Gamma, Lancia Gamma. Alla fine degli anni Sessanta, quando il marchio Lancia viene acquisito da Fiat - e dunque molto prima dei grandi successi nel mondo dei rally che tornano a far risplendere lo stemma della casa di Torino a livello globale - il brand di Chivasso comincia a perdere quel ruolo da protagonista che fino a quel momento ricopre nel segmento delle vetture di lusso.
L’ultima serie della Appia, ma anche la Flavia e la Fulvia, non rendono giustizia a un costruttore che in passato aveva realizzato alcune tra le auto più eleganti, raffinate e ricercate al mondo. E' quindi il momento per Lancia di tornare a ricoprire un ruolo da protagonista in un segmento che da sempre le è appartenuto.
Sotto la spinta della nuova proprietà, i tecnici di Chivasso danno vita alla Gamma: un modello stilisticamente all’avanguardia, ma che per via del suo lungo processo di progettazione non riuscirà mai a intercettare i gusti della clientela, terminando la propria carriera dopo appena due serie. Eppure, adesso, sta per tornare. Ma andiamo con ordine.
Gli esordi
Tutto comincia nel 1972: secondo l’accordo PAR.DE.VI tra Fiat e Citroen, i due marchi devono lavorare insieme allo sviluppo di una gamma complementare di modelli marchiati Autobianchi, Citroen, Fiat e Lancia. Per il segmento delle berline di alta gamma viene avviato uno studio condiviso che dovrebbe portare alla nascita, appunto, della Lancia Gamma e della Citroen CX. Tuttavia, ben presto i rapporti con il marchio francese si incrinarono e la partnership viene bloccata.
A questo punto, la Gamma rimane in un certo senso “orfana”, finendo nelle mani dei soli tecnici Lancia. Questi si trovano costretti a rimettere mano all’intero progetto, a cominciare dal propulsore.

Vista laterale della Lancia Gamma
A tal proposito, passano al vaglio molte ipotesi tra le quali un’evoluzione del V6 della Flaminia o l’utilizzo dei motori della Dino. Alla fine si opta invece per una rivisitazione del quattro cilindri boxer della Flavia. Due le unità disponibili: un 2 litri da 120 CV e un 2.5 da 140 CV. Anche l’assetto viene profondamente rivisto, abbandonando l’idea delle sospensioni idropneumatiche di Citroen e puntando su uno schema McPherson sia all’anteriore sia al posteriore.
Design all’avanguardia
Dello stile della nuova Lancia Gamma si occupa Pininfarina che, traendo ispirazione dal passato del marchio ma anche e soprattutto da alcune Ferrari sulle quali l’atelier torinese ha già lavorato, traccia le linee di un’ammiraglia dal design avveniristico. L’andamento discendente del tetto e la coda tronca sono elementi che troviamo oggi su molte berline che strizzano l’occhio al mondo delle coupé, ma appaiono del tutto fuori dagli schemi nel 1975, quando al Salone di Ginevra del 1976 la Gamma fa finalmente il suo esordio.
Gli interni colpiscono invece per la qualità dei materiali scelti, mentre convincono meno gli abbinamenti cromatici dei rivestimenti e il design di alcune componenti della plancia che, a 4 anni dall’inizio della fase di sviluppo della vettura, già accusano l’età.

La Lancia Gamma debutta al Salone di Ginevra del 1976
In Lancia tentano così di correre ai ripari nel 1980, presentando la seconda serie del modello, che apporta alcune piccole modifiche a livello estetico e introduce l’iniezione elettronica Bosch L-Jetronic per il motore 2.5 allo scopo di migliorarne l’affidabilità.
Fine ingloriosa
A ben poco, tuttavia, valgono gli sforzi degli uomini Lancia. Le vendite, infatti, continuano a essere estremamente modeste e così, nel 1981, la produzione del modello viene drasticamente ridimensionata.
Di fatto, da quel momento la Gamma viene prodotta soltanto su ordinazione o quasi. Questa ”agonia” termina nel 1984, quando anche la seconda serie viene ufficialmente ritirata dal mercato dopo appena 22.061 esemplari costruiti.
Coupé controcorrente
Se negli annali della storia automobilistica quello della Gamma rappresenta un capitolo poco felice, lo stesso non si può dire per la sua variante Coupé. Forte di una linea più filante e aggraziata rispetto alla sorella a cinque porte, la Coupé poteva contare su un design più ricercato ed elegante. Anche le doti dinamiche erano superiori. Il merito era soprattutto del passo più corto (oltre 11 centimetri in meno), che rendeva il modello più preciso e reattivo tra le curve.

Tra prima e seconda serie, la Gamma Coupé viene prodotta in 6.789 esemplari: un numero molto alto se si considera la clientela più di nicchia di questa variante di carrozzeria rispetto alla berlina.
Oggi inevitabilmente la Coupé è anche quella che riscuote il maggiore apprezzamento tra i collezionisti: se una berlina ha quotazioni medie che si aggirano sui 6.000 euro, quelle delle Coupé a parità di serie e motorizzazione sono superiori di 3-4.000 euro, e per gli esemplari migliori e più ben conservati possono arrivare a toccare i 15.000 euro.
Il ritorno della Gamma
Durante la conferenza di presentazione del futuro di Lancia, che si è tenuta a Milano sabato 15 aprile, il CEO della casa, Luca Napolitano, ha annunciato che entro il 2025 arriverà in "gamma" una nuova generazione di Gamma.
La nuova berlina, come spiegato poi da Ned Curic, Cto (Chief technological officer) di Stellantis, verrà prodotta sulla piattaforma STLA Medium, la stessa che darà vita anche ad altri prodotti negli anni successivi (come la Delta del 2028). Si tratta di una base tecnica in grado di assicurare un'autonomia a zero emissioni fino a oltre 700 km, con tempi di ricarica ridotti.