Sinistra cinque, chiude. Trecento. Destra tre, apre.

Chiudete gli occhi. Riconoscete il sei cilindri di Maranello, il 246 Tasmania, figlio della Dino, capace di urlare tra le curve del Tour de Corse? Stratos, creatura della Lancia, opera perfetta capace di sostituire la Fulvia, disegnata dalla matita di Marcello Gandini per Bertone, sviluppata da ingegneri come Materazzi, portata a compimento tra le curve dei Rally dall'intuito di personaggi come Fiorio, e guidata da talenti quali Munari, Barbasio, Ballestrieri, Alen, Carello.

Lei, la regina dei Rally, tornata oggi a nuova vita, grazie alla passione e la dedizione di Paolo Garella, e portata a giusto compimento, tra le curve dell'Emilia, della Motor Valley, e sullo sterrato di Misano, da Andrea Farina, follemente innamorato di quelle Gruppo B (e delle Gruppo 4 come la Stratos) che che hanno contribuito a creare il mito Lancia nel Mondo.

Come in una speciale

Destra quattro, apre per sinistra due.

Facile immedesimarsi e lasciarsi prendere la mano da quei passaggi stradali degni di una Speciale. Immersi nella Stratos, così compatta, ma allo stesso tempo, in questa sua Nuova natura più stabile e affinata, si danza sull'asfalto con un ritmo sempre più veloce, snocciolando marce tramite le palette dietro la corona. Stabile, esuberante, veloce, affilata eppure aggressiva.

La Nuova Stratos non è elettronica, vive di un animo analogico, puro fin dal primo affondo sul pedale, ancor di più se dalle strade si passa sullo sterrato. Ed allora, eccola l'anima terrena della Stratos, tutta in controsterzo. Niente tassellate: l'assetto ed il bilanciamento permettono un divertimento purissimo puntando come un compasso sul punto di corda, e lasciando andare il posteriore, con il V8 che strilla dietro il sedile. 

Prova New Stratos
Prova New Stratos

A nuova vita

Ecco la (Nuova) Lancia Stratos, generatrice di emozioni. Era il 2014 quando proprio Garella, dopo aver realizzato numerosi progetti speciali di casa Pininfarina, fonda la propria Manifattura Automobili Torino insieme al figlio Riccardo. Il sogno è chiaro e vivo nella loro mente: nel 2017 ottengono la licenza da Micahel e Maximilian Stoschek per realizzare una Nuova Stratos.

Una Restmod? No, qui non si tratta di un "semplice" omaggio. La New Stratos è una rivisitazione di una vera e propria icona. La differenza non è formale, perchè cela l'animo con cui questo progetto ha preso vita, fin dalla sua progettazione.

Prova New Stratos
Prova New Stratos

Interpretazione moderna di un mito

Come per la sua genitrice con il 246, anche questa Nuova Stratos parte dalla meccanica di Maranello. E la scelta è quella della Ferrari 430 Scuderia, per certi versi, ultima Scuderia di un'epoca più analogica che digitale. ed un peso distribuito al 56% nel posteriore, inglobato in un telaio in alluminio, ma più corto di 20 centimetri rispetto all'originale, e inglobato con un roll bar di 40 millimetri per aumentarne la rigidità con una distrubuzione dei pesi 44-56 per riuscire a scaricare a terra al meglio i 540 CV disposti su 1250 Chilogrammi.

“Meglio avere 350 cavalli e non usarli che averne uno meno del necessario e farselo mancare", a dirlo è stato Sandro Munari che adesso vorrei avere qui con me a contemplare il ritorno di un epico binomio

 

Prova New Stratos
Prova New Stratos

Venticinque esemplari a disposizione, per un prezzo pari a 550 mila euro. Già, ma ha senso giudicare un prezzo per un mito che torna a realtà? Andrea ha voluto scoprirlo, cercando però di rivivere le emozioni riportate in vita. Un viaggio parallelo, che corre lungo quella lancetta digitale capace di schizzare lungo il contagiri. Un mito che, da quei mondiali conquistati dal 1974 al 1976, continua a vivere ancora oggi.

Fotogallery: New Stratos, la prova su strada e in off road