L’Audi A2, da subito, sembrò esagerata per stile, qualità, personalità e, soprattutto, prezzo. Nel suo segmento la componente economica (al risparmio) a inizio anni 2000 era ancora determinante e, anche per questo motivo, la piccola di Ingolstadt pagò subito pegno.

Oggi però, da youngtimer di nome e di fatto, le cose sono cambiate e il nostro Andrea non ha perso tempo, puntando i riflettori su questa piccola (ma grande) Audi.

Danke A8

Il prototipo della A2 è stato presentato al Salone di Francoforte del 1997, mentre la commercializzazione delle prime unità inizia nel 1999, con la gran parte degli esemplari che sbarca in Italia dal 2000; la produzione terminerà invece nel 2005 dopo circa 176.000 unità costruite.

Assemblata con una qualità elevatissima nella fabbrica di Neckarsulm, l’Audi A2 è celebre soprattutto per il suo telaio space-frame in alluminio saldato a laser (soluzione adottata dall’ammiraglia A8), più leggero del 43% rispetto a un telaio di pari caratteristiche, ma in acciaio. Sulla bilancia infatti la A2 ferma l’ago a 895 kg e, nella versione più pesante e accessoriata, arriva solo a circa 1.000 kg.

Un’altra caratteristica che ha reso celebre la A2 è l’aerodinamica curatissima, col posteriore discendente e lo spoiler funzionale che permette di tagliare l’aria e di arrivare a dei CX compresi tra 0.25 (1.2 TDI) e 0.29, a seconda delle versioni.

Salendo poi a bordo, rispetto alla sua avversaria principale, la Classe A, nell’abitacolo emergono i limiti di abitabilità della A2. I posti sono solo 4, con lo spazio per la testa dei passeggeri posteriori che non è tantissimo. Abbastanza sfruttabile è invece il bagagliaio, con capacità compresa tra 390 e 1.140 litri, coi due sedili posteriori che possono essere abbattuti o addirittura rimossi.

Diesel da record

La A2 viene equipaggiata da subito con motori a benzina con 4 cilindri e a gasolio a 3 cilindri: i più diffusi, all’epoca come oggi, sono i 1.4, sia benzina che TDI da 75 CV di potenza, anche se il 1.4 TDI arriva poi a 90 CV.

Le più rare e prestanti rimangono invece due motorizzazioni, una alimentata a benzina e una a gasolio. Nel primo caso si tratta del 1.6 FSI da 110 CV che arriva in Italia nel 2003: grazie a lui, la A2 può sfiorare i 200 km/h di velocità massima e scatta da 0 a 100 km/h in 10,7 secondi.

Il “Top-TDI” in termini di efficienza è invece il 1.2 TDI da 61 CV, manuale o automatico, capace di una percorrenza media ben oltre i 30 km con un litro di gasolio.

Ora conviene

Nel 2003, al debutto della FSI, i prezzi della gamma erano compresi tra i 16.700 euro della 1.4 benzina TOP e, appunto i 21.600 euro della 1.6 FSI, circa lo stesso prezzo di una A3.

Oggi per fortuna le cose sono molto cambiate e la A2, oltre ad essere di interesse storico è anche interessante per le sue quotazioni molto invitanti. Tra i 2 e i 4 mila euro si trovano infatti del 1.4 a benzina in buone condizioni, coi TDI che sono spesso più a buon mercato, ma anche parecchio chilometrati, senza contare le loro limitazioni alla circolazione.

Tra i TDI fa però eccezione il 1.2 TDI, un vero mostro di efficienza, rarissimo però da trovare in Italia. Se proprio cercate una A2 “da collezione”, meglio puntare a una 1.6 FSI o anche a una 1.4, purché ben accessoriata, magari allestimento Storm.