Quando si parla di motori boxer il nostro pensiero va immediatamente sui famosi propulsori a 4 e 6 cilindri che hanno segnato la storia del marchio Porsche. Questi motori sviluppati dai tecnici della Casa di Stoccarda hanno come proprio antenato un piccolo 4 cilindri boxer raffreddato ad aria montato per la prima volta nel 1938 sul Maggiolino.
Un progetto voluto fortemente da Adolf Hitler per dare ai cittadini tedeschi una macchina che costasse e consumasse poco e che fosse in grado di trasportare fino a 5 persone. Il progetto fu affidato a Ferdinand Porsche e il Maggiolino, costruito in serie soltanto dopo la guerra ma rimasto in produzione fino al 2003, è diventato con il tempo uno dei modelli più iconici e diffusi della storia con oltre 21.529.464 unità vendute.
Da 1,0 a 1,6 litri
Il piccolo motore boxer a 4 cilindri di Volkswagen era caratterizzato da un basamento e una testata realizzate in una speciale lega di alluminio e magnesio, dal raffreddamento ad aria e da un sistema di distribuzione ad aste e bilancieri.

La prima versione realizzata aveva una cilindrata di 985 cc, ma fu la variante successiva da 1.131 cc lanciata nel 1945 ad essere scelta per la produzione in serie della Volkswagen Beetle e del Volkswagen Type 2, il modello commerciale meglio conosciuto come Bulli. Questo propulsore con un rapporto di compressione di 5,8:1 poteva erogare una potenza massima di 24 o 29 CV e una coppia di 68 Nm a 2.000 giri/min.

Nel 1950 fu la volta del 1,2 litri (1.192 cc), chiamato Typ 122, che portava il rapporto di compressione a 7,3:1 e sul Maggiolino produceva una potenza massima di 41 CV e una coppia massima di 88 Nm a 2.400 giri/min. Successivamente nel 1967 fu introdotto un 4 cilindri boxer da 1.493 cc da 45 CV o 54 CV, dal quale venne poi ricavato un più grande propulsore da 1.584 cc. (Typ 126) aumentando l’alesaggio da 83 a 85,5 mm.

Da 1,7 a 2,0 litri
La solidità di questo motore portò Volkswagen a sviluppare e introdurre nel 1968 sulla vettura familiare Type 4, nota come 411/412 ed evoluzione delle 1500 e 1600, un nuovo 4 cilindri più grande, più pesante ma anche più potente.
Questo aveva una cilindrata di 1.679 cc, un rapporto di compressione di 7,8:1 e poteva erogare una potenza e una coppia massima rispettivamente di 76 CV e 127 Nm. Utilizzato anche sulla Volkswagen-Porsche 914, il 4 cilindri boxer da 1,7 litri venne affiancato da due versioni meno potenti: la prima da 1,8 litri e 68 CV e la seconda da 2,0 litri e 71 CV.

Il raffreddamento a liquido
Per sostituire l’ultima generazione del 4 cilindri boxer ad aria e soddisfare le nuove politche sulle emissioni, nel 1982 Volkswagen lanciò, unicamente per la Type 2, un nuovo motore che portava con sé interessanti soluzioni tecniche come il sistema di raffreddamento a liquido e l’Heron head, un particolare tipo di camera di combustione nel quale l’accensione avviene nello spazio del pistone e non in una zona ricavata nella testata.
Conosciuto come “wasserboxer”, questo propulsore venne proposto non soltanto con due cilindrate differenti (1,9 e 2,1 litri) e potenze da 60 e 111 CV, ma anche con diversi sistemi di alimentazione a carburatore e a iniezione.
Motore | Produzione | Potenza | Modelli |
985 cc | 1938-1942 | 24 CV | Volkswagen KdF-Wagen, Kübelwagen |
1.131 cc | 1945-1953 | da 24 a 29 CV | Volkswagen KdF-Wagen, Kübelwagen, Beetle, Type 2 |
1.192 cc | 1950-1991 | da 30 a 41 CV | Volkswagen Beetle, Type 2 |
1.493 cc | 1961-1971 | 45-54 CV | Volkswagen Beetle, Puma |
1.584 cc | 1966-1989 | 42 CV | Volkswagen Beetle, Type 2, Type 3, Karmann Ghia |
1.679 cc | 1968-1983 | 76 CV | Volkswagen Type 4, Type 2s, Porsche 914 |
1,8 litri | 1968-1983 | 68 CV | Volkswagen Type 4, Type 2s, Porsche 914 |
2.000 cc | 1968-1983 | 71 CV | Volkswagen Type 4, Type 2s, Porsche 914 |
1.914 cc a liquido | 1982-1992 | da 60 a 90 CV | Volkswagen Type 2 |
2.109 cc a liquido | 1982-1992 | da 87 a 111 CV | Volkswagen Type 2 |