Fumando una sigaretta nell’abitacolo di un’auto, questo si trasforma in fretta in una camera a gas, con conseguenze tremende per la salute: eppure questo non basta a dissuadere i guidatori dal fumare nella vettura. Per sensibilizzare automobilisti e no sul tema, è stata appena celebrata La Giornata Mondiale senza tabacco, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che cade a livello globale il 31 maggio. L’OMS ha appena snocciolato dati impressionanti: le malattie cardiovascolari (molto spesso legate al fumo) sono la principale causa di morte sul pianeta. Solo nel nostro Paese, nel 2015 (dati più recenti disponibili), il 37% del totale dei decessi è stato causato da malattie del sistema circolatorio per un totale di 239.527 morti; di questi, 73.172 sono per malattie ischemiche del cuore e 61.784 per guai cerebrovascolari.
Tre punti fermi
#1. Divieto nell’abitacolo. L’automobilista è libero di fumare in macchina quando viaggia da solo. Invece, se ci sono passeggeri, le cose possono cambiare. Dal 18 gennaio 2016, esiste il divieto di fumare in auto: riguarda il conducente di vetture e i passeggeri, in presenza di minorenni e di donne in stato di gravidanza. divieto si applica solo agli autoveicoli, per cui sono escluse le altre categorie di veicoli, compresi ciclomotori e motoveicoli, anche se dotati di carrozzeria chiusa. In caso di violazione, si applicano le sanzioni da 27,5 a 275 euro. La sanzione raddoppia nel caso in cui la violazione avvenga in presenza di una donna in evidente stato di gravidanza ovvero davanti a bambini di età fino a 12 anni. E così si arriva a 550 euro di massimo. Qualsiasi tipo di controllo è legittimo: può esserci la contestazione immediata, con il poliziotto che ferma il trasgressore; o la contestazione differita (il poliziotto invia a casa del proprietario del mezzo la multa). Nel secondo caso, c’è un problema: andrà individuata la persona che fumava in macchina e sarà questi a dover pagare. Lo dice la Circolare 300/A/l001/16/101/3/3/9 dell’11 febbraio 2016 del ministero dell’Interno.
#2. Stime da brivido. L'OMS stima che il consumo di tabacco uccida attualmente quasi 6 milioni di persone ogni anno. Questa cifra potrebbe raggiungere gli otto milioni entro il 2030 in assenza di provvedimenti volti a invertire questa preoccupante tendenza. Nel mondo si stima che il fumo passivo (non fumatori che respirano il fumo altrui) provochi 603.000 morti premature (28% bambini, 26% uomini e 47% donne) e la perdita di 10,9 milioni (61% per i bambini, 16% per gli uomini e 24% per le donne) di anni di vita in buona salute. La sigaretta sprigiona infatti 4.000 sostanze nocive, fra cui il famigerato polonio, che distruggono l’organismo, con conseguenze devastanti per qualsiasi parte del corpo: non solo i polmoni, i primi a essere colpiti. L’OMS, inoltre, ha analizzato i risultati di oltre 40 studi sull’impatto del fumo dei genitori sulle malattie delle basse vie respiratorie dei bambini. I figli di madri fumatrici hanno un eccesso di rischio del 70% di malattie delle basse vie respiratorie rispetto ai bambini figli di madri non fumatrici. Il fumo materno durante la gravidanza, inoltre, è la principale causa di morte improvvisa del lattante e di altri effetti sulla salute, incluso il basso peso alla nascita e una ridotta funzionalità respiratoria.
#3. Asma, che disastro. L’asma, la malattia cronica più comune nei bambini, è più frequente tra i piccini i cui genitori fumano. Nell’abitacolo di un’auto, quando il divieto non viene rispettato, il pericolo sale enormemente. Il fumo passivo è inoltre un fattore di rischio per l’induzione di nuovi casi di asma e per l’esacerbazione dell’asma in bambini con malattia stabilizzata. L’esposizione a fumo passivo nell’infanzia è anche associata con otite media acuta e cronica: più di 40 studi che hanno indagato gli effetti del fumo dei genitori sull’otite dei bambini, hanno rivelato un eccesso di rischio che va dal 20% al 40%.
E fuori dall’auto…
Attenzione: il decreto del 2016 ha introdotto il divieto di fumo nelle pertinenze esterne delle strutture universitarie ospedaliere, dei presidi ospedalieri e degli istituti pediatrici, nonché nelle pertinenze esterne dei reparti di ginecologia e ostetricia, neonatologia e pediatria delle strutture universitarie ospedaliere e dei presidi ospedalieri. In caso di violazione del divieto, scattano le multe. La violazione del divieto di fumo può essere rilevata dai delegati alla vigilanza sull’osservanza del divieto e dai pubblici ufficiali e agenti, ai quali competono l’accertamento e la contestazione dell’infrazione.