Sono ancora lontani i tempi per una diffusione globale dell’auto elettrica, quando tutti si muoveranno sempre e unicamente a emissioni zero. Nel frattempo buona parte dei costruttori si sta dando da fare per elettrificare i propri modelli con una priorità: abbassare le emissioni di CO2 per non pagare (o pagare il meno possibile) le multe dell’Unione Europea.

Ecco perchè i motori benzina (e a volte anche diesel) vengono sempre più affiancati da piccoli propulsori elettrici alimentati da batterie più o meno capaci. Si chiamano auto ibride e si dividono i 2 gruppi: full hybrid e, appunto, ibride plug-in.

La differenza più grande tre le 2 tecnologie sta nel fatto che le prime hanno piccole batterie che si ricaricano in fase di decelerazione o frenata. Le seconde invece montano accumulatori più capaci ricaricabili anche tramite una normale presa di corrente.

Toyota RAV4 plug-in

Tecnologia di transizione

All’atto pratico quindi le full hybrid sono progettate per far lavorare in simbiosi il motore tradizionale con quello elettrico, facendo spegnere laddove possibile il primo (tipicamente nella marcia a passo d'uomo nel traffico o in fase di parcheggio) o aiutandolo comunque in accelerazione e ripresa per migliorarne l'efficienza. Le plug-in, invece, consentono di macinare decine di chilometri a trazione 100% elettrica cioè con il motore endotermico spento.

Attualmente quindi la tecnologia ibrida plug-in rappresenta una sorta di ponte tra la mobilità tradizionale e quella elettrica, mixando i benefici di entrambe le motorizzazioni, ma anche alcune criticità. Vediamo quali.

Auto ibride plug-in, tutte le novità in arrivo

I vantaggi delle auto ibride plug-in

  • Poter viaggiare come su un’auto elettrica, seppur con un’autonomia ridotta, con tutti i vantaggi del caso in termini di sileziosità e fluidità di marcia e il piacere di non emettere alcunché allo scarico (pensate quando viaggiate nel traffico di una città).
  • Le auto iberide plug-in hanno mediamente delle potenze più elevate grazie al doppio motore e la spinta elettrica le rende particolarmente performanti con tempi di accelerazione 0-100 km/h che scendono facilmente sotto gli 8 secondi.
  • Emissioni di CO2 molto basse e possibilità per molti modelli di rientrare nella fascia intermedia dell'Ecobonus (> 20 g/km e <= 70 g/km) con conseguente incentivo da 1.500 a 2.500 euro (senza o con rottamazione). Questo perché i cicli di omologazione delle ibride plug-in prevedono la prova con la batteria carica.
  • Se l’autonomia della batteria è superiore ai 50 km, un’auto plug-in si può sfruttare in modalità 100% elettrica nel classico tragitto quotidiano casa-lavoro, ricaricando in poco tempo la macchina casa. La convenienza economica è concreta quindi per chi la utilizza soprattutto nel "commuting" cittadino.
  • Consentono di effettuare un lungo viaggio senza i limiti dell’auto elettrica perché di fatto la ricarica della batteria non è "obbligatoria": basta fare rifornimento di carburante al distributore e si può proseguire il viaggio.

Gli svantaggi delle auto ibride plug-in

  • Costo più elevato rispetto ad un’auto a benzina, diesel o full hybrid.
  • Peso maggiore e quindi consumi più elevati. In particolare, quando si viaggia con la batteria scarica (condizione tipica di una lunga percorrenza), il consumo di benzina è sensibilmente superiore a quello di un’auto diesel o benzina di pari cilindrata.
  • Occorre mettere in conto, oltre al costo dell'auto, anche il costo della Wall Box domestica che prevede installazione e, in alcuni casi, l'aggiornamento dell'impianto elettrico o del contratto di fornitura. E’ vero che ci si può attaccare alla spina normale, ma per legge questa è solo una soluzione d'emergenza
  • Se si ricarica la batteria poco o male, come per le auto elettriche (ma per le ibride plug-in il rischio è maggiore per il tipo di uso che se ne fa), si compromette la salute della batteria.

Ibrida plug-in: a chi conviene

Analizzati pregi e difetti, a chi convengono le auto ibride plug-in? Sicuramente a chi ha la possibilità di ricaricare le batterie con frequenza, preferibilmente a casa o al lavoro, senza dover dipendere solo e unicamente dalle colonnine pubbliche. Se si dispone di una Wall Box domestica le ibride “alla spina” hanno un senso perché le batterie, più potenti rispetto a quelle di una full hybrid, ma meno capaci rispetto a quelle delle full electric, si ricaricano in poche poche ore.

Wallbox Abb

Se volete garantirvi tempi di ricarica bassi dovete calcolare nei costi di gestione dell’auto i cosiddetti Wall Box, sistemi di ricarica studiati appositamente per le batterie che alimentano i motori elettrici che permettono di avere una potenza in kW più alta rispetto alle normali linee elettriche. Spesso sono le stesse Case auto a proporle, ma ci si può affidare anche a terze parti, come gestori di linee elettriche che sempre più spesso offrono questo tipo di soluzioni.

Detto della possibilità di poter ricaricare le batterie nel proprio box, i clienti ideali di auto ibride plug-in sono i pendolari (commuter, se preferite il linguaggio anglofono) che percorrono qualche decina di chilometri al giorno per recarsi a lavoro. Trasferimenti relativamente brevi che permettono di viaggiare sempre ed esclusivamente in elettrico, anche su tragitti autostradali, potendo comunque contare sul motore endotermico per lunghe trasferte, senza dover soffrire della range anxiety che può “colpire” chi viaggia a bordo di auto 100% elettriche.

Auto ibride plug-in: la scheda

Cosa sono

Auto ibride (motore endotermico + 1 o più motori elettrici) con batterie ricaricabili tramite presa elettrica

Pro

Potenze elevate

Basse emissioni

Contro

Necessitano di infrastrutture di ricarica

Alti consumi se si viaggia con batterie scariche

A chi convengono

Disponibilità box con Wall Box

Pendolari