Smart è una parola che sentiremo sempre più spesso. Non solo per via degli smartphone. Smart sarà la mobilità. E smart saranno le città. Seat ha partecipato per il secondo anno consecutivo allo Smart City Expo World Congress di Barcellona, che proprio sulla mobilità “intelligente” punta i riflettori, per illustrare la propria idea - e la propria strategia - sui profondi cambiamenti che stanno interessando il modo di spostarsi, soprattutto in città.

È stato lo stesso Luca De Meo, presidente Seat dal 2015, a spiegare come mai una Casa che fino ad oggi si è concentrata sulla produzione di automobili abbia la necessità di evolversi, esplorando nuove soluzioni.

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L'importanza strategica dei servizi

“Prima di tutto – ha detto De Meo – con l'arrivo del digitale in un settore industriale si riducono i margini unitari di profitto ma si aumenta la varietà di servizi che si possono offrire. Lo stesso accade in un mondo come quello dell'auto, in cui tra dieci anni il 50% del valore di un veicolo sarà rappresentato dalla componente software. Essere strutturati in questo senso darà solo vantaggi. E quindi crediamo fortemente nella necessità di sviluppare servizi legati alla mobilità”.

Seat Smart Mobility Unit

La divisione dedicata alla mobilità urbana

“Per cogliere le opportunità che il futuro ci riserva – ha proseguito De Meo – abbiamo creato una divisione apposita, la Smart Mobility Unit, che è guidata da Lucas Casanovas e che si occupa di tutta la parte software, con la creazione e la gestione di piattaforme digitali e di servizi legati alla mobilità di domani, e anche della progettazione dei mezzi di trasporto: microcar, scooter, monopattini.

Seat Smart Mobility Unit

Lo fa e lo farà per tutto il gruppo Volkswagen in modo che i vari marchi abbiano una strategia coerente e condivisa. Alla base del lavoro della Smart Mobility Unit c’è il concetto che oggi soprattutto i giovani non hanno per forza necessità di un’auto di proprietà. L’auto l’acquisteranno quando saranno adulti, quando metteranno su famiglia. E per inciso, se saranno già clienti Seat, sarà più facile tenerli legati al brand. Noi non rinneghiamo certo la nostra tradizione, ma riteniamo che l’auto non sia più il mezzo di trasporto migliore in ogni situazione. Questo vale solo nelle città grandi. In aree metropolitane da almeno 1,5 milioni di abitanti. Altrimenti i nuovi modelli di business non sono vincenti”. 

Il futuro del car sharing

“Nelle grandi città – ha detto ancora De Meo – la gente ha capito che ci sono nuovi modi per affrontare i brevi spostamenti quotidiani. Servizi come Uber, o il car sharing, sono ormai comuni. Molti di questi servizi, però, si basano su vetture che non sono state progettate per quell’intento preciso. Dal punto di vista del software, sfruttano piattaforme efficienti, ma le auto che adottano sono in un certo senso “sovra-ingegnerizzati”.

Seat Smart Mobility Unit

Anche la più piccola citycar è pensata per spostarsi nel traffico, ma anche per affrontare viaggi lunghi, per trasportare una o due persone, ma arriva anche a quattro o cinque. Il car sharing del futuro, invece, sarà vincente perché adotterà veicoli espressamente pensati per quello scopo. Noi di Seat stiamo lavorando su soluzioni di questo tipo sia dal punto di vista del software necessario per gestirle, sia dal punto di vista dei veicoli da utilizzare”.

Una flotta di mezzi su misura

Due saranno le direttrici su cui si muoverà la Casa spagnola. Da una parte ci saranno vetture molto piccole, con al massimo due posti, come la Seat Minimò che proprio a Barcellona è stata presentata lo scorso anno.

Seat Smart Mobility Unit

 

Dall’altra mezzi di trasporto più grandi, in grado di accogliere 5 o 6 persone e capaci di muoversi in autonomia. La guida autonoma sarà una realtà tra 10 anni. Magari anche solo su percorsi stabiliti, ma permetterà di sostituire l’odierno trasporto pubblico con soluzioni più flessibili. 

Per una migliore qualità della vita

“La ricerca di mezzi alternativi all’auto – ha spiegato ancora De Meo – non è neanche una semplice mossa per ridurre l’impatto ambientale. In una città come Barcellona, in media si passano 6 giorni all’anno nel traffico. Riuscire a risolvere questo problema aumenterà di molto la qualità della vita. Per volare da Milano a Roma non si prende un Boeing 747, si usano velivoli più piccoli, più adatti a viaggi a corto raggio.

Seat Smart Mobility Unit

Questo tipo di approccio lo si vede in tanti altri ambiti. Lo si vedrà anche nella mobilità. Da qui nascono il nuovo monopattino elettrico Seat, versione evoluta di quello mostrato lo scorso anno, e il nuovissimo scooter elettrico, al momento ancora a livello di concept ma pronto ad arrivare sul mercato nella sua versione definitiva già nel 2020”.

Si parte dalle due ruote

Partiamo da quest’ultimo. Si chiama Seat e-Scooter e ha motore elettrico da 11 kW di potenza alloggiato all’interno della ruota posteriore. Raggiunge una velocità massima di 100 km/h e ha un’autonomia di 115 km.

Seat e-Scooter concept

Il nuovo monopattino, invece, punta su caratteristiche quali la compattezza, la leggerezza o la possibilità di essere facilmente riposto e trasportato. È un prodotto pensato per il car sharing. Non importa che sia più ingombrante: è importante che sia stabile e robusto. In più, grazie ad uno schema propulsivo più evoluto, oltre a vantare un’autonomia di ben 65 km, può affrontare anche salite con pendenze fino al 20%. 

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