Sembrava fatta, ma ora lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel in Europa dal 2035 torna in discussione. È l’asse Italia-Polonia a rimescolare le carte, con la Bulgaria pronta ad aiutare i partner europei e la Germania ancora indecisa su come muoversi.

Insieme, questi quattro Paesi potrebbero creare una cosiddetta “minoranza di blocco” nella riunione degli ambasciatori degli Stati membri, che prepara il voto finale del Consiglio dell’Ue, chiamato a formalizzare l’accordo con l’Europarlamento.

La richiesta è chiara: niente “all-in” sull’auto elettrica, ma un’apertura più decisa ai carburanti rinnovabili, per alimentare i veicoli termici a impatto ambientale ridotto. Ma cosa pensano le Case di questa proposta? A quanto pare, sono d’accordo. Lo riferisce un portavoce di Acea parlando con Motor1.com Italia.

Non solo auto elettrica

“L’industria automobilistica dell’Ue – spiega il rappresentante dell’associazione – è inequivocabilmente e pienamente impegnata ad affrontare il cambiamento climatico il più rapidamente possibile, collaborando con tutti i partner. Sta facendo del suo meglio per investire massicciamente nell’elettrificazione, costruire la catena verticale del valore, mantenere i posti di lavoro e aiutare l’Ue a rimanere competitiva”.

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Auto elettrica in carica

Nonostante però il grande impegno con le vetture a batteria, i Costruttori sembrano preoccupati dalla possibilità che “l’accessibilità economica diventi un ostacolo maggiore nella transizione verso le emissioni zero” e prendono atto che “l’accordo finale sulla CO2 include riferimenti al possibile ruolo futuro dei carburanti rinnovabili nel settore dei trasporti”.

“Meno emissioni, non tecnologie”

Andando quindi al sodo, le Case pensano “che l’apertura tecnologica rimanga essenziale per mantenere l’agilità necessaria a rispondere a esigenze diverse e adattarsi a circostanze mutevoli”. La crisi energetica dimostra che “la diversificazione è essenziale per migliorare la resilienza dell’Europa”.

“In fin dei conti – conclude il portavoce di Acea – si tratta di ridurre le emissioni, non di eliminare una tecnologia. Seguiamo con attenzione le discussioni nel Consiglio dell’Ue e siamo fiduciosi che il processo normativo seguirà il suo corso”.

“Sì alla neutralità tecnologica”

Anche Unrae prende posizione sulla notizia del giorno, dichiarandosi a favore dei carburanti rinnovabili, ma chiedendo più impegno alla politica italiana. Solo così il nostro Paese non diventerà fanalino di coda della transizione europea.

“L’industria automobilistica – spiega il presidente Michele Crisi – è pronta a raccogliere la sfida delle emissioni zero in applicazione del principio della neutralità tecnologica. Ma tale obiettivo potrà essere raggiunto solo attraverso un coordinamento stabile e programmato tra industria, mercato e istituzioni e attraverso i necessari sostegni”.