Carlos Ghosn, ex numero uno dell’alleanza Renault Nissan Mitsubishi, resta in carcere in Giappone perché a impedirne la liberazione c’è una nuova accusa formalizzata dal pubblico ministero del tribunale di Tokyo.
La nuova imputazione, la quarta per il manager franco-libanese-brasiliano, risulta essere anche la più grave, stando almeno a quanto scrive il quotidiano The Japan Times. Ghosn è questa volta accusato di appropriazione di denaro per interessi personali, ovvero di “abuso di autorità aggravato”.
Soldi sottratti per acquistare uno yacht
In pratica, dice la procura di Tokyo, l’ex capo dell’alleanza franco nipponica dell’auto avrebbe sottratto a Nissan circa 4,45 milioni di euro, destinati ad una succursale Nissan nell’Oman, per dirottarli su una società libanese di investimenti da lui controllata, anche per l’acquisto di uno yacht.
Ghosn continua a professarsi innocente, anche di fronte alla nuova accusa, mentre i suoi avvocati hanno fatto già richiesta di scarcerazione su cauzione.
Carlos Ghosn, la fine di un'era
Nissan chiede "pene severe"
Pesante è invece il commento e la condanna di Nissan nei confronti del suo ex amministratore delegato, in una nota ufficiale riportata sempre da The Japan Times:
“I pagamenti sono stati indirizzati da Ghosn verso un suo arricchimento personale e non erano giustificati dallo svolgimento delle sue funzioni. Un tale comportamento scorretto è totalmente inaccettabile. Per questo Nissan chiede pene severe”.
Ricordiamo che il primo dei quattro arresti subiti da Ghosn in Giappone risale al 19 novembre 2018, inizialmente accusato di non aver dichiarato per intero i propri guadagni al Fisco nipponico.