviamente a stile e cura per il dettaglio. Ecco come va dopo il restyling.

Com’è

Al colpo d’occhio, meglio se di sera, il cambiamento più grande che si apprezza è quello relativo al design dei fari posteriori, la cui grafica si ispira alla Union Jack, la bandiera del Regno Unito; rivisti anche i gruppi ottici anteriori, che possono essere, a richiesta, a LED con funzione Matrix. Sono stati introdotti inoltre il nuovo logo e tre colori per la carrozzeria. In generale, questo aggiornamento ha interessato più l’estetica e l’infotainment rispetto alla meccanica (da segnalare l’introduzione del cambio Steptronic a doppia frizione e 7 rapporti, a eccezione della Cooper SD, che invece ha un 8 rapporti con convertitore di coppia), in particolare nel caso della Cooper S con cambio manuale che ho scelto per la prova, che lo stesso motore di prima e potenza invariata: 192 CV. Dentro è il solito esercizio di design, che mette insieme richiami al passato ed elementi di modernità spinta; nulla da dire sulla posizione di guida: la seduta è bassa come dev’essere quella di una sportiva, mentre il volante con ampia escursione in profondità permette di avere le gambe relativamente distese e i gomiti a circa 90°. Aggiornata anche la tecnologia di bordo: si può ora avere il carica batteria ad induzione per smartphone. Peccato che anche i sistemi di assistenza alla guida siano a parte: 500 euro per la frenata automatica d’emergenza con riconoscimento pedoni, lettura dei cartelli stradali e controllo automatico dei fari abbaglianti. Dato l’aiuto prezioso di questi sistemi, si tratta di 500 euro molto ben spesi.

Come va

Il motore della Cooper S, invariato, è il 2.000 turbo 4 cilindri a iniezione diretta da 192 CV con il picco di coppia più un basso di un diesel: pensate i 300 Nm li raggiunge a 1.350 giri. E si sente! Basta infatti sfiorare il gas che si scatta immediatamente in avanti, anche in terza e quarta. Il rovescio della medaglia è che con così tanta esplosività sotto si è portati a pensare a chissà quale spinta in alto. Invece, detto che si va davvero forte e in pochi istanti, l’allungo non esalta. Leggendo la scheda tecnica si legge, non a caso, che la potenza massima viene erogata a 5.000 giri; insistere molto oltre, prima di cambiare, non ha molto senso. Quanto ai numeri, lo 0-100 richiede 6,8 secondi (6,7 con l’automatico) e la velocità massima è di 235 km/h. Ma una MINI vuole essere guidata, meglio se fra le curve: qui la Cooper S si conferma un po’ meno agile e immediata rispetto alle prime due generazioni, ma questo non è per forza un male, nel senso che si guadagna dal punto di vista della precisione quando (molto spesso) l’asfalto non è liscio e, mentre prima si tendeva a “saltare” da una sconnessione all’altra, adesso la linea impostata viene conservata con maggiore precisione. Il tutto, senza rinunciare alla tendenza delle ruote dietro ad allargare leggermente la traiettoria, a vantaggio dell’agilità nei cambi di direzione e senza che questo comportamento metta mai ansia.

Curiosità

La gamma MINI, a differenza di qualche anno fa, si sta lentamente asciugando. La "bulimia" di modelli che ha portato a proporre Paceman, Coupé e Roadster, oltre a Countryman e Clubman, 3 porte e cabrio, è passata. Resta il fatto che in MINI, per orientarsi e per aiutare i propri clienti a farlo, indicano con il termine "original" le versioni 3 porte, 5 porte (che di fedele all'originale, in realtà, non ha molto...) e cabriolet.

Quanto costa

Tanto, per essere un “giocattolo" per adulti. La Cooper S parte infatti da 27.250 euro, ma mettete in conto di andare sulla Hype, 30.350 euro, che fra le altre cose ha il climatizzatore automatico, i fari a led e i MINI Driving Modes. Occhio solo a non farsi prendere la mano con gli optional, perché ce ne sono di molto sfiziosi ma anche molto cari, come per esempio il kit aerodinamico John Cooper Works, poco meno di 1.280 euro, i colori Rebel Green e Lapisluxury Blue, 875 euro, e il cambio automatico a doppia frizione con comandi al volante, 1.950 euro.

Scheda tecnica

Motore: 4 cilindri 1.998 cc, TwinPowerTurbo
Potenza: 192 CV a 5.000 giri
Coppia: 280 Nm a 1.350/4.600 giri (300 Nm con Overboost)
Accelerazione 0-100 km/h: 6,8 secondi (6,7 con automatico)
Velocità massima: 235 km/h
Consumo medio: 6l/100 km (5,2 con cambio automatico)
Emissioni CO2: 138 g/km (119)

Fotogallery: MINI restyling 2018 prova