Dalla prospettiva di veicoli più facili da smontare e riciclare, a una maggiore attenzione all’occupazione nel settore: il voto di ieri al Parlamento Ue non ha deciso “solo” sullo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035.

Sono tante, infatti, le novità che si possono trovare cercando con il lanternino tra gli emendamenti approvati dalla plenaria di Strasburgo. Per conoscerli tutti, potete consultare il nostro Pdf allegato in fondo all’articolo (in lingua inglese). Qui sotto, invece, vi lasciamo una panoramica di alcuni degli interventi più interessanti.

Tra "ecodesign" e "retrofit"

Una delle parole chiavi è “ecodesign” e la pronuncia l’Europarlamento per dare una seconda vita ai componenti dei veicoli. Sarà perciò compito della Commissione Ue presentare, entro il 31 dicembre del 2023, una proposta che fissi alcuni requisiti minimi per auto e furgoni.

Gli obiettivi sono sia garantire maggiore “efficienza energetica, durata e riparabilità per parti essenziali, come fari, elementi elettronici e batterie”, che recuperare “metalli, plastica e materie prime critiche” (emendamento 46, che aggiunge un nuovo articolo).

L’altra parola magica è “retrofit”, con l’esecutivo Ue chiamato ad adottare un atto per armonizzare le regole sull’omologazione (anche in serie per produzioni su vasta scala) delle vetture nate a combustione e poi convertite in elettriche o fuel cell (emendamento 54, che inserisce un nuovo articolo).

VW aiuta a retrofit un scarabeo originale con il progetto eKäfer

Posti di lavoro al centro

La transizione deve essere anche socialmente giusta. È un mantra che sentiamo ripetere spesso, ma che ora viene messo anche nero su bianco da Strasburgo, dove si chiede che la rivoluzione elettrica mantenga in vita i posti di lavoro, mettendo particolare attenzione alle piccole e medie imprese lungo la catena delle forniture. Per garantire l’occupazione, sono previsti diversi fondi, tra cui il “Just Transition Fund” (emendamenti 18 e 19, che modificano articoli precedenti).

Ma non solo, perché secondo l’Europarlamento la Commissione europea dovrà scrivere, entro il 31 dicembre 2023, una relazione per indicare i finanziamenti che servono a “garantire una transizione equa nel settore automobilistico”. L’esecutivo Ue potrà anche presentare una proposta legislativa per finanziare, tra le altre cose, la riqualificazione dei lavoratori (emendamento 43, che aggiunge un nuovo punto tra gli articoli).

Giù i costi

Spazio poi ad alcune considerazioni generali su come l’elettrificazione ridurrà ancora di più il total cost of ownership (Tco) delle auto elettriche, viste già ora come più convenienti delle corrispondenti a combustione nell’intero ciclo di vita, e a come crescerà il mercato di seconda mano (emendamento 11, che introduce un nuovo articolo).

Concessionaria auto

Ancora, gli eurodeputati vorrebbero che Bruxelles presentasse, entro il 28 febbraio 2023, anche una proposta per fare in modo che tutte le flotte, sia pubbliche che private, siano 100% elettriche entro il 2030, tenendo però conto delle “differenze regionali” (emendamento 80, che inserisce un nuovo articolo).

Solo emissioni allo scarico? Nì

Oltre ad aver detto “sì” al già famoso emendamento “salva Motor Valley” (il 121, che va a braccetto con il 122), il Parlamento europeo apre le porte sia a nuove tecnologie che possano aiutare a raggiungere i target di decarbonizzazione (emendamenti 19 e 45), sia a un nuovo sistema di calcolo delle emissioni – da mettere a punto – che consideri l’intero ciclo di vita dei veicoli.

Perciò, tra i vari compiti per casa, la Commissione Ue avrà anche quello di pubblicare, non più tardi del 2023, un report su un metodo che possa essere comune a tutta l’Unione (emendamento 41, che introduce delle modifiche). Almeno fino a quel momento, si considererà solo la CO2 allo scarico (emendamento 27, che inserisce un nuovo articolo).

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