Quante auto, nella storia, hanno trovato posto per sei sedili individuali (e comodi), su due file, in meno di 4 metri (3,99 per la precisione)? Se ne scovate una, scrivete qui per favore, ma solo se il bagagliaio offre una capacità minima di 500 litri. Vi do una mano: la pur ottima Honda FR-V è tagliata fuori, perché lunga 4 metri e 28 cm. Ok, faccio outing: io sono tra quelli che la Multipla del 1998 l’hanno sempre “amata”. E non solo per l’intelligenza del suo progetto, ma anche per il design, firmato dal papà della 500 del 2007: Roberto Giolito. Sì, così strana, forse persino sgraziata, ma con una personalità incredibile che non sai se ti affascina perché conosci le sue doti nascoste o forse perché nelle imperfezioni estetiche noi esseri umani troviamo l’attrattiva irrazionale. Per fortuna non sono il solo: anzi, la Multipla è piaciuta molto di più all’estero che da noi. Un esempio? Ha vinto il premio di Auto dell’Anno di Top Gear nel 2000 per il design allegro e coraggioso, per lo spazio e, che ci crediate o no, per la guidabilità. Forse però è ancora più prestigiosa la sua esposizione al MOMA di New York nel 1999. Ok,

Alla ricerca spasmodica dello spazio

Ma come hanno fatto, gli ingegneri e i designer italiani, a ricavare così tanti cm in meno di 4 metri di carrozzeria? Hanno limato in ogni dove, non lasciandosi scappare nemmeno un millimetro: per dirne una, hanno assottigliato al massimo lo spessore delle portiere - senza precluderne la robustezza in caso di urti laterali - in modo da lasciare più “aria” alle spalle. Ancora, il montante anteriore è stato spostato più possibile in avanti, per facilitare l’entrata e l’uscita (e la visibilità), mentre il pavimento completamente piatto facilita lo spostamento tra i sedili. Non è tutto: qual è uno degli elementi che più limita la lunghezza dell’abitacolo? Il motore, che in Fiat spostano praticamente a sbalzo oltre l’asse anteriore (senza rendere pericolosamente sensibile ai trasferimenti di carico la macchina). Ultimo, ma non meno importante: i montanti perfettamente dritti (guardando la macchina da davanti o da dietro) permettono di liberare millimetri preziosi all’altezza della testa; una zona molto importante, considerando che sulla Multipla i quattro passeggeri laterali sono molto “esterni”.

Nata così per un obbligo contrattuale

Se in Fiat si danno così tanto da fare per cercare lo spazio persino dove in teoria non ce ne sarebbe è anche perché, in quegli anni, è in essere un importante accordo con il Gruppo PSA per la produzione congiunta delle monovolume Citroen Evasion - Fiat Ulysse - Lancia Zeta - Peugeot 806, che impedisce alle due parti di commercializzare auto più lunghe di 4 metri a 5 posti. A proposito di temi industriali, il telaio Space Frame permette di tagliare parecchio i costi, perché tra le altre cose conta su estrusi in acciaio, avanzate tecniche di stampaggio e taglio al laser delle lamiere (poi “risvoltate”), su saldature tramite robot e su una linea di montaggio nel complesso molto avanzata, che riduce a 300 miliardi di lire il costo di progettazione, contro i circa 600 della prima generazione di Punto. La Multipla è molto avanti anche perché, fin dall’inizio, viene pensata per ospitare anche l’alimentazione a metano; di questo specifico adattamento si occupa Roberto Barbiero, ingegnere proveniente niente meno che dalla Ferrari.

Nel 2004 la seconda serie

Il Salone di Ginevra del 2004 è il palcoscenico scelto da Fiat per il debutto della nuova Multipla, che conserva tutti i punti di forza del primo modello, ma viene “banalizzata” nel design, in modo particolare davanti: addio scalino e fari su due piani, sì a un frontale sulla scia di quello della Idea, più “facile” ma meno personale. Nel 2010, dopo 12 anni di carriera, è il momento di andare in pensione.

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