Pur non sapendo quanti sono gli incidenti causati dall’alcol in Italia (mancano le statistiche Istat), il legislatore ha imposto regole rigide nel 1993 per arginare il fenomeno della guida in stato d’ebbrezza. Si tratta però di norme complesse, poi rese ancora più complicate dai successivi numerosi decreti di modifica. Il risultato è che la Cassazione è stata più volte costretta a fare chiarezza, come avvenuto di recente. Alla luce della decisione degli ermellini, ecco i punti chiave della questione, coi rischi per portafogli, patente e fedina penale.

Ogni fascia la sua sanzione

#1. Prima fascia. In generale, il limite è di mezzo grammo di alcol per litro di sangue (per i neopatentati c’è invece la tolleranza zero). Per un tasso alcolemico superiore a 0,5 e non superiore a 0,8 grammi per litro di sangue, la sanzione amministrativa è di 532 euro, con in più la sospensione della patente da 3 a 6 mesi. E taglio di 10 punti della patente.

#2. Seconda fascia. Per un tasso alcolemico superiore a 0,8 e non superiore a 1,5 grammi per litro, ammenda di 800 euro, arresto fino a 6 mesi, sospensione della patente di guida da 6 mesi a un anno. E taglio di 10 punti della patente.

#3. Terza fascia. Oltre 1,5 grammi di alcol per litro di sangue: 1.500 euro, arresto da 6 mesi a un anno, sospensione della patente di guida da uno a 2 anni. E taglio di 10 punti della patente. Con la sentenza di condanna, ovvero di applicazione della pena su richiesta delle parti, anche se è stata applicata la sospensione condizionale della pena, è sempre disposta la confisca del veicolo. Se questo appartiene a persona estranea al reato, la durata della sospensione della patente è raddoppiata. La Cassazione, con sentenza numero 39305/2018 della quarta sezione penale, depositata il 30 agosto, lo ha confermato: per i furbetti che prendono l’auto in prestito, lo stop alla patente è del doppio del tempo normale. La ragione della scelta per il raddoppio risiede “nella necessità di prevenire e reprimere la prassi del ricorso a mezzi intestati ad altri per circolare avendo abusato di alcol”, dice la Cassazione. Oppure di “abusare di alcol con minori remore perché alla guida di veicoli intestati a terzi”.

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Occhio alla rivalsa

Se si provoca un incidente sotto l’effetto di alcol, l’assicurazione rimborsa tutti i danni a chi ha subìto il sinistro: dopodiché, esige dalla persona ubriaca una parte di quello che ha pagato o la somma per intero. È la rivalsa assicurativa: in caso di lesioni gravi, l’indennizzo lievita a milioni di euro. Ci sono comunque assicurazioni che, con un sovrapprezzo di una cinquantina di euro sulle Rca normali, cancellano la rivalsa dal contratto.