Me le ricordo ancora, anche se erano ormai poche, le macchine con solo 4 marce. Parlo di almeno 20 anni fa, quando il cambio della maggior parte delle auto di marce ne aveva cinque. Solamente le sportive avevano il “6” scritto sul pomello. Roba da spiaccicare il naso sul finestrino laterale con le mani a tetto attorno agli occhi per togliere i riflessi e per leggere quel numero, che faceva viaggiare l’immaginazione veloce come un fondo scala da 300 all’ora in un cruscotto. Ora - con i cambi automatici moderni - avere anche 7, 8 rapporti è la norma. Qualche modello si è spinto fino a 9. Ma una macchina con 10 marce non mi era ancora mai capitato di guidarla: vi racconto allora com’è andata questa prima volta con la nuova Ford Mustang, nel caso specifico con la carrozzeria cabriolet.
Il “salto" delle marce
Alta velocità, bassi giri
Tra i parametri di progetto di una trasmissione del genere, poi, c’è la capacità di far “sonnecchiare” il motore nei lunghi trasferimenti. Tipicamente negli infiniti rettilinei del continente americano, ma anche da noi in autostrada, dove si viaggia a velocità codice con il contagiri poco sopra il minimo. E con lo schermo del selettore del cambio in decima, ovviamente. Cosa che fa sempre un po’ strano a dirsi.

Una differenza che si sente
Quando invece la strada inizia a salire, inseguendo una curva dietro l’altra, meglio abbandonare la modalità automatica e passare alle leve dietro il volante per cambiare. Un po’ perché in automatico - anche nei programmi di guida più sportivi - i passaggi di marcia non sono sempre rapidi come si vorrebbe e poi c’è qualche strattone di troppo quando si torna sull’acceleratore dopo un rallentamento o una frenata. In manuale, invece, si riesce a sfruttare meglio il freno motore negli inserimenti in curva e a godersi un qualcosa che fra qualche anno sarà solo un ricordo: il suono dell’8 cilindri senza turbo che sale e scende più di frequente, con questo cambio, con così tanti rapporti. E allora non vi resta che guardare il video e… ascoltare!