Primavera-estate 2013: una delle novità stagionali è la Z4 restyling, che in gergo "BMW-ista" viene definita LCI, ovvero Life Cicle Impulse. Tradotto: si tratta di una vera e propria sferzata che giunge a metà vita produttiva del modello e destinata a rinvigorirne le vendite. A proposito di vendite, la scoperta bavarese è stata consegnata a 4.000 clienti italiani dal 2009, anno del debutto: numeri che BMW Italia ritiene soddisfacenti in relazione alla sfortunata congiuntura economica e al fatto che le motorizzazioni siano solo a benzina (a differenza per esempio dell'Audi TT e della Mercedes SLK, disponibili anche con motori a gasolio).

TRUCCO LEGGERO

Trova le differenze: distinguere la vecchia Z4 dalla nuova è un "gioco" da intenditori del Marchio. Anzi, del modello, visto che esteticamente gli aggiornamenti sono minimi e si limitano alle nuove tinte di carrozzeria: Mineralgrau metallizzato, Glaciersilber metallizzato e Valencia Orange metallizzato, disponibili solo con il pacchetto Design Pure Traction, che dà una bella iniezione di vivacità agli interni della roadster. Nello specifico, l'ambiente si caratterizza per il contrasto tra il nero dei sedili in pelle e l'arancione Valencia delle cuciture, dei pannelli delle porte realizzati in Alcantara e della porzione inferiore della plancia. Interventi leggerissimi, dunque, di cui in BMW vanno fieri: non a torto, sostengono che scontentare i proprietari dei modelli pre-restyling intervenendo pesantemente sull'estetica crei disaffezione al Marchio.

4 CILINDRI EURO 6 DI SERIE

La novità più importante è dunque racchiusa sotto il lungo cofano motore e si chiama omologazione Euro 6 - obbligatoria dal 2014 - per tutti i propulsori a 4 cilindri. Novità nella novità, l'ingresso al mondo Z4 è ora rappresentato dalla sDrive 18i. 2 litri di cilindrata, immancabili sovralimentazione TwinPower Turbo e iniezione diretta, per una potenza di 156 CV a 5.000 giri. La coppia è invece pari a 240 Nm, erogati fra 1.250 e 4.400 giri. Le prestazioni? Lo scatto da 0 a 100 km/h è completato in 7.9 secondi (8,1 con il cambio automatico a 8 rapporti), mentre il tachimetro si ferma a 221 km/h (220 km/h). Il consumo medio è di 6,8 l/100 km e la CO2 emessa si attesta su 159 g/km sia con il cambio manuale sia con l'automatico.

UN MOTORE INESAURIBILE

Detto della sDrive18i, per la prova in anteprima del restyling della roadster i tedeschi ci hanno messo a disposizione solo la top di gamma: la sDrive35is. Ad animarla, un cattivissimo 3.000, 6 cilindri in linea TwinPower Turbo, che eroga 340 CV e 450 Nm (+50 in overboost) di coppia. Cattivissimo, dicevamo, ma solo su richiesta. Usato con un filo di gas è capace di una mansuetudine che nemmeno un V8 aspirato. Pieno fin da 1.000 giri, non conosce il concetto di vibrazione e riprende senza incertezze con qualsiasi rapporto. Ma dategli del gas e lui reagisce ruggendo. Il sound si fa più cupo fino a 4.000 giri, per poi esplodere metallico fino alla soglia del limitatore (posizionato oltre quota 7.000), accompagnando il tutto con un'accelerazione da togliere il fiato.

MORBIDA E VELLUTATA O DURA E CATTIVA

La doppia personalità non è prerogativa del motore. Grazie infatti al Driving Experience Control (di serie su tutte le versioni) e all'assetto sportivo adattivo M (standard sulla sDrive35is, optional a 1.270 euro sulle altre), la due posti bavarese può essere la più morbida e confortevole delle roadster per lo "struscio", ben protetta aerodinamicamente quando si viaggia a tetto aperto, oppure una delle più prestazionali e agili sportive in circolazione. In Comfort, le sospensioni digeriscono quasi tutte le asperità - nei limiti dei pneumatici 225/35-19 anteriori e 255/30-19 montati sull'esemplare del test drive - mentre il cambio innesta il rapporto successivo addirittura prima dei 2.000 giri, tanta è la coppia a disposizione. Ma premete due volte la "freccina" verso l'alto del Driving Experience Control e la Z4 si trasforma: in Sport Plus si fa piatta sulle quattro ruote e più dura di sterzo, mette in comunicazione più diretta con l'asfalto, mentre l'ESP allenta le sue briglie (i più esperti lo possono escludere del tutto), lasciando il sottile piacere del sovrasterzo controllato al compiaciuto guidatore. Non solo: il cambio a doppia frizione snocciola in rapidissima successione i 7 rapporti sia in modalità automatica sia in manuale sequenziale. Peccato solo che il feeling non sia pari alle prestazioni: si va fortissimo, ma all'approssimarsi del limite il rapporto con la vettura e con quanto sta accadendo sotto le sue ruote non è mai cristallino, a causa soprattutto di uno sterzo un po' artificiale. Questione di dettagli, per carità, ma da una BMW, a maggior ragione così sportiva, si pretende il massimo.

DA 36.950 A 61.280 EURO

Una roadster con la razionalità ha poco o nulla a che fare. L'acquisto è dettato esclusivamente dalla passione e dalle possibilità economiche, che, nel caso della Z4, devono essere più che discrete: la versione base costa quasi 37.000 euro, destinati ad avvicinarsi in un attimo ai 40.000, se solo ci si lascia minimamente tentare dal listino degli optional. Cifre in ogni caso allineate a quelle delle concorrenti dirette Audi TT e Mercedes SLK.

Fotogallery: BMW Z4 restyling: le novità più importanti sono sotto il cofano