Da una Casa considerata “madre” dell’automobile, essendo nata dall"unione dei due costruttori pionieri Daimler e Benz, è logico aspettarsi che sia sempre un passo o due avanti agli altri su tutte le principali innovazioni. E a ben guardare, che si tratti di sicurezza, di design o di meccanica, Mercedes ha nel suo palmares diversi primati. Anche tra i motori, dove ha spesso osato soluzioni all"avanguardia assoluta. Eccone 5 davvero “avanti”.
OM138, il primo Diesel
Che ci potrà mai essere di così strano in un motore a gasolio? Oggi nulla, ma negli Anni "30 di Diesel sulle auto non ce n"era nemmeno l"ombra. Eppure, il potenziale del sistema brevettato da Rudolph Diesel nel 1892 aveva catturato l"interesse di diversi costruttori, tra cui Mercedes appunto.
Il primo esperimento fu un 6 cilindri da 3,8 litri e 80 CV che diede risultati interessanti in termini di prestazioni e consumi, ma anche problemi di fumosità e vibrazioni.
Fotogallery: I Diesel Mercedes dalla 260D ai Bluetec
Si decise quindi di realizzarne una versione più snella, solo 2.6 quattro cilindri da 45 CV, siglata OM138 che dal "36 fu montata su un telaio serie W21 e successivamente su quello delle W143 dando vita alla 260D (codice di progetto W138) che fu venduta come berlina e limousine ed ebbe successo come Taxi. Era nato il primo dei molti e celebrati Diesel Mercedes.
M196, il “desmodromico”
Otto cilindri in linea, 2,5 litri e quasi 300 CV: con quest’arma Mercedes si presentò nel 1954 ai nastri di partenza del quinto campionato di Formula 1. Se l’auto che lo montava, la W196, è considerata di per sé avanzata per la struttura tubolare e e freni integrali entrobordo, anche il motore non scherzava.
L"M196 raggiungeva infatti una potenza di 260 CV, portata a 290 nel corso dei successivi sviluppi, ad un regime di 8.500 giri, piuttosto elevato per le tecnologie del tempo.
Per arrivarci, si avvaleva nientemeno che dell’iniezione diretta (poi adottata dalla 300 SL stradale di cui parliamo più avanti) e di valvole desmodromiche, cioé con chiusura comandata e non affidata a molle di ritorno che sarebbero state troppo lente ai regimi limite.
M198, iniezione diretta per l’Ala di gabbiano
Sempre nel 1954 Mercede produsse una delle auto più straordinarie di tutti i tempi, la 300 SL "Ali di Gabbiano" che aveva sotto il cofano il primo motore a iniezione diretta proposto su una vettura stradale prodotta in serie.
Era di fatto la versione stradale, ingentilita e affinata, della 300 SL "W194" da competizione, e come questa utilizzava un 6 cilindri da 3 litri molto simile ma con alcune differenze tra cui l"iniezione diretta.
Fotogallery: Mercedes-Benz 300 SL
Il motore con sigla M198 (da cui quella del modello, W198) impiegava l"iniezione diretta, sperimentata nelle corse, per abbassare la temperatura nei cilindri e contrastare il rischio di accensione anticipata permettendo di alzare il rapporto di compressione (8,8:1 quando gli altri motori di serie superavano a malapena 7:1) ottenendo prestazioni maggiori.
La potenza era infatti di 215 CV - poi portati a 225 - a 5.800 giri, con una coppia di 275 Nm. L"altra particolarità del motore della 300 SL è che era stato adattato per essere montato inclinato di 45°, favorendo una linea del cofano più bassa e slanciata.
I Wankel della C111
La sigla C111 identifica una serie di concept car a motore posteriore piuttosto innovative nello stile che, pur senza ispirare direttamente nessun modello di serie, furono utilizzate per sperimentare diverse soluzioni anche propulsive.
Sui primi furono montati motori rotativi tipo Wankel a tre e quattro rotori con iniezione diretta, il secondo di cilindrata pari a 2,4 litri e capace di 350 CV. Anche se nessuna Mercedes stradale ne fu mai equipaggiata.
Fotogallery: Mercedes C111
Il DiesOtto
Trovare una via di mezzo tra un motore a benzina e un Diesel è un vecchio sogno dell’industria automobilistica, e con il DiesOtto si può dire che la Casa della Stella ci si sia avvicinata molto.
Si trattava di un benzina 4 cilindri 1.8 con camere di scoppio a volume variabile che in alcune fasi di funzionamento poteva accendere il carburante per compressione, come sui Diesel, ottenendo consumi minori e una combustione migliore.
Il motore, dotato di iniezione diretta e sovralimentato tramite un compressore, raggiungeva una potenza massima di 238 CV e una coppia di 400 Nm ma anche interessanti valori di consumo ed emissioni.
Montato sull’affascinante concept F700 (che avrebbe offerto più di uno spunto stilistico all"attuale Classe S serie W222) insieme a un modulo elettrico da 13 kW, dichiarava infatti una media di quasi 19 km/litro e 127 g/km di CO2.
Purtroppo, malgrado sia stato premiato per le molte innovazioni e inizialmente destinato ad arrivare sull"ammiraglia già nel dal 2010, il DiesOtto aveva anche qualche problema di messa a punto e regolarità di funzionamento.
Per ottenere la variazione di compressione, i tecnici Mercedes erano infatti ricorsi a un meccanismo che cambiava la posizione dell’albero a gomiti, alzandolo o abbassandolo, una soluzione sofisticata ma non del tutto pratica.
L’idea di base di unire i cicli Otto e Diesel è stata recentemente ripresa e portata su strada da Mazda con i motore Skyactiv-X, sui quali però l"effetto è stato ottenuto lavorando di fino con iniettori e candele.