Pur facendo parte di quegli elementi tecnici oggi considerati quasi indispensabili e dunque basilari per il buon funzionamento dell'auto, potrebbe sorprendere sapere che il radiatore non è nato con essa, anche se si deve ugualmente alla casa "madre" dell'auto ovvero a Mercedes.

Nel 1886, quando Daimler e Benz brevettarono le prime automobili propriamente dette e per la verità anche nei 12 anni successivi, il raffreddamento del motore avveniva con acqua lasciata però libera di evaporare, cosa che costringeva a frequenti fermate per gli opportuni rabbocchi oltre che a tenerne prudentemente una scorta a bordo. Ecco quindi che bisognava inventare qualcosa...

Una storia affascinante

Queste continue soste erano un grosso problema e un limite all'evoluzione dei motori, a cui Wilhelm Maybach e Gottlieb Daimler trovarono una prima soluzione nel radiatore tubolare, presentato nel 1897.

Secondo la definizione che ne dette lo stesso Maybach si trattava di: “Un apparecchio per raffreddare l’acqua che scorre intorno ai cilindri dei motori a scoppio, composto da un recipiente piatto attraversato da tanti tubi, per cui un flusso d’aria generato da un adeguato dispositivo di ventilazione estrae il calore dal liquido di raffreddamento”.

Il sistema debuttò sul motore a quattro cilindri della Phönix-Wagen nel settembre 1898, ottenendo da una cilindrata di 2,1 litri la potenza di ben 8 CV (5,8 kW). Possono far sorridere questi dati, ma per quei tempi erano elevati. Maybach però non si accontentò e il 20 settembre 1900 depositò la richiesta di brevetto per il radiatore a nido d’ape.

Ottomila tubi di ottone

La definizione radiatore a nido d’ape deriva dall'aspetto esteriore che questo sistema di raffreddamento aveva: si trattava infatti di un insieme di 8.070 tubi di ottone a sezione quadrata di 6x6 millimetri saldati fra di loro, che con l’auto in movimento davano la sensazione appunto dell'interno di un alveare.

Mercedes, il radiatore a nido d'ape compie 120 anni

Il funzionamento era semplice: l'acqua proveniente dal motore era incanalata attraverso i piccoli tubi che a contatto con l'aria esterna disperdevano più facilmente il calore raffreddandola.

La sezione quadrata e gli spazi ristretti fra i vari tubi permettevano una maggiore capacità di raffreddamento e di conseguenza, allontanando la soglia di surriscaldamento, una maggiore potenza del motore, che raggiunse infatti i 35 CV (26 kW) nella Mercedes 35 PS, un vero bolide per i tempi.

Mercedes, il radiatore a nido d'ape compie 120 anni

Contenuto in un involucro verticale montato nel frontale dell’auto in posizione sporgente e ben esposta, il radiatore divenne al tempo stesso un tratto distintivo della linea di tutte le vetture che in quegli anni iniziarono ad adottare il nomignolo, poi marchio, di Mercedes. 

Sempre al fine di migliorare il raffreddamento su questa vettura era previsto un piccolo ventilatore inserito dietro al radiatore. Il passo in avanti fu notevole, basti pensare che il nuovo motore da 35 CV aveva bisogno della metà esatta di acqua per raffreddare rispetto al Phönix-Wagen, da 18 a 9 litri per ogni 100 chilometri, grazie anche all'evaporazione più limitata.

La Mercedes 35 PS

La 35 PS non risultò però innovativa soltanto per il radiatore a nido d’ape: fu la prima a evolvere da carrozza a motore ad auto a tutti gli effetti, con un nuovo telaio appositamente progettato e una carrozzeria dalla linea sinuosa, dal cofano motore basso e dal passo lungo. Aveva poi il cambio a settori, lo sterzo inclinato e ruote della stessa dimensione su entrambi gli assi. Per l’epoca, una vera rivoluzione.

Mercedes, il radiatore a nido d'ape compie 120 anni

Attraverso i decenni

L’aspetto che conferiva alla vettura quel radiatore ben in evidenza sul frontale fece scuola, ispirò molti altri costruttori e influenzò il design, che scoprì nella sua copertura un versatile elemento su cui sbizzarrirsi per dare personalità a ogni modello.

Mercedes, il radiatore a nido d'ape compie 120 anni

La griglia sulle Mercedes Benz debuttò nel 1931 con la 170 (W15), integrata nel cofano motore che richiamava nella linea il radiatore a punte. Da allora la griglia cromata è elemento fondamentale della linea delle Mercedes, abbassata e allargata con il cambiare dello stile e dell'architettura delle auto, ma sempre ben in vista in mezzo ai fari.

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