I miti sono fatti per durare in eterno ed essere tramandati di generazione in generazione, ma il 10 luglio 2019, purtroppo, c’è stata un’eccezione a questa regola: è terminata la produzione del Maggiolino di Volkswagen, quello che abbiamo imparato a conoscere anche come Beetle o Käfer.

L’uscita di scena dell’auto simbolo della Volkswagen, e una delle auto più amate e prodotte di sempre, era nell’aria già da tempo per via dei suoi numeri di vendita sempre più bassi.

Ottant'anni di storia

Questa brutta notizia è una di quelle che non possono lasciare indifferenti neanche chi di auto mastica poco. Un modello che ha attraversato più di ottant’anni di storia, partendo dall’oscurità del Terzo Reich, passando per gli spensierati anni dei figli dei fiori, facendo tappa agli albori del terzo millennio ed arrivando fino ad oggi.

Volkswagen Maggiolino, 81 anni di storia per immagini

Ci sono stati negli anni radicali cambiamenti sottopelle, ma il Maggiolino è rimasto fedele a sé stesso nelle linee della carrozzeria. Ripercorriamo quindi gli episodi di questa incredibile storia che ha rivoluzionato il mondo dell’automobile.

Ferdinand Porsche è il padre

Tutto ebbe inizio quando Ferdinand Porsche, un brillante ingegnere austriaco e con un passato in Daimler, stava cercando un partner industriale con cui poter concretizzare il suo sogno: un’auto piccola, comoda, di semplice costruzione e manutenzione, dai bassi consumi e soprattutto dal prezzo molto basso. Casualmente anche Adolf Hitler, nel 1934, promette che avrebbe dato al popolo tedesco un’auto con simili caratteristiche.

Volkswagen Maggiolino, 81 anni di storia per immagini

Quando i due si incontrano vennero poste le basi di quella che diventerà la Volkswagen, l’Auto del Popolo. Porsche fu incaricato del progetto e realizzò una vettura dalle forme rotonde, con un motore a quattro cilindri contrapposti raffreddato ad aria. Per il progetto prese ispirazione da un prototipo della cecoslovacca Tatra, quasi uguale per aspetto e tecnica, opera dell’altrettanto celebre suo collega Hans Ledwinka. Per questa cosa la Volkswagen fu costretta nel dopoguerra a pagare un enorme risarcimento danni alla casa cecoslovacca.

Per lei nasce la fabbrica di Wolfsburg

Per la sua produzione venne costruita una nuova fabbrica, gestita direttamente dal regime nazista, espropriando i terreni di una nobile famiglia prussiana, proprietaria del vicino castello di Wolfsburg. La KdF-Wagen, acronimo di "auto della forza attraverso la gioia”, o Typ 1 viene presentata nel 1938 nelle configurazioni berlina e cabriolet, ma la Seconda Guerra Mondiale incombe e non c'è sufficiente tempo per vedere i primi risultati commerciali.

Volkswagen Maggiolino, 81 anni di storia per immagini

Durante la guerra il Käfer viene impiegato al fronte insieme a due inediti modelli militari basati sulla KdF, il Kubelwagen e lo Schwimmwagen, che ne condividono la meccanica.

Volkswagen Maggiolino, 81 anni di storia per immagini
Volkswagen Maggiolino, 81 anni di storia per immagini

Il dopoguerra

Al termine del conflitto la fabbrica di Wolfsburg si ritrova quasi del tutto distrutta dai bombardamenti. Alcuni colossi dell’auto inglesi e americani si rifiutano di rilevare l’azienda tedesca, convinti che quello del Maggiolino sia un progetto tecnicamente datato e superato, ma Ivan Hirst, il maggiore inglese che la prese temporaneamente in gestione, non si perse d’animo e riuscì a ricostruire gli impianti e a far ripartire la produzione. I primi nuovi clienti del Käfer sono i soldati inglesi e americani di stanza nella zona. L’attività passa poi in gestione a Heinz Nordhoff, un ex manager Opel, grazie al quale il Maggiolino riesce finalmente ad esprimere tutto il suo potenziale come auto di massa.

Volkswagen Maggiolino, 81 anni di storia per immagini

Tra la fine degli anni quaranta e l’inizio degli anni cinquanta, senza mutazioni dal progetto di Porsche, le vendite salgono vertiginosamente, con una rapidità sconosciuta ad altri modelli, conquistando dei risultati di vendita che lasceranno il segno nella storia. Ben presto al Beetle si apromo le porte dei mercati di tutto il mondo e comincia ad essere prodotta anche fuori dalla Germania, soprattutto in Brasile e in Messico. Si narra che Ferdinand Porsche, dopo essere stato scarcerato dagli Alleati e rientrato in patria, si sia commosso nel vedere come la sua creatura conquistare le strade del suo Paese.

Diva del cinema

Grazie alla sua semplicità, alle sue doti stradali e alla sua simpatia il Maggiolino divenne anche un fenomeno di costume: protagonista di vari film, a partire da Un Maggiolino Tutto Matto della Disney, simbolo della generazione degli Hippie e compagna di avventure anche del personaggio dei fumetti Dylan Dog.

Volkswagen Maggiolino, 81 anni di storia per immagini

Nel 1968 il primo restyling di carrozzeria, il Maggiolone. L’auto assume un aspetto meno filante ma rimanendo sempre se stessa. Seguiranno alcune serie speciali, come la Jeans, e l’introduzione della versione con cambio automatico. Negli anni settanta il Maggiolino comincia a sentire il peso degli anni e a subire un calo nelle vendite. La sua distribuzione in Europa e Nord America cessa alla fine di quel decennio ma continua, con alcune migliorie, la sua produzione in Messico e la sua presenza in Sud America.
La lunga carriera di questo modello termina nel 2003, dopo 21,5 milioni di esemplari prodotti, ma a Wolfsburg sono pronti a darle una degna erede.

Volkswagen Maggiolino, 81 anni di storia per immagini
Modello Lunghezza Larghezza Altezza Peso Potenza
Typ 1 (1938-2003) 4.070/4.140 mm 1.540/1.585 mm 1.500 mm 730/930 kg 24/54 CV
New Beetle (1997-2011) 4.129/4.148 mm 1.721 mm 1.498 mm 1.182/1.292 kg 75/225 CV
Maggiolino (2011-2019) 4.278/4.288 mm 1.808/1.825 mm 1.473/1.502 mm 1.274/1.505 kg 105/220 CV

L'idea del ritorno

Come spesso accade per i film di successo anche il Beetle, in nome della nostalgia, viene sottoposto ad un’operazione revival. La casa tedesca lo fa con un modello totalmente nuovo ma il cui design è chiaramente una reinterpretazione moderna di quello originale. L’idea parte da due designer del centro stile Volkswagen in California. J Mays e Freeman Thomas realizzano i primi disegni in gran segreto e solo più tardi espongono la loro idea ai superiori.

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In quel periodo il gruppo tedesco, a differenza dell’Europa, fa molta fatica a vendere auto in America e ha quindi bisogno di un modello per riconquistare l’appeal che si era guadagnata anni addietro. Nel 1994 viene presentata al NAIAS la Concept One, un prototipo che mostra già le linee quasi definitive di quella che sarà la New Beetle. Subito il pubblico si entusiasma e così, nel 1997, fa il suo debutto il Maggiolino per gli anni 2000, la New Beetle.

New Beetle

Costruita nello storico stabilimento messicano di Puebla e basata sul pianale della Golf, la New Beetle è una “tutto avanti” raffreddata ad acqua, dotata dei più moderni dispositivi di sicurezza per l’epoca, arricchita dalla stessa simpatia del modello di cui raccoglie l’eredità. Il successo, soprattutto fra i giovani americani, è immediato e risolleva l’immagine del marchio su quel mercato.

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In Europa invece l’auto fa fatica a trovare consensi, soprattutto per le sue dimensioni, troppo grandi per essere un'utilitaria stile retrò, e per il poco spazio interno. E' stata realizzata anche una rarissima versione sportiva, la RSI, mossa dal VR6 3200 cc da 225 CV. A lei si deve il merito di aver inaugurato quel particolare segmento di mercato dove attualmente prosperano modelli come la nuova MINI di BMW e la Fiat 500.

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L'ultima è di nuovo Beetle

Nel 2011 si affaccia sul mercato la terza incarnazione di questa leggenda su ruote che torna a chiamarsi semplicemente Beetle e in Italia riprende il nome di Maggiolino. Le linee ricalcano sempre le stesse del 1938 ma, rispetto soprattutto alla New Beetle, sono state più tese, più basse e meno morbide, regalando alla vettura maggior dinamismo e sportività.

Volkswagen Maggiolino, 81 anni di storia per immagini

Sempre costruita a Puebla e sempre su meccanica e telaio della Golf, questo modello ha più o meno gli stessi difetti, riscontrati soprattutto dal pubblico europeo. Troppo grande per essere come MINI e 500, spazi interni troppo risicati rispetto alle dimensioni esterne, motori in linea con le esigenze degli automobilisti americani, ma  grandi per il Vecchio Continente. A parità di prezzo il pubblico ha preferito rivolgersi alla Golf, più pratica e sfruttabile. Facile quindi capire perché ai piani alti del gruppo abbiano scelto per una decisione drastica.

Volkswagen Maggiolino, 81 anni di storia per immagini

In attesa di un'erede, magari elettrica

Quando a prevalere sono freddi calcoli manageriali è legittimo sentirsi amareggiati, soprattutto quando a farne le spese è un’icona molto amata come il Käfer. Ci piace però pensare che la sua eredità spirituale sia stata ripresa dalla Golf, che tutt’ora gode di una popolarità che non conosce crisi. La speranza è che, un domani, una nuova riedizione del Maggiolino possa trovare posto negli ambiziosi programmi elettrici della ID.3.

Volkswagen Maggiolino, 81 anni di storia per immagini

Di certo è che, anche con i prossimi modelli elettrici, la casa tedesca troverà ispirazione nella creatività del buon vecchio Ferdinand.

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