Per calcolare, e di conseguenza contrastare, le emissioni del ciclo vita di un veicolo come di qualunque prodotto, occorre partire dall'inizio, cioè dall'approvvigionamento delle materie prime. I metalli ancora fondamentali per le parti portanti e no, sono ancora responsabili di oltre metà del peso totale del veicolo, e la loro estrazione contribuisce non poco all'impronta di carbonio che portano in dote alle auto stesse una volta diventati parti del veicolo.
Un modo efficace e relativamente semplice per ridurre questo bilancio negativo esiste ed è fare in modo che apparecchiature, attrezzature e mezzi usati per l'estrazione siano essi stessi a zero emissioni e alimentati con energia sostenibile, iniziando dall'uso di camion elettrici nelle miniere, che porta con sé anche tutta una serie di altri vantaggi.
Silenzio in cava
I pregi che già accompagnano i veicoli elettrici nell'uso quotidiano possono diventare ancora più evidenti per quelli che si trovano a lavorare in ambienti logoranti come quello sotterraneo.
Un veicolo elettrico infatti, oltre a non produrre emissioni inquinanti, lavora anche in modo quasi totalmente silenzioso, due aspetti di grande importanza pensando al loro impiego in cunicoli sotterranei dove gas e rumore hanno poche possibilità di trovare sfogo. Tuttavia, soltanto in tempi recenti questa soluzione ha iniziato a farsi largo.
Ora che l'offerta di mezzi pesanti a batteria comincia ad ampliarsi in modo considerevole, includendo anche modelli per uso specialistico, alcune società minerarie hanno iniziato a sperimentare i camion elettrici non soltanto per i servizi di superficie, ma anche per l'utilizzo in profondità.
L'esempio arriva dalla Svezia
I primi sono stati i maxi-dumper per la movimentazione dei materiali di scavo, collaudati anche in miniere di rame in Cile, che però operano prevalentemente in superficie, seguiti da camion da cava per il trasporto sempre all'aperto. Scania, in particolare, propone già da un paio di anni alcuni modelli specifici con allestimento offroad esclusivamente elettrici.
La notizia più recente ha invece per protagonista Volvo Trucks che ha stretto un accordo con la società mineraria svedese Boliden per iniziare a sperimentare l'uso di camion a batteria anche in operazioni sotterranee. Si tratta di modelli introdotti in tempi recenti, le variati da cava e cantiere dei modelli stradali, in questo caso dell'FH.
Un primo esemplare entrerà in servizio nei prossimi mesi nella miniera Kankberg, a Skalleftea, nel nord della Svezia, dove si estraggono vari metalli tra cui rame, zinco, oro e argento. Inizialmente il mezzo per il trasporto di attrezzature, ancoraggi e strumenti per il consolidamento delle gallerie, ma in una fase successiva è previsto l'impiego di un secondo esemplare per trasportare materiale estratto.
L'esperimento rappresenta un'opportunità di esperienza anche per la Casa costruttrice, che in questo modo può collaudare l'efficienza e la resistenza del sistema elettrico in condizioni particolari, non soltanto per il tipo di fondi che mettono alla prova la motricità dei veicoli ma anche per la forte umidità dell'aria.

Una miniera di Cobalto
Boliden ha un programma di riduzione delle missioni che punta a tagliare la CO2 delle sue attività del 40% entro il 2030, e secondo le stime, con l'impiego di mezzi elettrici nelle cave e nelle miniere raggiungerebbe oltre la metà di questo obiettivo, risparmiandone più del 25%.
Naturalmente, ammettendo che l'energia prodotta per alimentare i mezzi sia ottenuta da fonti rinnovabili o con emissioni compensate in partenza, cosa non difficile nei paesi scandinavi che già oggi producono in questo odo oltre la metà del fabbisogno energetico nazionale.
Significa avviare al lungo processo di lavorazione e trasformazione delle materie prime i metalli già "alleggeriti" di una buona quantità di CO2 che di conseguenza saranno più sostenibili per tutta la filiera, fino ai prodotti finali per cui saranno impiegati.
