Auto storiche, che passione! Sono tanti gli amanti delle quattro ruote che sognano di rivivere i vecchi tempi e tornare al volante della vettura che li ha fatti innamorare dei motori. Un desiderio che, forse non tutti sanno, può essere esaudito con tanto di targa e libretto dell’epoca, oppure con dei sostituti perfettamente uguali.

Ma freno agli entusiasmi, almeno per quanto riguarda i documenti identici agli originali, perché c’è ancora un passaggio da completare. Si tratta del decreto attuativo che dovrebbe specificare costi, criteri e modalità per ottenere le carte. E l’argomento è stato protagonista in questi giorni di un’interrogazione parlamentare. Ricostruiamo la vicenda.

Attesa lunga più di un anno

È l’Automotoclub storico italiano (Asi) a ripercorrere le tappe di questa storia. Punto di partenza è la domanda che Giovanni Tombolato, deputato della Lega e presidente dell’Intergruppo parlamentare per i veicoli storici, rivolge al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili.

Tra le righe del testo, Tombolato ricorda che la legge di Bilancio 2021 (la 178 del 30 dicembre 2020) aveva modificato il Codice della Strada (aggiornato anche di recente), prevedendo che l’automobilista, quando chiede di reimmatricolare un’auto storica già iscritta al Pubblico registro automobilistico (Pra) ma poi cancellata dall’elenco, può

“ottenere le targhe e il libretto di circolazione della prima iscrizione al Pra o di ottenere una targa del periodo storico di costruzione o di circolazione del veicolo, in entrambi i casi conformi alla grafica originale, a condizione che la sigla alfanumerica prescelta non sia già presente nel sistema meccanografico del centro elaborazione dati della motorizzazione civile e riferita a un altro veicolo ancora circolante”.

Però, dopo più di un anno, nessuna traccia del decreto attuativo. Il provvedimento finisce così al centro dell’interrogativo di Tombolato, che chiede “quali siano le ragioni di un siffatto ritardo”. La risposta? Non si fa attendere e arriva per bocca del viceministro Alessandro Morelli.

conversione auto storiche in elettriche

Alluminio? No, grazie

Per farla breve, Morelli racconta che, ad aprile 2021, la Direzione generale per la motorizzazione del Mims aveva chiesto all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato se fosse possibile riprodurre fedelmente le targhe e i libretti e quali fossero eventualmente i costi.

La Zecca risponde a ottobre: si può fare, usando l’alluminio. Ma il Mims fa notare che non tutte le targhe storiche utilizzavano quel materiale e che così verrebbe meno “lo spirito” di “rendere il veicolo quanto più conforme all’originale”. Non si può proprio fare nulla?

Manca poco?

Si arriva invece a un nuovo capitolo, datato 18 marzo scorso, quando la Zecca dà il suo “sì” alla richiesta, ma specificando che, fra gli archivi, conserva targhe solo successive al 1971 e che così non può riprodurre quelle precedenti.

Ultimo atto: la Direzione generale per la motorizzazione è ora alla ricerca di foto e documenti per aiutare l’Istituto in questa “operazione nostalgia”. Quando la caccia sarà finita, arriverà finalmente il decreto attuativo. E il passato tornerà a vivere sulle nostre strade esattamente come nei ricordi degli appassionati. Magari anche tra i più giovani.

“Una volta completata tale attività di ricerca e ottenuto il visto di congruità da parte dei competenti uffici del ministero dell’Economia e delle Finanze sui prezzi di vendita delle targhe, sarà tempestivamente adottato il decreto dirigenziale che darà concreto avvio alla procedura”, conclude Morelli.

Già, ma quanto tempo ci vorrà ancora? Fonti Asi fanno sapere che la loro speranza è di vedere tutto nero su bianco entro l’estate. In ogni caso, il presidente Alberto Scuro tiene a sottolineare che

“l’Asi e gli altri enti certificatori indicati nell’articolo 60 del Codice della Strada sono stati il punto di riferimento serio e competente per il legislatore: il percorso di sensibilizzazione da tempo intrapreso dalle suddette associazioni ha come obiettivo la formulazione di normative nazionali che tutelino sempre di più e sempre meglio il settore del motorismo storico”.