Si fa presto a dire auto ibrida. Ma come funzionano le auto con doppio motore? Quali sono le loro peculiarità? Quali i loro punti di forza e quali invece le debolezze? In questo video, con l’aiuto della Kia Niro, il crossover nato ibrido della Casa coreana, mettiamo sotto la lente di ingrandimento la meccanica, il comportamento su strada e lo stile di guida da adottare.
L’unione fa la forza
Prima di tutto proviamo a dare una definizione da vocabolario: l’auto ibrida è mossa da 2 motori, uno endotermico (benzina o diesel) e uno elettrico alimentato da un pacco batterie. Batterie che nel caso della Kia Niro sono agli ioni di litio da 1,56 kWh, ma possono avere chimiche e potenze differenti. Così ci si può muovere o spinti unicamente dal motore elettrico, oppure da entrambi o dal solo propulsore a scoppio che, sempre sul crossover coreano, è a ciclo Atkinson. Si tratta di un normale motore 4 tempi (aspirazione, compressione, espansione e scarico) con differente gestione di apertura e chiusura delle valvole. In questo modo si ottimizza la miscela aria-benzina, ottenendo una maggiore efficienza termica. Di contro, a parità di cilindrata, un motore Atkinson ha una potenza inferiore rispetto a uno a ciclo otto. Ad esempio quello della Niro produce 105 CV che, uniti ai 43 del motore elettrico, danno 141 CV totali accompagnati da 265 Nm di coppia.
Evoluzione della specie
Tanti cambiamenti sotto al cofano (e anche sotto piano di carico o divanetto posteriore) dove solitamente sono sistemate le batterie, che chiedono al guidatore di evolvere il proprio stile di guida. Per sfruttare al meglio la motorizzazione ibrida infatti bisogna essere sempre molto dolci sia in accelerazione sia in frenata. Per non far entrare in funzione il motore endotermico infatti bisogna premere dolcemente il pedale dell’acceleratore: così facendo si viaggia spinti unicamente dal propulsore elettrico, ma solo per un paio di chilometri, superando anche le classiche velocità cittadine. Stesso discorso per la frenata: bisogna imparare a lasciar scorrere l’auto e sfruttare la cosiddetta frenata rigenerativa che permette di ricaricare le batterie. Semplici trucchi che permettono di consumare il meno possibile. Quando poi il tachimetro sale di quota subentra il motore endotermico che prima affianca l’elettrico e poi lo sostituisce completamente.
Pregi e difetti
Le motorizzazioni ibride danno il loro meglio in città, dove si possono sfruttare il più possibile il propulsore elettrico e la ricarica tramite la frenata. Molte amministrazioni poi permettono di parcheggiare gratis all’interno delle strisce blu e di entrare nelle ZTL (come ad esempio l’Area C di Milano) senza pagare. Se poi avete paura che una maggiore complessità meccanica implichi costi di manutenzione maggiori state pure tranquilli: il motore elettrico infatti non è soggetto alla stessa usura di uno con pistoni e cilindri e quest’ultimo, proprio grazie alla presenza dell’elettrico, viene sottoposto a minori sforzi. Il risultato è quello di avere intervalli e costi dei tagliandi allineati a quelli delle auto normali. C’è invece la questione prezzo di listino, spesso più alto ma ammortizzato dai consumi minori.