Il fumo nuoce gravemente alla salute: non ve lo dobbiamo dire noi, visto che già lo sapete e che i fumatori (tramite una specifica dicitura sui pacchetti comprati in tabaccheria) vengono avvisati dei guai cui vanno incontro. A ricordarlo è stata anche la Giornata mondiale senza tabacco, il 31 maggio 2017: combattere il fumo attivo (chi ha in bocca la sigaretta) e passivo (chi respira il fumo degli altri) è il primo passo della prevenzione, "unica arma infallibile contro le malattie croniche", ha detto per l'occasione il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Cosa c'entra l'auto? Semplice: se si fuma nell'abitacolo, questo diventa una "camera a gas", con conseguenze potenzialmente mortali sia per i fumatori attivi (in questo caso c'è una sorta di suicidio) sia per quelli passivi, specie se soggetti deboli (una specie di omicidio). Infatti, dal 18 gennaio 2016, esiste il divieto di fumare in auto: riguarda il conducente di vetture e i passeggeri, in presenza di minorenni e di donne in stato di gravidanza.
Tre fra i mille mali del fumo
#1. Danni immediati. Fra gli innumerevoli guai causati dal fumo di sigaretta, c'è l'ipossiemia: la scarsa ossigenazione del sangue. Infatti, col fumo, scatta il "furto" del monossido di carbonio (CO) che si lega drammaticamente alla emoglobina-trasportatore. Così, ogni sigaretta fumata riduce del 2% la concentrazione ossiemoglobinica. Senza abbastanza ossigeno al cervello, la performance del guidatore cala, è un po' come se il driver invecchiasse d'un colpo. Chi fuma guidando ha i riflessi compromessi del 20%: si stima che 42 incidenti su 100 siano dovuti a riduzione dell'apporto di ossigeno (con contemporaneo incremento di monossido di carbonio causato anche dal fumo). In parallelo, specie per i soggetti asmatici o broncopatici con ostruzione bronchiale, si ha una condizione ipercapnica: l'aumento della tensione parziale dell'anidride carbonica (CO2) nel sangue arterioso, che deprime i centri respiratori, causa sonnolenza ma soprattutto riduce lo stimolo ventilatorio. Insomma, si respira poco e male. Non ultimo, il fumo in auto determina alterazioni della sensorialità: precoce esaltazione, per aumento della serotonina; dopo pochi minuti, l'attenzione e la capacità di concentrazione del guidatore crollano.
#2. Alla lunga. Per il fumatore attivo e passivo, le 4.000 sostanze sprigionate dalla sigaretta (fra cui il celebre polonio, veleno tremendo) porta guai a polmoni e fegato, con patologie di vario genere, inclusi i tumori. Le cose peggiorano in un abitacolo di un'auto, tanto più a finestrini chiusi. Il fumo di sigaretta è un fattore di rischio importantissimo nello sviluppo sia dell'aterosclerosi sia, per gli uomini, della disfunzione erettile del pene, con danni alla prostata e infertilità. Ma gli organi colpiti dal fumo di tabacco sono molteplici: l'apparato broncopolmonare e quello cardiovascolare sono i più bersagliati. In USA, il Center for Disease Control and Prevention (CDC) ha identificato 27 malattie fumo-correlate. L'assunzione costante e prolungata di tabacco è in grado di incidere sulla durata della vita media oltre che sulla qualità della stessa: 20 sigarette al giorno riducono di circa 4,6 anni la vita media di un giovane che inizia a fumare a 25 anni. Quindi, per ogni settimana di fumo si perde un giorno di vita. Si stima che di 1.000 maschi adulti che fumano uno morirà di morte violenta, sei per incidente stradale, 250 saranno uccisi dal tabacco per patologie a questo correlate.
#3. Cuore. Il fumo è la causa principale di infarto e di malattie coronariche in uomini e donne e si associa al 30% delle morti causate da malattie coronariche, a un aumentato rischio di morte improvvisa per aumento della aggregazione piastrinica. Tanto più in ambienti piccoli e chiusi come l'auto. Due le possibilità: l'infarto miocardico si verifica quando l'irrorazione sanguigna del muscolo cardiaco diminuisce o viene a mancare in seguito all'occlusione di una o più arterie coronariche; la cardiopatia ischemica invece si verifica con maggiore lentezza, causata dal monossido di carbonio e dalla nicotina (una delle malattie più frequenti nei Paesi progrediti, coi fumatori che corrono un rischio di ammalarsi doppio di quello dei non fumatori).
Relazione tra fumo e demenza
Secondo il ministero della Salute, il tabagismo, con l'andare del tempo, aumenta il rischio di problemi mentali. Stando a un gruppo di ricercatori dell'Università di Londra, il vizio del fumo, se protratto, aumenta notevolmente il rischio di un declino mentale. I fumatori sono maggiormente soggetti a un danneggiamento dei vasi sanguigni, compresi quelli cerebrali. Il fumo, una volta introdotto, causa un restringimento e un indurimento delle arterie, compromettendo l'apporto di ossigeno al cervello e deteriorando anche le funzioni cerebrali.
[In collaborazione con Aldo Ferrara, professore di malattie respiratorie dell'Università di Siena, Executive Manager dell'Associazione European Automotive Medicine (ERGAM); autore di "Fisiologia clinica alla guida" (Piccin Ed. 2015)]