Fa piacere sottolineare il fatto che una soluzione inventata ed adottata in Italia venga presa ad esempio all'estero, come accade appunto al sistema di codifica alfanumerico entrato in vigore nel 1994 sulle targhe italiane e copiato in Francia. Esattamente quindici anni fa veniva adottato in Italia il nuovo sistema di numerazione delle targhe automobilistiche slegato dalla sigla della provincia e basato su una sequenza di due lettere, tre numeri e due lettere che partiva da AA 000 AA per finire a ZZ 999 ZZ nell'arco di poco più di 70 anni. Il sistema, modificato nel 1999 con l'introduzione della grafica europea delle due bande esterne blu e dello spazio destro per la provincia e l'anno di immatricolazione, viene ora adottato dei cugini francesi.

In Francia, a partire dall'aprile scorso è infatti entrato in vigore il nuovo SIV (Système d'Immatriculation des Véhicules) che soppianta l'ormai storico sistema in uso dagli anni Cinquanta. Nel paese transalpino è entrato gradualmente in funzione il nuovo regime che vede le targhe composte come quelle italiane sul tipo AA-000-AA, da cui si distinguono solo per i trattini fra le sequenze di numeri e lettere. Le nuove targhe francesi sono disponibili sia nella versione con sola fascia blu a sinistra che ospita il logo europeo e la "F" nazionale, sia con banda aggiuntiva destra per applicare l'adesivo di una regione a scelta e il numero del dipartimento preferito.

Si tratta di un cambiamento epocale per le abitudini degli automobilisti francesi abituati da quasi sessant'anni alle immatricolazioni locali, dove al numero fisso di due cifre identificativo del dipartimento di appartenenza veniva aggiunto un codice di 1/4 cifre e di 1/3 lettere. Questo metodo ha funzionato bene fino all'attuale esaurimento di combinazioni possibili per dipartimenti come quello parigino. Nel tempo si era creata l'abitudine di riconoscere i luoghi di provenienza delle vetture dal codice del dipartimento, così che era possibile distinguere un parigino (codice 75) da un guidatore proveniente, per esempio, dagli Alti Pirenei (numero 65). I tecnici d'oltralpe hanno quindi deciso di mantenere questa possibilità di distinzione per evitare di dover modificare poi la targa a "furor di popolo", con in più il vezzo campanilistico di poter adottare il logo regionale.