“Di notte ogni cosa assume forme più lievi, più sfumate, quasi magiche. Tutto si addolcisce e si attenua, anche le rughe del viso e quelle dell’anima”. Una citazione che ben si accorda anche con la frenetica Milano, di giorno più simile a un brulicante formicaio con le sue circonvallazioni gremite di auto e l’Area C che chiude i cancelli del centro città, anche lui difficilmente vivibile se non a piedi o su mezzi pubblici.
Abbiamo allora aspettato che il sole tramontasse per salire sulla nuova Range Rover Evoque e con lei ammirare ciò che Milano ha da offrire, in un magico mix tra passato e futuro unico in Italia.
Sa farsi notare
Inizia così la sfilata del SUV compatto inglese, rinnovato profondamente sottopelle con meccanica completamente nuova e una tecnologia da prima della classe, vestiti da uno stile che guarda alla sorella maggiore Velar, a partire dalle maniglie che scompaiono nelle portiere e carrozzeria più levigata e filante. A muoverla ci pensano motori Mild Hybrid con, nel mio caso, il 2.0 turbodiesel da 180 CV e 430 Nm di coppia accompagnato da un piccolo motore elettrico alimentato da una batteria a 48 V, per consumare meno e avare una spinta in più in fase di accelerazione.
La trazione, manco a dirlo, è integrale e intelligente, in grado di adattarsi in automatico alle condizioni della strada. Si adatta anche il cruise control, solo uno dei tanti sistemi di assistenza alla guida presenti sulla “mia” Evoque, dove sono sempre vigili anche frenata d’emergenza, avviso dell’angolo cieco e mantenitore attivo della corsia. La tecnologia abbonda anche in abitacolo, dove si può contare su massimo 5 monitor: infotainment, climatizzatore, strumentazione digitale, specchietto retrovisore collegato a una telecamera esterna ed head up display.

Ampia scelta per geek e non solo: tra inserti della plancia, rivestimenti dei sedili (pelle, Eucalyptus o scamosciato tecnico Dinamica, ottenuto dal riciclo di 53 bottiglie di plastica) l’Evoque può essere personalizzata a piacimento.
Da non perdere
Sia che siate milanesi che la città la vivono solo di giorno, al ritmo frenetico che l’aria meneghina impone, o turisti alla ricerca di un tour particolare e che non bramano di entrare in ogni negozio che incontrano per la strada, il consiglio è quello di ritagliarvi una notte per visitare la città. Tutto è più tranquillo e le misure tutto sommato modeste di Milano permettono di girare con calma per riempirvi gli occhi delle meraviglie antiche e moderne che riposano sotto lo sguardo vigile della Madunina.
Il mio girovagare notturno ha inizio sotto la Torre Unicredit, il grattacielo più alto d’Italia, che sorge da piazza Gae Aulenti. È uno dei luoghi simbolo della rinascita milanese, iniziata coi lavori per EXPO 2015 e che non accenna a fermarsi. Qui ci si può perdere tra le vie e viette che circondano il Bosco Verticale, la modaiola Corso Como e il nuovo Palazzo Lombardia. Sembra quasi impossibile che fino a qualche anno fa qui ci fossero solo grigi vialoni e un vecchio Luna Park.

Pochi minuti ed ecco la magnificenza del Cimitero Monumentale, rimesso a nuovo negli anni scorsi e luogo del riposo eterno di alcuni dei milanesi più illustri, da Alessandro Manzoni a Dario Fo.
Da qui si fa rotta verso il centro città dove, passando per Corso Sempione, ci si imbatte per prima cosa nel neoclassico Arco della Pace e, dietro di lui, parco Sempione e il Castello Sforzesco. Uno dei simboli di Milano e per anni dimora delle famiglie Sforza e Visconti, ora ospita musei e opere d’arte, tra cui la Pietà Rondanini di Michelangelo.
Dentro il quadrilatero
Dici Milano e pensi subito alla moda che ha il suo tempio nel Quadrilatero, con via Montenapoleone come centro nevralgico. Qui hanno casa alcune delle firme più famose del mondo e prima di arrivarci è d’obbligo una fermata davanti alla Scala, uno dei teatri più famosi del mondo, dove è quasi impensabile fermarsi durante il giorno. Ma la notte scorre tranquilla ed io con lei.

Sensi unici, lavori per la metropolitana e vie chiuse al traffico impongono un giro lungo ma ne vale la pena, perché è tempo di sostare al cospetto del vero simbolo di Milano: il Duomo con la sua Madonnina. Un trionfo di verticalità gotiche scolpite nel roseo marmo di Candoglia che danno vita a una delle chiese più grandi del mondo. Quando il sole splende è impossibile fotografarlo senza turisti ma la notte regala anche questo, con un’immagine da cartolina.

Si torna poi indietro per alzare di nuovo gli occhi al cielo, questa volta per osservare le torri di CityLife, altro simbolo della nuova primavera milanese che non accenna a sfiorire, con la torre Libeskind pronta a raggiungere le “sorelle” Hadid e Isozaki. Proprio sulla sommità di quest’ultima sorge una copia della “Madunina” perché, tra i confini milanesi, nessun tetto può essere più alto di lei.