Fino al 5 settembre il "Museo nazionale dell'Automobile" di Torino (MAUTO) ospita la mostra "Che macchina!" per festeggiare il 50° anniversario della Fiat 127 e per celebrare il designer che ne disegnò le forme: Pio Manzoni, noto come Pio Manzù, figlio del celebre scultore Giacomo. 

Tra i tanti modelli in esposizione c'è anche un prototipo su base Fiat 850 chiamato Fiat City Taxi che appartiene all'Heritage Vintage Collection dell’ex-Gruppo FCA ed è normalmente conservato nell'Heritage HUB di Torino.

Nonostante non sia mai arrivato alla produzione di serie, questo prototipo studiato per il trasporto pubblico locale era un vero concentrato di idee per la sicurezza: racchiudeva infatti oltre 15 soluzioni innovative con relativi brevetti registrati da Fiat, che sono successivamente stati utilizzati su altri modelli della Casa. Basti pensare al cofano posteriore, rivisto sulla piccola 126 lanciata nel 1972 per sostituire la Fiat 500.

Un pò di storia

La 850 City Taxi è stata presentata in anteprima mondiale il 30 ottobre 1968 durante il 50° Salone dell’automobile di Torino. In quegli anni sulle strade italiane circolavano molti taxi allestiti sulla base della Fiat 600 Multipla, antesignana delle moderne monovolume creata da Dante Giacosa nel 1956 e sviluppata parallelamente alla popolarissima Fiat 600 berlina.

Ora, la 850, prodotta dal 1964 al 1971, aveva il proprio compito di colmare il vuoto tra la 600 e la 1100 e i designer Fiat avevano iniziato poco dopo il lancio a lavorare sullo sviluppo di una versione della 850 destinata al trasporto pubblico locale per sostituire appunto l'ormai obsoleta 600 Multipla Taxi.

Taxi Fiat City (1968)

Non si trattava solo di un allestimento speciale per un'auto esistente, ma di un veicolo realizzato da zero e sviluppato fin da subito per essere utilizzato come taxi. L'incarico era stato affidato direttamente al Centro Stile Fiat, che per la prima volta si era avvalso della collaborazione esterna di uno dei designer più creativi dell'epoca ovvero Pio Manzù, a cui poi sarebbe toccato disegnare la 127.

Meccanica innovativa

La 850 City Taxi aveva la meccanica della 850 in versione Idromatic, dotata cioè di frizione idraulica e convertitore di coppia e ideale per l’uso intensivo in città. Non si trattava di un vero e proprio cambio automatico, ma di un sistema senza pedale della frizione che lascia invariate le quattro marce del cambio meccanico. Una soluzione utilizzata successivamente in modo molto simile anche da altre Case tra cui Porsche sulla 911 Sportomatic.

Versatile con dimensioni compatte

Nonostante le dimensioni della 850 City Taxi fossero contenute, lo spazio era sfruttato al massimo sia per rendere più facile la guida in città sia per favorire la salita e la discesa dei passeggeri. Aveva sbalzi ridotti, linee piuttosto tese, un cofano corto e inclinato. Le ampie finestre consentivano ai passeggeri una buona visuale del paesaggio urbano e l'abitacolo era disposto più in alto del solito.

Taxi Fiat City (1968)

La carrozzeria di color arancio aveva lo scopo di rendere l'auto più facile da riconoscere come trasporto pubblico in un'epoca in cui i taxi in Italia erano ancora verdi e neri. Uno degli aspetti della 850 City Taxi che attirava di più l’attenzione era però l’asimmetria che la contraddistingueva. A sinistra c'era una porta convenzionale che poteva essere utilizzata soltanto dal guidatore, mentre a destra trovava posto un' innovativa porta scorrevole a comando elettrico per i passeggeri.

I diversi tagli delle porte avevano portato anche dimensioni differenti dei primi due finestrini laterali. Anche i due tergicristalli erano particolarmente lunghi, perché dovevano pulire un parabrezza molto più alto del normale, ed erano anch'essi asimmetrici: quello sul lato guidatore da spento rimaneva in posizione verticale, mentre il secondo, sull’altro lato, descriveva un arco dall'interno verso l'esterno con un movimento contrario rispetto a quello utilizzato sulle altre vetture Fiat dell'epoca.

Interni spaziosi

I sedili posteriori offrivano il giusto spazio per tre passeggeri. Nel caso in cui ci fosse stato bisogno di spazio per una quarta persona per brevi tragitti, poteva essere installato un sedile ribaltabile aggiuntivo accanto al conducente.

Taxi Fiat City (1968)

Il sedile ribaltabile era solitamente ripiegato e lo spazio alla destra del guidatore veniva utilizzato per i bagagli, che potevano essere fissati per mezzo di una speciale cintura. Le restanti borse potevano essere collocate nello spazio dietro i sedili posteriori, sopra il motore, che era facilmente accessibile anche dall’esterno attraverso il lunotto posteriore.

Tecnologia e sicurezza al top

La Fiat 850 City Taxi come già accennato integrava molte soluzioni innovative per l’epoca. All’interno dell’abitacolo un materiale flessibile era utilizzato per imbottire il cruscotto che includeva il tassametro e un piccolo schermo.

L'autista, inoltre, poteva parlare direttamente con la centrale di controllo tramite un radiotelefono con microfono inserito nell'aletta parasole, un antenato dei più recenti sistemi bluetooth con vivavoce. Per quanto riguarda la sicurezza passiva, invece, la Fiat 850 City Taxi disponeva di un piantone dello sterzo articolato per proteggere il conducente in caso di collisione frontale.

 

Fotogallery: Il prototipo Fiat 850 City Taxi

Fonte: FCA Heritage