L’elettrico non è l’unica via e noi siamo per la neutralità tecnologica”. Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti ha introdotto così il memorandum d’intesa firmato oggi da FCA, Iveco e Snam alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che sancisce l’obiettivo di raddoppiare la rete di distribuzione di gas naturale in Italia fino 2.200 punti di rifornimento entro 10 anni. Il piano di sviluppo vale 200 milioni di euro e rappresenta una dichiarazione politica importante su quelle che saranno le scelte in materia di strategia energetica del Governo italiano con riferimento specifico all’autotrasporto. Un ambito in cui il nostro paese ha già il suo primato: siamo il primo mercato europeo per consumi di metano per autotrazione.


Il metano innanzitutto


La nuova “benedizione” del metano non prescinde dagli investimenti già attivati per la diffusione di altri carburanti alternativi, come ha puntualizzato lo stesso Ministro Delrio ricordando che c’è un piano di investimento per portare a 20 mila il numero di colonnine di ricarica per le auto elettriche. Ma la scelta di campo in favore del metano, nell’ambito del recepimento della direttiva europea DAFI che richiede agli stati membri di produrre dei piani di sviluppo delle diverse fonti alternative, è piuttosto evidente nonché figlia dell’importanza che riveste la filiera industriale del gas naturale nel nostro paese. Filiera in cui rientrano anche FCA ed Iveco, che producono da molti anni numerosi modelli alimentati a gas naturale. E in questo senso FCA è stata coinvolta per condividere il proprio know how ed impegnarsi a sua volta a sviluppare l’offerta di auto a metano rispondendo alla domanda di mercato che secondo le previsioni potrebbe vedere triplicare il parco circolante di veicoli a metano (da 800 a 3 milioni).


I benefici previsti


E veniamo ai vantaggi economici e ambientali che dovrebbero conseguire a questo sviluppo. Per i consumatori si parla di risparmi fino a 800 miliardi di euro in 5 anni (800 euro l'anno a famiglia) stimati sulla base dei prezzi del petrolio degli ultimi mesi. Quindi c’è l’impatto sull’economia del paese previsto in circa 1,5 miliardi di euro per la tecnologia a gas naturale prodotta in Italia e 1 miliardo di euro in infrastrutture. E infine ci sono i benefici per l’ambiente: la sostituzione di 2 milioni di autovetture ad alimentazione “tradizionale” consentirebbe di ridurre le emissioni annuali di CO2, NOx e PM rispettivamente del 40, del 94 e del 95%. Sono dati molto positivi, ma tutti da verificare sulla base di come si svilupperà la domanda reale del mercato che al momento non premia le auto e metano (a settembre le immatricolazioni sono crollate del 45,2%) e vede con più interesse le propulsioni elettrificate, ibride in primis.