L’avete già riconosciuta dalla foto di copertina? No, non è una Daewoo Matiz. O meglio, quella che vedete è l’antenata della fortunata ultracompatta giapponese. Si chiama “Lucciola” ed è stata disegnata da Italdesign nei primi anni ’90 e avrebbe potuto diventare tutt’altro che una Matiz.
Già, perché questo progetto è stato proposto inizialmente a Fiat per dare vita alla sostituta della 500, col marchio italiano che risponde “no, grazie” e cambia così il destino del concept.
L’ibrida prima delle ibride
Esposta per la prima volta nel 1993 al Motorshow di Bologna, l’Italdesign s’ispira al concept ID Cinquecento, ma ha uno stile diverso in numerosi dettagli. Le luci anteriori sono più tondeggianti, il fascione anteriore è ridisegnato, mentre la linea complessiva è molto più “sbarazzina”. Lo si può capire da soluzioni come il tetto apribile in tela, dagli interni bicolore e dagli sgargianti cerchi in lega gialli.

Italdesign Lucciola Concept (1993)
Ma la vera chicca della Lucciola è il powertrain assolutamente avveniristico per l’epoca. A spingere la creatura di Italdesign è un motore bicilindrico diesel da 490 cc e 7,5 CV abbinato a due unità elettriche montate sulle ruote posteriori, ognuna con una potenza di 9,5 CV.

Gli interni della Italdesign Lucciola
Naturalmente, con questi valori è impossibile pretendere prestazioni sportive, con la Lucciola che può raggiungere i 100 km/h di velocità massima. In ogni caso, il prototipo dà il meglio di sé in città, dove può percorrere fino a 50 km in modalità elettrica o viaggiare per 8 ore di fila grazie alla sua architettura ibrida.
Dopo il rifiuto di Fiat, è Daewoo a mettere le mani sul progetto trasformando la Lucciola nella Matiz commercializzata tra il 1998 e il 2007 con dei più tradizionali motori a benzina.