Dici Peugeot e pensi immediatamente ai modelli a quattro ruote del costruttore francese. Giustissimo, ma forse non tutti sanno che la storia del brand del Leone comincia molto, anzi moltissimo tempo prima che l"automobile sia inventata.

Accade il 26 settembre del 1810 quando i fratelli Jean-Pierre II e Jean-Frédéric Peugeot, fondano la Peugeot Frères, una realtà aziendale dedita alla produzione di seghe a nastro, molle e montature per ombrelli. Una storia che vale la pena di ricordare mentre imperversano i festeggiamenti per questi 210 anni, che hanno portato ad un nuovo logo e a tante altre iniziative particolari che si stanno susseguendo in questi giorni.

Il marchio del Leone

L"attività va a gonfie vele e ben presto i prodotti Peugeot vengono distribuiti in diverse regioni d"Europa, arrivando fino in Turchia. Nel mentre, gli altri due fratelli Peugeot, Charles Christophe e Jean Jacques, fondano una seconda società denominata Peugeot Fréres & Compagnie, specializzata nella tessitura e nei filati.

Nel corso degli anni l"attività dei Peugeot evolve seguendo le richieste del mercato. Si passa così alla produzione di macinacaffé, fino allo sviluppo e la realizzazione delle biciclette e nel 1847 nasce il marchio del Leone. Il primo stemma dell"azienda raffigura infatti un leone che cammina su una freccia. Simbolo che da quel momento, pur evolvendo, non è mai più stato abbandonato.

L"impegno sociale

Sono anni di grande crescita per le fabbriche Peugeot dislocate in diverse zone della Francia. Il numero dei dipendenti impiegati all"interno di queste cresce anno dopo anno e contestualmente cresce anche la coscienza sociale della dirigenza, anticipando i tempi di moltissimi anni.

Nel 1820, infatti, nasce la Società di Mutuo Soccorso a favore dei dipendenti, con lo scopo di creare un fondo per sostenere economicamente le vedove e gli orfani oltre ad aiutare, una volta giunti al termine del periodo lavorativo, gli anziani e i malati. Ma la vera novità rappresentata da questa iniziativa, era che non faceva distinzione di sesso. Una cosa tutt"altro che scontata nei primi anni dell"Ottocento.

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Le automobili

Ma veniamo al momento della svolta. Quello del passaggio alle automobili. A spingere la famiglia verso questa nuova tecnologia fu Armand Peugeot, figlio di Jules ed Emile Peugeot, rimasto ammaliato dalla vettura a vapore realizzata da Amédée Bollée nel 1878.

Lo studio di Armand sulle automobili prosegue per circa 10 anni, fino a quando nel 1888 comincia a produrre i primi tricicli con motore a vaporizzazione istantanea. Ma la vera svolta porta la data del 1889, quando all"Exposition Universelle di Parigi vede per la prima volta la Daimler Stahlradwagen, spinta da un rivoluzionario motore a combustione interna. È amore a prima vista e nel 1890, comincia l"avventura di Peugeot nel mondo dell"auto.

La progenitrice

Il primo modello a quattro ruote marchiato Peugeot a vedere la luce è stato la Type 2. Si trattava di un modello a due posti, lungo appena 2,3 metri, con un passo di 1,4 metri, alimentato da un motore di origine Daimler, un bicilindrico a V con una cilindrata di 565 cc, capace di sviluppare una potenza massima di 2 CV, per una velocità massima di 18 km/h.

Ma il vero salto avanti avvenne nel settembre del 1891, quando Peugeot presentò la Type 3. Più lunga di 20 centimetri rispetto alla Type 2, offriva spazio per altri due passeggeri e poteva contare su un sistema di sterzo più maneggevole. La Type 3, inoltre, è stata la prima auto immatricolata in Italia. La acquistò il 2 gennaio 1893 l"industriale Gaetano Rossi, titolare della Lanerossi di Piovene Rocchette, in provincia di Vicenza.

La grande serie

La Type 3 è il primo modello di grande successo firmato Peugeot. Da quel momento in avanti è un susseguirsi di traguardi tecnologici e commerciali. Nel 1910 Armand riunisce i due rami dell"azienda in un"unica ragione sociale, la Société Anonyme des Automobiles et Cycles Peugeot e nel 1929 nasce il primo modello costruito in grande serie, nonché il primo ad utilizzare un nome costituito da un numero a tre cifre con lo zero nel mezzo.

Si tratta della 201, che porta la produzione di automobili Peugeot a 43.303 vetture all"anno. Una curiosità: la scelta di optare su numeri a tre cifre con lo zero nel mezzo non fu casuale. Questi vennero scelti perché lo zero permetteva di mascherare la presenza dell"antiestetico foro per l"avviamento a manovella posizionato sulle calandre.

Storia Peugeot

Un secolo di innovazione automobilistica

Al costruttore francese va riconosciuto il merito di essere stato uno dei primi brand automobilistici ad offrire su modelli realizzati in serie, soluzioni che solitamente erano ad esclusivo appannaggio di modelli prodotti quasi su misura. Nel 1939, ad esempio, le Peugeot 401 e 601 sono stati tra i primissimi modelli costruiti in serie ad offrire il tetto apribile in metallo.

Vent"anni dopo è il momento dei motori Diesel, che in Peugeot debuttano sulla 403, mentre il 1965 è l"anno del debutto della trazione anteriore, che viene portata su strada dalla 204. In tempi più recenti, più precisamente nel 1999, la Peugeot 607 è stata una delle prime vetture al mondo ad essere dotata di un motore a gasolio abbinato a un filtro antiparticolato.

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Il legame con le competizioni

Un capitolo a parte va dedicato al mondo delle corse, realtà alla quale Peugeot è sempre stata legata fin dalla nascita della divisione auto. Il primo modello a prendere parte ad una competizione automobilistica, infatti, è stato la Type 3, che nel 1894 prese parte alla Parigi-Rouen, progenitrice della ben più nota 24 Ore di Le Mans dove Peugeot, nel corso degli anni, si è tolta non poche soddisfazioni.

Ai tempi delle Gruppo C, con la 905 capitanata da Jean Todt, lo squadrone del Leone è riuscito ad imporsi nel 1992 e nel 1993. Dopo un lungo periodo di stop, Peugeot è tornata sul circuito della Sarthe nel 2007 con la 908 HDi, vincendo nel 2009. Ma Peugeot non è solo sinonimo di asfalto e cordoli.

Tra i modelli da competizioni più iconici del Leone c"è la 205 Turbo 16, impegnata nel Mondiale Rally, che conquistò nel 1985 e nel 1986, prima di essere pensionata a causa del bando delle Gruppo B, per vivere poi una seconda vita alla Pikes Peak nel 1987 e alla Parigi Dakar, dove si presentò con diverse modifiche, compreso un passo più lungo, pensato per affrontare con maggiore facilità le insidie del deserto. L"esordio nel Sahara avvenne nel 1987 in maniera subito vittoriosa grazie ad Ari Vatanen.