Le cosiddette Giornate mondiali hanno l’obiettivo di sensibilizzare le persone: se ce n’è una che interessa da vicino gli automobilisti, quella è la Giornata mondiale del sonno, che si celebrerà (per la decima volta) il 17 marzo 2017. Sono anche i numeri a testimoniare quanto il problema tocchi pure chi ha la patente: secondo alcuni studi, soffrono di insonnia in forma cronica almeno nove milioni di italiani (definendo cronica un’insonnia che dura da almeno tre mesi), e negli ultimi 50 anni si è registrata una riduzione media di sonno giornaliera di 1,5-2 ore. Coi problemi legati al lavoro che picchiano duro: è in aumento il numero di persone che soffrono di insonnia; oltre il 45% della popolazione soffre di insonnia acuta o transitoria. Vediamo allora cosa fare per tenere Morfeo il più possibile alla larga dall’abitacolo durante i viaggi in auto.
Cosa conoscere per proteggersi
#1. Il problema. Il nemico si chiama “sindrome delle apnee ostruttive nel sonno” (OSAS): è il più diffuso tra i disturbi respiratori nel sonno, interessando il 4-5% della popolazione generale adulta. È caratterizzata dalla comparsa durante il sonno di episodi ripetuti di ostruzione completa (apnee) o parziale (ipopnee) delle prime vie aeree associati a frammentazione del sonno. La riduzione di sonno è causa di stanchezza, deficit di concentrazione e di memoria, disturbi dell’umore: in parole povere dormi poco e male la notte; e il giorno dopo, alla guida dell’auto, sei “cotto”. Chi ne soffre ha un rischio di incidente stradale da 2 a 7 volte superiore a quello osservato nelle persone sane. Un rischio più che doppio rispetto a quello imputabile all'abuso di alcol e al consumo di tranquillanti o cannabis. Inoltre, una riduzione di sonno cronica contribuisce a obesità, diabete, ipercolesterolemia, depressione ed è tra le cause dell’infarto: si sta in macchina assonnati, e magari con diverse malattie striscianti che incidono negativamente sulla prestazione del guidatore.
#2. La patente. In teoria, la patente non dev’essere rilasciata né rinnovata a candidati o conducenti affetti da disturbi del sonno causati da apnee ostruttive notturne che determinano una grave e incoercibile sonnolenza diurna. Insomma, per chi è a rischio colpo di sonno, niente patente, almeno sulla carta. Ma siete sempre voi che dovete parlare al medico, dirgli la verità: se vi sentite stanchi magari la causa è proprio l’OSAS. In questo caso dovrete sottoporvi a esami specifici. Solo la diagnosi di OSAS di grado moderato o grave associata a sonnolenza diurna condiziona temporaneamente l’idoneità psicofisica. I medici preposti al rilascio della patente potrebbero anche optare per una patente con forti limitazioni, purché il problema sia lieve: in particolare, una guida solo diurna o solo in città. La commissione medica locale può stabilire la validità della patente per chi soffre di OSAS con rinnovo ogni 3 anni.
#3. Prevenzione. Secondo la National Sleep Foundation bisogna addormentarsi entro 30 minuti da quando si è andati a letto e si deve dormire almeno l’85% del tempo di permanenza nel letto. Altrimenti, ci si predispone male al riposo notturno e il giorno dopo si è inevitabilmente stanchi, anche alla guida di un’auto. Evitate i sonnellini diurni, specie se già si soffre di problemi ad addormentarsi di notte: sono controproducenti perché riducono la necessità di sonno la sera. E se, nonostante tutte le precauzioni, sentite che sta per assalirvi il sonno, dovete assolutamente fermarvi quanto prima nella massima sicurezza: una turbo-siesta in una stazione di servizio, in viaggio, è perfetta. Basta un quarto d’ora di sonno per salvare la vita altrui e la vostra, evitando incidenti mortali o gravi. Saranno invece i medici a stabilire la cura. Potete anche capire quel è la causa del problema con una prova specifica: la polisonnografia. Si effettua con un apparecchio che consente di rilevare le apnee e le ipopnee, mostrando le alterazioni del ritmo cardiaco, riconoscendo la fase del sonno in cui gli eventi si verificano.
Bufale pericolose
State invece alla larga dai cosiddetti trucchi anti-sonno: acqua in faccia, volume dell’autoradio al massimo, aria sul volto. In realtà, il sonno poi torna molto più forte di prima. Massima cautela anche col caffè: chi esagera con le tazzine potrebbe poi fare i conti con tachicardia, sudorazione eccessiva, iper-eccitazione. Insomma, la sicurezza stradale e la salute vengono messe a repentaglio.