Ci sono poche, pochissime auto moderne in grado di resistere al tempo che passa mantenendo pressochè inalterato il loro fascino. Una di queste è la Maserati Ghibli, la berlina modenese nata nel 2013 e protagonista dell’exploit del Tridente a livello mondiale.
In questi sei anni il modello si è aggiornato a più riprese per rispondere alla pressante domanda di “digitalizzazione”, non senza ritardi rispetto alla migliore concorrenza (tedesca in primis). Ma quando si parla di piacere di guida e di emozioni in senso lato, la Ghibli c’è e fa sentire la sua voce, squisitamente emiliana. A maggior ragione se si sceglie la versione più prestazionale come quella protagonista di questo Pro e Contro, la S Q4 benzina GranSport da 430 cavalli.

È vero, l’estetica è una variabile soggettiva per definizione, ma la Ghibli ha un design che mette quasi tutti i daccordo. Lo stile italiano ha questo potere grazie all’equilibrio fra eleganza e sportività che nell’allestimento GranSport è ulteriormente esaltato dalla forma dei paraurti (più aperti) e dai bellissimi cerchi in lega da 20 pollici. La ciliegina sulla torta è il “Blu Nobile” una tinta perlescente che fa brillare i lineamenti muscolari della carrozziera. Quel tocco di modernità indispensabile di questi tempi lo danno invece i proiettori adattivi a matrice di led introdotti (finalmente!) nel 2018.
A Modena di musica se ne intendono e la Ghibli non fa eccezione. A conquistare le orecchie è l’armonia d’insieme di un sound che è pieno e ad ampio spettro ma allo stesso tempo non invadente. Perchè la macchina è molto ben insonorizzata (i doppi vetri sono di serie). Devi chiederle di alzare la voce guidando in modalità Sport per far cantare questo V6 biturbo. Ai regimi medio bassi invece ti appaga con un senso di potenza volutamente sommessa. Per non farsi notare. Ci sarebbe stato bene un bel pulsante per aprire lo scarico “on demand” come su altre sportive di questo calibro.
Il meglio di lei quest’auto lo da tra le curve rivelando un equilibrio e un grip meccanico perfetto. Incollata, sempre e comunque, davanti e dietro, grazie al sistema di trazione integrale con ripartizione automatica della coppia fino al 50:50 (partendo da un 100% posteriore) che mette in letargo i controlli elettronici. Bello anche lo sterzo, elettro assistito, ma preciso e consistente come ci si aspetta per sentire la macchina. Diverso il discorso per il cambio, lo ZF 8 marce, la cui taratura potrebbe essere più precisa quando si guida nei programmi Normal o ICE.

Un’auto di razza è come un abito su misura. Ti fa sentire speciale se, quando lo “indossi”, percepisci una fattura diversa e più raffinata rispetto ai vestiti commerciali. La differenza la fa la morbidezza del tessuto, l'odore, la ricercatezza delle cuciture e la scelta dei rivestimenti talvolta opulenti, talvolta imperfetti perché assemblati a mano. E dunque vanno bene comunque. Beh la sensazione che si prova in una Maserati Ghibli e proprio questa: un senso di “fatto a mano” (anche se non è realmente così), magari non perfetto, ma tremendamente appagante perché curato per essere bello da vedere e toccare in ogni dove. Su tutto vincono i sedili sportivi sia a livello di conformazione che come rivestimento in pelle naturale pieno fiore.

Questa Ghibli consuma tanto, è inutile girarci intorno. D’accordo che è un’auto benzina da 430 cavalli, ma al giorno d’oggi si può e si dovrebbe fare di meglio: in città è difficile registrare meno di 15 litri ogni 100 chilometri. In autostrada si scende a 11-12 a seconda dell’andatura. Fare meno di 10 è possibile in contesti extraurbani, ma a patto che ci si impegni per una guida fluida e con il programma ICE attivato…
Il sistema è migliorato molto nelle varie evoluzioni della Ghibli. Ed è peraltro una derivazione del collaudatissimo UConnect che equipaggia buona parte delle vetture del gruppo FCA (Maserati lo chiama MTC Plus) con schermo touch da 8,4 pollici. L’interfaccia è però macchinosa, con una miriade di funzioni da scorrere navigando su schermate diverse che ti costringono a distrarti dalla guida anche per funzionalità semplici, come l’attivazione del riscaldamento dei sedili. Ci sono ovviamente Apple Car Play e Android. Nulla da eccepire invece sulla resa dell’impianto hi fi Bowers & Wilkins (optional) con 15 altoparlanti e un amplificatore da da 1.280 W.

Il problema della Ghibli non sono tanto le dimensioni comunque importanti (4,97 metri di lunghezza e 1,94 di larghezza) ma i muscoli che caratterizzano lo stile della carrozzeria rendendola poco intuitiva in manovra e nelle strade strette. Vero: c’è la telecamera con visione a 360° e i sensori in tutte le direzioni che però sono tarati in modi grossolano (suonano sempre troppo) e chi guida finisce per non sentirsi mai “tranquillo”. Gli ADAS ci sono un po’ tutti, ma il controllo della distanza di sicurezza e del mantenimento della corsia si possono attivare insieme solo sulle strade mappate, ovvero in autostrada.
Fotogallery: Maserati Ghibli SQ 4 Granport, pro e contro
Maserati Ghibli