Ve l’abbiamo detto e scritto tantissime volte, non ci stancheremo mai di ripeterlo: se si parla di sicurezza stradale, i pneumatici vengono prima di tutto il resto. Ve l’abbiamo dimostrato con prove su asciutto, su bagnato e neve. Ci mancava ancora il passo precedente: vedere come nasce, una gomma. L’occasione ce l’ha fornita Bridgestone, nel centro di ricerca e sviluppo di Aprilia (LT), nel giorno del lancio del nuovo modello del Turanza, il T005. Come sempre in questi casi, è difficile dire come si comporta una gomma: per farlo, bisognerebbe provare prodotti differenti, uno dopo l’altro, sulla stessa macchina e nelle stesse condizioni.


Prima di tutto, un’indagine di mercato. E poi tante percezioni umane


La progettazione di un pneumatico parte dai risultati di accurate indagini di mercato, in cui si cerca di capire quali siano le esigenze degli automobilisti a cui il nuovo prodotto si rivolgerà (chi compra una gomma turistica come il Turanza avrà esigenze diverse da chi ne sceglie una sportiva). Si tiene conto inoltre delle condizioni in cui più spesso il cliente si troverà a guidare, quale sia la durata che si aspetta, etc.. Al di sopra di ogni altro elemento, queste indagini mostrano una cosa con chiarezza lampante: la prestazione sul bagnato, in particolare in frenata e in curva, è la prima preoccupazione di tutti. Senza dimenticare la riduzione del rumore, la minimizzazione della resistenza all'avanzamento (e quindi dei consumi), la prevedibilità delle reazioni e tantissimi altri fattori. Tutte cose che Bridgestone mi ha fatto sperimentare in prima persona in una prova pratica di frenata ed evitamento ostacolo, da 70 all’ora. Esercizi nei quali ho potuto apprezzare il grande apporto, ancora oggi, dell’uomo, inteso come “giudice” finale grazie alle sue sensazioni. Paradossalmente, infatti, potrebbero esistere prototipi di pneumatico leggermente migliori di altri, sulla carta, ma che restituiscono sensazioni peggiori e che quindi vengono scartati.


La parola ai numeri


Premesso che le sensazioni sono fondamentali, è anche vero che dai numeri non si può prescindere, soprattutto quando ti confronti con rivali agguerriti e all’avanguardia come Michelin, Continental, Goodyear, Pirelli, etc.. Devi dunque avere delle cifre su cui contare. Il TUV, ente tedesco indipendente di omologazione, ha certificato che lo spazio di frenata sul bagnato del nuovo Turanza, da 80 a 20 all'ora (perché così prevede il protocollo), è inferiore rispetto alla concorrenza sopra citata - con prodotti paragonabili per prezzo e target - da un minimo di 1,5 a un massimo di 3,1 metri. Un grande classico di tutti i centri di sviluppo come questo è lo steering pad. Un piazzale rotondo, solitamente bagnato, con il fondo ad aderenza variabile: in queste condizioni, sempre il TUV, ha certificato che il T005 riesce a disegnare un raggio di curva di 42 metri di raggio contro 45,7 della concorrenza. Più di tre metri e mezzo che possono voler dire uscire di strada o rimanerci. Non è mancata una prova ad alta velocità, sull’apposito anello, accanto a un collaudatore (ed ex pilota di F1 Stefano Modena), che mi ha mostrato le manovre che si effettuano ad alta velocità e quali sono i parametri che il collaudatore stesso deve valutare (il potete vedere nel video).


Tra presente e futuro


Tra guida autonoma ed elettrificazione, l'auto si sta preparando a una rivoluzione. Ma dei pneumatici non potrà mai fare a meno; anch’essi, però, non rimarranno per sempre uguali a sé stessi, anzi: saranno connessi e intelligenti e dialogheranno col veicolo. Bridgestone li svilupperà qui, in quello che è uno dei suoi tre centri di sviluppo nel mondo; gli altri due sono uno in Giappone e uno negli Stati Uniti.

Fotogallery: Come nasce un pneumatico per auto "normali" come il Bridgestone Turanza