Il Decreto Semplificazioni introdurrebbe importanti novità anche per quanto riguarda la viabilità, con il Codice della Strada che verrebbe rivoluzionato con l'introduzione di nuove regole e provvedimenti come l'installazione di autovelox fissi in città, una durata stabilita del giallo semaforico, la possibilità alle biciclette di andare contromano e quella di dare agli operatori ecologici l'autorità di poter fare multe.

In merito si è espresso Angelo Sticchi Damiani, presidente ACI: “L'ACI è sempre soddisfatta quando il Legislatore si occupa di sicurezza stradale intervenendo per semplificare il Codice della Strada. In questa occasione, però, purtroppo così non è. Anzi: ci si muove nella direzione opposta”.

Contrario agli autovelox in città

“Riteniamo un errore" ha commentato Sticchi Damiani "scrivere nel Codice che la durata del giallo debba essere almeno di 3 secondi. L’individuazione della giusta durata del giallo semaforico deriva da un calcolo complesso e unico per ogni incrocio”.

“Non ci sembra corretta anche la possibilità di istallare autovelox perfino sulle strade locali dove vige il limite orario di 30 Km/h. L’autovelox è un utile strumento per controllare e limitare la velocità degli utenti nei punti più critici o pericolosi. È diseducativo - quando non addirittura pericoloso - l’autovelox diffuso, magari installato per far cassa e nemmeno correttamente segnalato”.

Bici sulle corsie preferenziali: rischio 50 volte superiore

Il Presidente ha anche commentato la possibilità di far andare le biciclette contromano e sulle corsie riservate al trasporto pubblico: "I dati di incidentalità ci dicono che si tratta di pratiche estremamente pericolose, anche in considerazione dell’esposizione al rischio del ciclista rispetto ai veicoli a quattro ruote: più di 50 volte superiore!”

"Sembrerebbe che, in città, basti imporre il limite di 30 km/h e la bicicletta possa fare tutto: avere la precedenza su tutti, procedere in senso di marcia opposto a quello dei veicoli, andare appaiati e magari sorpassare. Questa sorta di “deregulation” della mobilità ciclabile ha, secondo noi, un forte effetto diseducativo. L’anarchia non va assolutamente d’accordo con la sicurezza stradale”