Se consideriamo anche i Wankel a pistone rotativo della NSU, confluita in Auto Union e quindi in Audi, si può dire che il Gruppo Volkswagen nella sua lunga storia abbia provato praticamente tutte le architetture conosciute per quanto riguarda i motori, o comunque la maggior varietà.
Alcuni di questi, per giunta, inventati ed utilizzati esclusivamente, come gli originali "a V-in linea" e i "W" che ancora spingono vari modelli alto di gamma. Ecco una breve carrellata delle idee più originali partorite a Wolfsburg e dintorni.
1 - VR6
Volkswagen non è stata la prima ad avere l"idea di un motore che unisse i pregi dei cilindri disposti in linea e a V: molto prima è stata Lancia, altro marchio dalla forte vocazione innovatrice, aveva equipaggiato alcuni modelli - tra cui le celebri Fulvia - con il suo 4 cilindri "a V stretta" in cui i cilindri erano disposti su due file con un angolo limitato ma compresi nello stesso monoblocco anziché in due distinte bancate, ottenendo più compattezza.

La Casa tedesca ha ripreso il principio negli Anni "80 per realizzare motori più grandi e potenti destinati però ad essere usati sulle vetture a motore trasversale e trazione inizialmente anteriore, con spazio più limitato nel cofano. Da questo progetto è nata la dinastia dei VR6, sigla che unisce appunto la V con la R, iniziale della parola "reihe" che significa appunto in linea.

Il primo era un 2.8 con angolo tra le file di soli 15° e 174 CV che debuttò dal "91 su Passat, Golf III e Corrado, ma presto furono realizzate anche versioni più potenti, con distribuzione a 4 valvole per cilindro molto diffuse negli anni "90 e nei primi 2000 su vetture di tutti i marchi, comprese Seat e Skoda.
Tra i più celebri, il 3.2 della Golf R32 e della Audi TT 3.2, prime a montare anche il cambio DSG. Top della gamma, il 3.6 FSI con angolo ancora ridotto a 10,8° e fino a 300 CV, ha trovato posto persino sotto i cofani di Porsche Cayenne e Audi Q7 siglato semplicemente V6.


2 - V5
Meno diffuso, appartiene alla famiglia del VR6, anzi, ne è di fatto la variante privata di un cilindro derivata dall"originale 2,8 litri.
Proposto unicamente con cilindrata di 2,3 litri ha però avuto versioni a 10 valvole da 150 CV e a 20 Valvole da 170 CV, ed è stato proposto tra il ’99 e il 2005 su modelli come la Volkswagen Golf IV e la contemporanea Bora, Passat, New Beetle e Seat Toledo.

3 - W8-W12-W16
Sembrerà strano ma anche questa soluzione prende spunto dal VR6, anche se è stato utilizzato per costruire motori più grossi e potenti destinati a modelli che li avrebbero montati longitudinalmente, ma che traevano vantaggio dalla maggior compattezza di questa soluzione.
I motori a W sono di fatto dei motori a V di 72° con doppie file di cilindri per ciascuna bancata, queste ultime disposte tra loro con angolo di 15° come sui VR6.

L"architettura, modulare, è stata declinata in tre propulsori un 4.0 W8 e 275 CV montato brevemente sulla Passat nei primi Anni 2000, un W12 6.0 offerto su Audi A8, Volkswagen Phaeton, Volkswagen Touareg e vari modelli Bentley (portato fino a 6,3 litri e 500 CV senza turbo, oltre 600 con turbo).
Infine arrivò il mostruoso 8.0 W16 con quattro turbo e oltre 1.000 CV della Bugatti Veyron e della successiva Chiron.


4 - V10 TDI
Quando ha debuttato - anche qui su Touareg e Phaeton - intorno al 2003, per un po" è stato il "re dei turbodiesel", capace di far impallidire i 4.0 V8 common rail di Mercedes e BMW da 250 CV.

Con i suoi 5,0 litri e 313 CV - poi portati a 350 sulla Touareg R50 - è diventato un primatista per i motori a gasolio, superato soltanto dai V12 TDI messi a punto da Audi e Peugeot per le vetture da Endurance, mai utilizzati su strada al di fuori della Audi Q7 V12 TDI.