A cosa pensate leggendo i nomi Quasar, Proxima, Oxia e 907? Vi aiutiamo: sono quattro prototipi di supercar realizzati da Peugeot, che fra il 1984 e il 2004 si è “dilettata” sul tema della sportiva ad altissime prestazioni.

La 907 sembrava l’ultima della stirpe, ma il costruttore francese ha deciso di tornare sui propri passi nel 2012 con la Onyx, una supercar esposta al salone dell’auto di Parigi messa a punto con il supporto della divisione Peugeot Sport, che ha riversato in questo prototipo le competenze maturate con lo sviluppo delle Peugeot per le gare di durata.

Fotogallery: Peugeot Onyx

Il tetto è un omaggio alla RCZ

La Onyx è lunga 4,65 metri, alta 1,13 metri e larga ben 2,20 metri. Ha una carrozzeria ricca di spigoli dall’aspetto essenziale, con la sottile mascherina tipica delle Peugeot di quel periodo, il tetto corto e ribassato e le fiancate piuttosto massicce. Oltre alla mascherina, la supercar ha un altro elemento in comune con una Peugeot dell’epoca: la doppia bolla nel tetto è un richiamo alla RCZ.

A risaltare nel prototipo è l’assoluta pulizia delle linee, perché la Onyx non ha le maniglie nelle portiere e al posto degli specchietti ci sono i supporti per le telecamere, accorgimento utile per migliorare l’efficienza aerodinamica (il coefficiente di resistenza all’avanzamento è pari a 0,30).

Ibrida sì, ma con il diesel

Le parti della carrozzeria in rame non devono suscitare l’impressione sbagliata, perché la Onyx è una vera supercar che non sacrifica in alcun modo il comportamento di guida: il telaio è in fibra di carbonio, come le parti restanti della scocca, e la potenza viene scaricata a terra sulle ruote posteriori attraverso un cambio sequenziale a 6 marce.

Il motore, collocato in posizione centrale nell’auto, è un turbodiesel V8 3.7 da 600 CV, sostenuto da un motore elettrico con 80 CV alimentato da batterie agli ioni di litio.