Quando la Lamborghini Urraco, quarant’anni fa, prende forma c’è ancora Ferruccio, che tiene per le corna il toro di Sant’Agata Bolognese. Entusiasta per aver rovinato il sonno a Enzo Ferrari attua un allargamento della gamma, in cui la Urraco ha il ruolo di entry level nel suo magico mondo.

La promettente carriera della Urraco viene intralciata, negli Anni ‘70, dalle tensioni politiche e dal prezzo del petrolio alle stelle, ma oggi è un pezzo da collezione molto ambito, con valutazioni in forte crescita.

Dino e Porsche nel mirino

L’idea di Ferruccio Lamborghini, alla fine degli Anni ‘60, è quella di ampliare l’offerta anche per tasche meno gonfie. Le concorrenti di riferimento sono la Dino 246 GT e la classicissima Porsche 911, che tanto sanno gasare i giovani figli di papà dell’epoca, seppur con motori e dimensioni non esagerati.

Fotogallery: Lamborghini Urraco, tutte le foto e le derivate

Un team di grandi nomi

Al progetto della Urraco, come per i modelli precedenti, aderiscono delle vere e proprie eccellenze: il design di Marcello Gandini, arruolato in Bertone, progetto di Paolo Stanzani e collaudo di Bob Wallace e Valentino Balboni.

Ne viene fuori un’animale cattivo, ma facile da addomesticare, con quattro posti, di cui quelli posteriori comodi solo per due bambini, e un V8 da 2.463 cc e 220 CV. Tale motore, capace di spingere la Urraco a 240 km/h, è messo in posizione centrale e orientato trasversalmente, una soluzione maturata grazie alla Miura.

Lamborghini Urraco, l’ultima corrida di Ferruccio

Tempi difficili

La Lamborghini Urraco P250 è una delle reginette del Salone di Torino del 1970, ma per l’entrata in produzione ci vogliono ben due anni, durante i quali alcuni clienti annullano l’ordine, esasperati per la lunga attesa.

Il povero Ferruccio vende la Lamborghini Automobili ad una nuova proprietà, per far fronte alle gravi rogne che attanagliano i conti della Lamborghini Trattori. A girare il dito nella piaga ci pensano i frequenti scioperi, causa di diversi problemi d’assemblaggio delle vetture.

Lamborghini Urraco, l’ultima corrida di Ferruccio
Lamborghini Urraco, l’ultima corrida di Ferruccio

Raggiunge la maturità

Poco più avanti sulla Urraco vengono finalmente risolti i difetti di gioventù e viene introdotta la P300. La bellezza di 250 CV per chi può ancora permettersi di schiacciare a tavoletta, senza l’ansia di violentare il portafoglio al momento di fare il pieno. Una fortuna per pochi, ma a Sant’Agata hanno riguardo anche per i gentleman driver più taccagni.

Lamborghini Urraco, l’ultima corrida di Ferruccio
Lamborghini Urraco, l’ultima corrida di Ferruccio

Bastonata dal fisco

Per aggirare il superbollo, dovuto alla crisi energetica, la Lamborghini Urraco rinuncia a un bel po’ di grinta, con la P200. Cilindrata abbassata a 1.995 cc e potenza ridotta a 182 CV. Anche sul mercato americano, per via delle stringenti norme antinquinamento, la Urraco viene in parte castrata, penalizzando terribilmente le sue prestazioni.

Stessa forma, ma via il tetto

Negli ultimi anni alla Urraco P300 viene affiancata la Silhouette, una quasi gemella in configurazione targa. Potenza incrementata a 265 CV, rimossi i sedili posteriori, appendici aerodinamiche all’esterno e interni rivisti, ma la mancata omologazione per il mercato USA e l'instabilità societaria dell’azienda ne limitano pesantemente la diffusione.

Lamborghini Urraco, l’ultima corrida di Ferruccio

Sopravvive alla morte

Con gli Anni ‘80 Urraco e Silhouette escono di scena, ma quest’ultima si evolve nella Jalpa che combatte, per tutto quel decennio, contro Ferrari 308 GTS e Porsche 911, rimanendo però una mosca bianca tra le supercar. Questo rarissimo toro da corrida, l'ultimo ad otto cilindri prima della Urus, si guadagna una comparsata in Rocky IV, insieme a Sylvester Stallone.

Lamborghini Urraco, l’ultima corrida di Ferruccio
Lamborghini Urraco, l’ultima corrida di Ferruccio

Sant’Agata contro Maranello

Agli esordi la Lamborghini Urraco è in vendita a 11,5 milioni di lire, ma poco dopo, con le nuove versioni e l’inflazione, si assesta tra i quasi 15 milioni della P200 e i 19 milioni della P300, contro i 15.812.00 della Dino 208 GT4, i 18.765.000 della 308 GT4 e i 25.329.000 della Porsche 911 Carrera.

A fine carriera i prezzi sono aumentati di circa 6 milioni di lire, con la Silhouette ad oltre 30 milioni. A fine Anni ‘80 la Jalpa tocca i 62.000.000 di lire, contro gli 82.000.000 della Ferrari 308 GTS.

Si riscopre vintage

Per anni la Urraco è rimasta seppellita tra le sabbie del tempo, considerata solo un oggetto vecchio, raggiungendo quotazioni vergognosamente basse per una Lamborghini, ma oggi, tra aste e concorsi d’eleganza, si prende la sua rivincita.

Un esemplare, degli appena 791 costruiti, vale tra 68.000 e quasi 90.000 euro, a seconda del motore, mentre ce ne vogliono oltre 70.000 per una delle 420 Jalpa prodotte e 145.000 per una delle 52 Silhouette realizzate. Un meritato riconoscimento, seppur tardivo, per la vera nonna di Gallardo e Huracan.