Ci sono tre modi per togliere la CO2 in eccesso dall'atmosfera e contrastare così il riscaldamento globale: i primi due, abbastanza noti, consistono nel farla assorbire da alberi e piante che in cambio rilasciano ossigeno oppure si può evitare direttamente di produrla.

La terza via, più complessa ma affascinante per gli sviluppi che potrebbe avere a lungo termine, si basa su un procedimento che consente di trasformarla in strati di roccia da far depositare nel sottosuolo, ottenendo una lunga serie di possibili benefici ambientali.

Il riciclaggio della CO2

La tecnologia per solidificare la CO2 è relativamente recente e ha tra le principali protagoniste la startup svizzera Climeworks, che ha messo a punto il procedimento in questione e che dal 2013 si avvale del sostegno di Audi impegnata nella ricerca di soluzioni che contribuiscano a ridurre la sua impronta complessiva di carbonio.

La prima fase di questo progetto si è concentrata sul recupero della CO2 e sul suo riutilizzo nell'industria alimentare o farmaceutica, due tra gli utilizzi più comuni, ed è servita soprattutto per mettere a punto la tecnica di recupero, che avviene aspirando l'aria con grandi ventilatori e convogliandola in uno speciale filtro adsorbente, capace cioè di trattenere sostanze gassose. Audi e Climawork hanno costruito un primo impianto in Svizzera tuttora operativo.

L'anidride carbonica può essere cristallizzata e solidificarsi nel sottosuolo

L'energia la fornisce la terra

Per la seconda fase, concretizzata nel 2020, è invece stata scelta l'Islanda, un luogo in cui si concentrano grandi forze naturali che offrono energia sostenibile in abbondanza: l'impianto cattura nello stesso modo la CO2, ma invece di inscatolarla e avviarla al riutilizzo, la trasferisce nel sottosuolo a formare nuovi strati rocciosi.

Per farlo, occorre lasciare che i filtri si saturino di CO2, dopodiché vanno riscaldati a 100° in modo da provocare il rilascio delle molecole di anidride carbonica che vengono trascinate nel sottosuolo dall'acqua. Qui, a contatto con le rocce basaltiche, avviene un processo di cristallizzazione che nel corso del tempo solidifica l'anidride carbonica trasformandola in nuovi strati di roccia.

L'anidride carbonica può essere cristallizzata e solidificarsi nel sottosuolo

Come intuibile, il processo richiede tempo ed energia, e qui sta la scelta dell'Islanda, che oltre a condizioni ambientali favorevoli offre le risorse rinnovabili adeguate: l'impianto è infatti costruito accanto a una centrale geotermica che fornisce sia il calore necessario a solidificare l'anidride carbonica, sia l'energia elettrica per far funzionare i ventilatori, sia il movimento dell'acqua che, una volta portato in superficie il calore, viene inviata nel sottosuolo fino a 2.000 metri di profondità per riavviare il ciclo.

L'anidride carbonica può essere cristallizzata e solidificarsi nel sottosuolo

Pulire l'aria e irrobustire la terra

I vantaggi di questo procedimento sono molteplici: oltre a filtrare l'aria, infatti, l'impianto islandese in funzione 24 ore su 24 toglie dall'atmosfera circa 4.000 tonnellate di CO2 in un anno, più o meno quanta ne potrebbero smaltire circa 80.000 alberi, e contribuisce al bilancio di Audi che, per la sua partecipazione al progetto, ottiene la compensazione di circa 1.000 tonnellate di emissioni sempre su base annua.

La possibilità di creare roccia dalla CO2 sottratta all'atmosfera offre, inoltre, interessanti opportunità per consolidare in modo naturale il sottosuolo, per esempio andando a "riempire" i vuoti lasciati da trivellazioni ed estrazione di gas e petrolio, oppure rafforzando faglie instabili in zone soggette a terremoti, un po' come si fa quando si utilizza la resina per sigillare le crepe nei cristalli o nei pannelli plastici.

Fotogallery: La CO2 convertita in roccia: il progetto di Audi e Climawork