Cos’è il bello? In quali casi questa categoria categoria dell’estetica si può applicare all’auto? Difficile rispondere, anche per un esteta, salvo qualche rara eccezione; qual è, per esempio, l’Alfa Romeo 8C Competizione. Sì, ogni tanto ci si deve pur sbilanciare e questa creazione di Wolfgang Egger andrebbe messa sulle scrivanie dei dipendenti di Alfa Romeo di ogni livello per ricordare loro di cosa è stata capace l’azienda per cui lavorano (detto che con Giulia e Stelvio il blasone del marchio è ampiamente onorato). Non molti anni fa peraltro, 12 per la precisione. L’estate del 2006 è appena finita ma la 8C riporta in alto la temperatura per tutti gli appassionati di auto. E’ sufficiente guardarla per capire perché. Anzi, a essere proprio onesti il meglio della 8C è quello che si vede, più di quello che c’è sotto la carrozzeria. Non che il V8 Ferrari-Maserati o il telaio siano da buttare, ma non sono certo all’altezza del capolavoro di design che muovono.

Non è la prima 8C della storia

La 8C Competizione riprende il nome di un modello iconico per il Biscione: la 8C degli Anni Trenta, quella progettata da uno degli ingegneri più amati della storia di Alfa Romeo, Vittorio Jano. Un mostro sacro, capace di vincere la 24 Ore di Le Mans, la Targa Florio, la Mille Miglia e tanto altro. Successi che nel tempo, in un certo senso, si sono persino moltiplicati e ingigantiti. In che senso è presto detto: nel 1999, una 8C roadster viene venduta, ovviamente a Pebble Beach, per 4 milioni di dollari. Per non dire della 8C con carrozzeria Touring, la cui quotazione è arrivata a 6,71 milioni di dollari. Assegnato il giusto e meritato tributo alla prima 8C, torniamo adesso alla 8C Competizione.

 

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Solo 1.000 fortunati nel mondo

Come tutte le cose belle (e scusate se ci torno), anche la 8C Competizione - Coupé e Spider - non è per tutti. Per il prezzo, certo, che nel 2007 è di poco superiore a 160.000 euro per la prima e oltre i 210.000 per la seconda, ma anche perché ad Arese decidono di farne 1.000 esemplari equamente divisi, non uno di più, non uno di meno e andati tutti esauriti poco dopo l’apertura degli ordini, ben prima della fine della produzione. Una decisione che lascia a bocca asciutta molti potenziali acquirenti e che, come sempre in questi casi, dà il là a speculazioni: pochi anni dopo la commercializzazione si trovano 8C in vendita a prezzi superiori a quelli iniziali. Secondo voi c’è anche solo un annuncio che non è andato a buon fine?

Alfa Romeo 8C, le foto storiche

Una sorta di banco di prova per la Giulia

L’Alfa Romeo Giulia è stato il “vero” ritorno del Biscione alla trazione posteriore, la prima auto (dopo la 75) destinata alla produzione in serie con le ruote motrici posteriori. Prima di lei ci sono state la 4C e, appunto, la 8C, auto però più che di nicchia. Proprio la 8C, più della 4C, si può considerare una sorta di primo approccio al “nuovo corso” Alfa Romeo, perché sotto la carrozzeria c’è la meccanica Ferrari-Maserati: per chi non lo sapesse, nelle officine del Tridente è stato portato avanti lo sviluppo della Giulia, che sotto il cofano ha proprio un motore di derivazione Ferrari.

Alfa Romeo 8C, le foto storiche

8C, un nome una garanzia

L’8 presente nel nome indica il numero di cilindri della sportiva italiana. Cilindri disposti ovviamente a V di 90°, per una cilindrata di 4,7 litri. Il propulsore è montato anteriormente, ma in posizione arretrata rispetto all’avantreno; capace di 450 CV a 7.000 giri e di una coppia di 470 Nm a 4.750 giri, conta su variatori di fase lato aspirazione. Una soluzione che permette di esprimere l’80% della coppia già a 2.000 giri. Per il resto, basamento e testate sono realizzate in alluminio, mentre l’acustica di aspirazione e scarico è stata curata in modo maniacale; un lavoro egregio, come può testimoniare chiunque ne abbia sentita cantare una. Quanto a telaio e trasmissione, lo schema è transaxle, con cambio (elettroattuato) posizionato al retrotreno. Le sospensioni presentano quadrilateri con portamozzi e bracci in alluminio forgiato e puntone supplementare per il controllo della convergenza. Cerchi da 20" con pneumatici 245/35 all'avantreno e 285/35 al retrotreno completano il quadro.

L’acustica di aspirazione e scarico è stata curata in modo maniacale

Veloce, piacevole, ma non al top

Per mia fortuna, una 8C Competizione (Roadster) l’ho guidata, sul circuito di Balocco. L’emozione di mettersi al volante di un oggetto così esclusivo è fortissima, ma poi l’entusiasmo e l’innamoramento devono lasciare spazio alle valutazioni dinamiche oggettive. E in questo senso la sportiva italiana non è il meglio disponibile sul mercato nel 2011. Il sound del suo V8 cattura, la spinta non manca mai, ma un telaio preciso e uno sterzo chirurgico sono un’altra cosa. La 8C Competizione, forse anche perché in versione aperta (dunque penalizzata sul fronte della rigidità), non è quell’arma letale che le sue forme farebbero pensare. Precisione negli inserimenti, solidità in percorrenza, sensibilità ai piccoli angoli di volante, progressività delle reazioni: le sportive tedesche, va detto, sono uno o due passi avanti.

Fotogallery: Alfa Romeo 8C Competizione, le foto storiche