Esattamente vent’anni fa Audi presentava la Audi A8, che in poco tempo si è guadagnata un posto di tutto rispetto tra le best seller del segmento F premium, quello delle berline di lusso per intenderci. All’epoca il telaio in alluminio rappresentava la novità assoluta per un’auto di serie, oggi è la colonna portante dell’ammiraglia della Casa di Ingolstadt, giunta alla quarta generazione e sempre più votata alla tecnologia e alla riduzione sensibile di consumi ed emissioni. Sono proprio questi i punti di forza della versione che ho provato nella Nordrhein-Westfalen tedesca lungo le rive del Reno: la 3.0 TDI V6 da 258 cavalli, quella più appetibile per il mercato italiano, afflitto anche dal superbollo. La Audi A8 restyling esternamente non è cambiata molto rispetto alla versione precedente, ma è riuscita ad impressionarmi positivamente per l’alto contenuto tecnologico dei dispositivi di assistenza alla guida e per la promessa dei bassi consumi… quasi mantenuta!

FUORI E' LA A8 DI SEMPRE

A vederla dall’esterno la Audi A8 restyling si discosta molto poco dalla versione che ha debuttato nel 2010. Il cofano motore e la calandra sono ora più delineati nei contorni, ma ciò che più mi ha colpito è la forma trapezoidale dei nuovi scarichi, più dinamici e meglio integrati nel paraurti posteriore. La novità più importante, orgoglio ‘hi-tech’ della Casa dei quattro anelli, è rappresentata dai fari anteriori – disponibili su richiesta – Matrix LED: i fari abbaglianti sono composti da 25 diodi luminosi, capaci di disattivarsi (singolarmente) in maniera totalmente automatica, così da illuminare la porzione di strada necessaria ed escludere dal cono di luce gli altri veicoli, ma non eventuali ostacoli presenti sulla carreggiata. In questo modo, quando si viaggia nelle ore notturne, è possibile tenere sempre accesi i fari abbaglianti, senza il rischio di infastidire le vetture che precedono o che viaggiano nella corsia opposta.

COCCOLATI DAL LUSSO…

Così come per l’esterno, anche l’abitacolo non ha subito stravolgimenti, ma sono rimasto piacevolmente impressionato dalla qualità delle nuove pelli naturali e del legno di frassino usato per la console centrale (anche quella divisoria del bracciolo tra i sedili posteriori) e i pannelli porta. La prima sensazione è stata infatti quella di sedermi su un comodo divano, circondato e quasi coccolato dall’elevato livello di lusso, sempre sobrio e mai sfrontato come da tradizione Audi. Il sistema multimediale MMI, completato (su richiesta) dall’Audi Connect, che collega la vettura ad internet e crea una rete hotspot WLAN per i passeggeri, non ha perso la semplicità di utilizzo della prima versione. Dopo pochi minuti di viaggio sono riuscito a gestire – senza difficoltà e senza distrarmi dalla guida grazie alla manopola centrale – le informazioni del navigatore implementato con la cartografia di Google Street View, della radio, del telefono e dell’Audi Drive Select, che varia la taratura di motore e assetto della vettura.

COL ‘PICCOLO’ DIESEL SI VIAGGIA IN SOUPLESSE

Qualcuno potrebbe storcere il naso a sentirmi definire piccolo il sei cilindri diesel, e ne avrebbe ragione! Il 3 litri TDI è il propulsore più piccolo della gamma (che propone un altro diesel di 4,2 litri V8 da 385 cavalli e due benzina con le stesse cilindrate dei diesel, rispettivamente da 310 e 435 cavalli, senza considerare le versioni hybrid, S8 e L6.3 W12 che arriveranno in un secondo momento), ma onora la causa senza sfigurare e senza tradire il piacere di guida. Nel ciclo misto – ho prestato particolare attenzione a non essere brusco nelle accelerazioni e nelle ripartenze ed ho inoltre impostato l’Audi Drive Select in configurazione efficiency – sono riuscito a spuntare un consumo di 7,7 litri/100 km, non proprio conforme ai 5,9 litri/100 km dichiarati dalla Casa, ma adeguato ad una vettura lunga 5135 mm da quasi due tonnellate. In modalità efficiency il cambio tiptronic a otto rapporti è fluido e quasi impercettibile nei cambi di marcia, ma la musica cambia in configurazione dynamic: la precisione dello sterzo puramente elettromeccanico (sulla vecchia versione era ancora idraulico), la trazione permanente quattro (che in condizioni normali distribuisce la coppia per il 60% al posteriore) e l’abbassamento dell’assetto mi fanno dimenticare di essere a bordo di un’auto da guidare in souplesse. I giri salgono, il rollio è quasi assente, le cambiate sono più rapide e mi viene persino voglia di usare i paddle dietro al volante per divertirmi, inevitabilmente guidando così i consumi aumentano ed è un attimo leggere sul display centrale 11,5 l/100 km. Lo spunto giusto per calarmi nuovamente nelle vesti di chauffeur e godermi l’adaptive cruise control, capace di mantenere costante la distanza dalla vettura che precede anche nelle continue ripartenze cittadine.

IL PREZZO È IN LINEA CON LE CONCORRENTI

Le principali concorrenti della Audi A8 sono la BMW Serie 7, la Mercedes Classe S, la Jaguar XJ, la Porsche Panamera e la Lexus LS, tutte dotate in listino – eccetto la Panamera – di un propulsore di ‘ingresso’ diesel da più di 251 cavalli (185 kilowatt), soglia al di sopra della quale scatta il famigerato superbollo. Il prezzo di listino della Audi A8 3.0 TDI V6 quattro, il cui lancio commerciale è previsto per la metà di novembre, sarà di 84.400 euro, in linea con quello della concorrenza.

Fotogallery: Audi A8: prezzo da euro 83.700 euro