Jaguar aggiorna la gamma della XF con la nuova motorizzazione 3.0 D V6 che prende il posto dell'ormai obsoleto 2.7 D. Questo cambio della guardia motoristico consente di elevare ulteriormente l'immagine e le prestazioni della berlina inglese alimentata a gasolio, senza però andare ad aggravare il bilancio economico. Dunque, checché ne dicano i puristi del marchio, la Casa di Coventry intende proseguire sulla strada dell'innovazione e dell'ammodernamento della gamma, grazie anche ad una offerta di motori diesel che incontra il favore del pubblico. Parlano i numeri: il 3.0 D V6 da 240 CV e 500 Nm segna un miglioramento netto del 16% in potenza massima e del 15% nel valore di coppia rispetto al 2.7 D, consumando il 10% in meno di carburante (6,8 l/100 km) e riducendo del 10% i livelli di CO2 emessi (179 g/km).

In pratica l'unità propulsiva è una versione depotenziata di quella impiegata dalla XF 3.0 DS da 275 CV, ovvero il 6 cilindri a V di 2.993 cc (codice AJ-V6D Gen III) con doppio turbocompressore parallelo/sequenziale. Consumi ed emissioni sono uguali a quelli della sorella più potente, mentre la velocità massima scende a 240 km/h e il tempo di accelerazione da 0 a 100 km/h sale a 7,1 secondi. Anche per la trasmissione si è optato per il medesimo cambio automatico a 6 marce.

Dalla sua la XF 3.0 D V6 ha il prezzo d'attacco di 49.700 euro per l'allestimento Luxury, pari all'1,3% in meno rispetto alla 2.7 D, a fronte dell'aggiunta dei cerchi da 18" e del terzo poggiatesta posteriore. Nei confronti della più potente XF 3.0 D V6 S il differenziale di 6.600 euro si traduce invece in un risparmio dell'11,7%.
Interessante è anche il confronto con la concorrenza tedesca: rispetto alle Audi A6, BMW Serie 5 e Mercedes Classe E di cilindrata e allestimento omologo, la Jaguar è mediamente più economica del 4-7%.

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