Probabilmente avrete già sentito parlare di Carlos Ghosn. Senza di lui, Nissan probabilmente non avrebbe mai venduto la Leaf; mentre Renault non avrebbe avuto la Twizy o la ZOE e altri veicoli elettrici.

Sapeva da molto tempo che la mobilità sarebbe cambiata radicalmente e ha sempre cercato di preparare entrambe le società fino a quando non è stato arrestato in Giappone a novembre 2018. L'ultima notizia che abbiamo è che è fuggito dal Giappone ed è ora in Libano. Ma come ci è arrivato?

Le accuse

Nissan ha accusato Ghosn di frodi finanziarie e altri crimini quando stava per fondere la compagnia con la Renault. Ciò ha portato a molti dubbi sulle ragioni del suo arresto. Da allora, è stato accusato di cattiva condotta finanziaria e abuso di risorse aziendali. Negando sempre di aver fatto qualcosa di sbagliato, ha accusato la giustizia giapponese di essere stata ingiusta più volte. Nel tweet che segue c'è una dichiarazione che arriva direttamente dallo stesso Ghosn.

 

I dubbi sulla fuga

C'è anche chi si è chiesto se Ghosn fosse riuscito a scappare stringendo un accordo con i pubblici ministeri, ma questo è altamente improbabile. In primo luogo, perché i pubblici ministeri hanno un alto record di vittorie nei tribunali giapponesi, e questo sarebbe equivalso alla certezza di mettere il dirigente in prigione per almeno 15 anni. La sua condanna, per giunta, sarebbe come un trofeo per loro, mentre la fuga rappresenta un imbarazzo per il governo giapponese.

Secondo altre fonti l'idea era quella di inchiodare altri dirigenti, come Hiroto Saikawa. A quanto pare Saikawa sarebbe considerato uno degli ideatori dell'arresto di Ghosn, sui quali sono ricaduti i sospetti dopo aver preso il desk di amministratore delegato di Nissan subito l'espulsione di Ghosn.

Roba da 007

Saikawa, poi, si è dimesso a settembre scorso a seguito di uno scandalo per pagamenti in eccesso. L'ipotesi più probabile secondo i media, comunque, è che Ghosn sia fuggito in un modo rocambolesco che un giorno potremo vedere in un film.

Una "non precisata stazione televisiva libanese", infatti, riferisce che un gruppo di paramilitari lo ha aiutato, spacciandosi per una band chiamata a suonare in una cena di gala che lo stesso Ghosn ha organizzato a casa sua a Tokyo, e che ha lasciato di nascosto in un box per gli strumenti musicali. Tutto questo, però, è ancora da accertare.

Cosa ci aspetta

Ghosn ora promette di "comunicare liberamente con i media", qualcosa che prevede di iniziare a fare la prossima settimana. Stampa che dovrebbe essere persino più accanita dei pubblici ministeri di Tokyo nelle domande sulle accuse relativi alle infrazioni mentre era al timone dell'alleanza.

Il governo libanese non ha un trattato di estradizione con il Giappone e Ghosn è un cittadino libanese, nonché francese e brasiliano, il che implica che andrà in prigione in Giappone solo se deciderà di arrendersi alle autorità giapponesi. Il dirigente 64enne sicuramente non vuole passare il resto della sua vita dietro le sbarre. Ma riuscirà a dimostrare di essere innocente?