Solitamente da un restyling di un’auto ci si aspettano ritocchi allo stile interno, una spolverata di tecnologia per infotainment e sicurezza e motori con qualche miglioria in termini di consumi e prestazioni. Insomma, pochi ma buoni accorgimenti che non stravolgano l’anima dell’auto. Poi c’è la Land Rover Discovery Sport, il SUV inglese che approfitta del canonico restyling di metà carriera per rivoluzionarsi davvero, così tanto da chiedersi come mai in quel di Coventry non abbiano utilizzato il ben più appropriato termine “brand new”. Ma abbandono immediatamente discorsi di marketing per buttarmi a raccontare quello che di nuovo c’è nel SUV inglese.

Com’è fuori

La carrozzeria è la parte forse meno toccata dal restyling tanto che, fermandosi a un primo sguardo, si potrebbe pensare che in Land Rover si siano limitati a svolgere il classico compitino. Luci (naturalmente LED) ridisegnate sia all’anteriore sia al posteriore, mascherina anche lei con un disegno rinnovato e poco altro.

In sostanza la rinnovata Discovery Sport ha un look conservativo, che mantiene anche angoli caratteristici da fuoristrada: 25 attacco, 22 dosso e 30 uscita. Come dire: se la userete in città non dovrete temere alcun tipo di marciapiede, mentre in fuoristrada difficilmente verrete spaventati da salite troppo ripide o discese ardite.

Com’è dentro

Ed ecco che, aprendo la portiera, ci si trova davanti al primo indizio che rivela come in Land Rover abbiano fatto le cose in grande: poker di monitor (pokerissimo se si conta anche l’head up display) con strumentazione 100% digitale, Touch Pro Duo con 2 touch da 10” e specchietto digitale che, grazie alla telecamera da 50° sistemata sulla pinna dell’antenna, offre una visuale in hd di tutto ciò che sta dietro all’auto. Proprio come sulla nuova Range Rover Evoque.

Effetto wow garantito e tante informazioni a disposizione, con compatibilità di Android Auto ed Apple CarPlay, modulo Wi-Fi 4G per connettere fino a 8 device, 6 prese USB e possibilità di ricaricare il proprio smartphone senza fili. La pecca è che ogni tanto si riscontrando alcuni impuntamenti nel sistema di infotainment, con qualche lentezza specialmente ad auto appena accesa.

2020 Land Rover Discovery Sport

Una pacifica invasione di tecnologia che riguarda anche i sistemi di assistenza alla guida, all’altezza delle concorrenti, che contano anche su chicche come il Tow Assist, per gestire manovre col rimorchio, o il Clearsight Ground View, una sorta di magia elettronica che unisce le immagini riprese dalla telecamera frontale e da quelle laterali per rendere trasparente il cofano e farci vedere quello che c’è sotto di noi.

Comfort

Credo sia stata la parola d’ordine che ha guidato gli uomini Land Rover nel dare vita alla Discovery Sport restyling. Lo si percepisce fin dai primi metri, con una taratura che (come vedremo più avanti) è decisamente morbida e un isolamento acustico ben fatto. Peccato però che le poltrone anteriori abbiano una seduta un po’ troppo che, a lungo andare, può affaticare i passeggeri più alti.

Piacere di guida

Forse per la Land Rover Discovery Sport bisognerebbe inaugurare la sezione “com’è sotto”. Perché è qui che il SUV inglese cambia così tanto da far pensare che il termine “restyling” sia decisamente riduttivo. Già perché qui c’è una piattaforma tutta nuova – la PTA (Premium Transverse Architecture) – necessaria per adottare l’altra grande novità della Discovery Sport: la gamma motori (quasi) interamente mild hybrid (e omologata come ibrida, quindi soggetta ai diversi vantaggi delle full hybrid).

2020 Land Rover Discovery Sport

L’adozione della nuova piattaforma promette anche una rigidità aumentata del 13% ma, una volta su strada, si nota come la Discovery Sport mantenga un assetto generale molto morbido. Bene quando si passa su strade dissestate o ci si immerge in percorsi offroad, meno bene quando si tratta di affrontare curve a velocità un po’ sostenute. Il rollio è abbastanza accentuato e tenuto a bada dall’elettronica. Il consiglio è quello di moderare l’andatura e godersi il paesaggio quando si è su strade più tortuose.

L’assetto morbido ripaga, come già accennato, quando si va in fuoristrada. Buche, sassi & co. non danno fastidio e l’elettronica che gestisce il Terrain Response 2 ci porta fuori da praticamente qualsiasi situazione. Quando è in mezzo a terra e sassi (o fango, neve e sabbia) la Discovery Sport sembra sbarazzarsi dello scomodo appellativo di “SUV”, che sempre più richiama aperitivi in centro e non escursioni in mezzo al nulla, dimostrando di essere una vera Land Rover. Anche quando calza gli immensi cerchi da 21”. Merito della trazione sempre capace di aggrapparsi al terreno, all’ottima luce da terra e ai vari sistemi elettronici che i puristi potrebbero snobbare, ma che alla prova dei fatti risultano aiuti più che preziosi.

2020 Land Rover Discovery Sport

Il già citato Clearsight Ground View, che permette di vedere cosa c’è sotto l’auto, l’hill descend control o il sistema che gestisce l’acceleratore in salita non ci trasformano in automatico in consumati assi del fuoristrada, ma fanno la differenza tra scampagnate tranquille e avventure che chissà come finiranno. E se pensate che difficilmente i proprietari di SUV del genere si avventureranno in ardite strade in mezzo al nulla, fa piacere sapere che l’auto che si sta guidando è in grado di gestire ben più delle semplici nevicate che ogni automobilista potrebbe incontrare sul proprio tragitto.

Quanto costa

La Discovery Sport rappresenta ormai l’entry level di Land Rover, con i suoi 39.000 euro come prezzo d’attacco, riferiti all’allestimento base mosso dal 2.0 diesel da 150 CV (non mild hybrid) abbinato alla trazione anteriore e al cambio manuale. Lo step successivo è rappresentato dal 2.0 150 CV mild hybrid accompagnato dalla trazione integrale e dal cambio automatico 9 rapporti, al prezzo di 44.200 euro.

Fotogallery: Land Rover Discovery Sport restyling