La Cina è entrata in un nuovo lockdown. L'innalzamento di circa 400.000 casi di coronavirus in tutto il Paese (fonte ourworldindata.org) ha portato il governo a istaurare delle nuove regolamentazioni per gli spostamenti. Secondo Reuters questo nuovo lockdown sta interessando diversi settori produttivi cinesi, tra cui anche quello delle auto e delle componenti a esse legate. 

Cosa dicono i produttori

Vicino la città di Shanghai, la più grande della Cina e la seconda più popolata in assoluto al mondo, sorgono infatti alcune delle fabbriche più importanti per i produttori auto cinesi. Qui trovano sede Nio per esempio, la Casa premium che si appresta a entrare anche nel mercato europeo, e Xpeng suo diretto competitor.

La prima, con un comunicato ufficiale, ha annunciato di essere stata costretta a uno stop temporaneo dell'intera produzione a causa delle nuove normative di contenimento del coronavirus istituite nel Paese. Nio, che ha diverse fabbriche nell'hinterland della città portuale, ha specificato che:

Da marzo, per motivi legati all'epidemia, i partner fornitori dell'azienda con sede in diverse città, tra cui Jilin, Shanghai e Jiangsu, hanno sospeso la produzione uno dopo l'altro della propria componentistica e devono ancora riprendersi. A causa di questo Nio ha dovuto interrompere la produzione di automobili.

Tra le righe di questo comunicato, però, apparentemente poco importante per la produzione mondiale di auto, si può leggere quello che potrebbe diventare un problema più grande nei prossimi mesi, anche per i produttori europei, cioè quello della produzione dei componenti.

NIO EP9
NIO EP9
Xpeng P7
Xpeng P7

Il problema della componentistica

Molte delle componenti necessarie alla realizzazione di gran parte delle auto in commercio, non solo di quelle dei produttori cinesi, come sappiamo sono prodotte proprio in Cina e lo stop delle fabbriche potrebbe rappresentare una nuova onda anomala per tutto il settore, pronta a investire il mercato già alle prese con la ormai nota crisi dei chip.

Bosch stessa, per esempio, ha dichiarato di aver sospeso la produzione nei siti di Shanghai e Changchun, lasciando altri due stabilimenti a un tipo di operatività a "ciclo chiuso", cioè con meno contatti possibili con l'esterno. Allo stesso tempo anche il colosso tecnologico Apple ha dichiarato di aver interrotto la produzione dei propri iPhone nei siti di Shanghai e Kunshan.

Con ricambi e componenti già difficili da trovare in condizioni normali quindi, per l'utente finale questo nuovo lockdown cinese potrebbe causare ulteriori ritardi sui tempi di consegna del nuovo, già dilatati per le difficili situazioni in atto.

Lockdown anche per i trasporti

Potrebbe però esserci anche un altro problema. Il lockdown che sta interessando la città di Shanghai non ha bloccato soltanto le fabbriche, ma anche i trasporti. Il porto della città cinese, il più grande del mondo, è uno dei più importanti hub mondiali di spedizioni internazionali, soprattutto verso l'Europa. Molte delle componenti delle auto prodotte nel Paese partono per le fabbriche del Vecchio Continente proprio dallo sbocco marittimo della città.

Con il blocco del governo cinese di gran parte dei trasporti, tra cui anche i porti, gli aeroporti e le autostrade, questa difficile situazione dell'oriente, per una Casa auto europea, potrebbe comportare un ulteriore rallentamento della produzione in serie delle auto, a causa, ancora una volta, di un ritardo sul ritardo nell'approvvigionamento della componentistica. Una situazione che, in base a quanto scritto da Reuters, secondo una lettera inviata dalla Camera di Commercio europea al Governo Cinese, per alcuni Brand tedeschi si sta già verificando.