Non è una coincidenza se ai proprietari di una Jeep vengono spesso riconosciuta affinità con quelli di una Harley Davidson, perché lo spirito che dà vita alle loro passioni è simile: grandi avventure, senso d'appartenenza e infinite opportunità di personalizzazione. Gli interventi sulle Harley riguardano quasi sempre l'estetica e la timbrica del motore, quando invece i proprietari delle Jeep modificano assetto e sospensioni: i loro modelli si alzano da terra, guadagnano paraurti più snelli e pneumatici maggiorati. Così allestite la Jeep diventano ancor più indicate per il fuoristrada di quanto lo fossero i modelli acquistati in concessionario. In ogni caso, però, effettuare una conversione è un processo molto laborioso e complicato.


Due strade per farsi omologare le modifiche


Abbiamo parlato dell'argomento con Riccardo Pola-Palmonari, titolare dell'azienda veneta 4extreme, specializzata nel realizzare e far omologare i kit di trasformazione dedicati alla Jeep Wrangler oggi sul mercato (quella nota come JK). Riccardo e la sua azienda erano presenti alla 4x4 Fest di Carrara. Qui ci hanno spiegato che esistono due strade per farsi omologare modifiche alla parte tecnica: ottenere il nulla osta dalla casa produttrice o il via libera dal Ministero dei Trasporti. Il primo caso è quello più semplice, perché la fase di sviluppo è stata curata internamente dal costruttore, ma le fattispecie sono poche e limitate in genere a casi particolari.


Tutto è semplice quando c’è il nulla osta


Land Rover ha realizzato ad esempio un kit per montare il verricello sulla Defender, acquistata in seguito dalla Protezione Civile o dai Vigili del Fuoco, quindi ad una società come ad esempio la 4extreme basterà farsi consegnare il documento ufficiale con i requisiti, seguire le linee guida e chiedere l'omologazione. Il problema sta nel fatto che le case costruttrici possono o non concedere il nulla osta (per una strategia commerciale) oppure non prevedere l'intervento desiderato: il proprietario di un fuoristrada può voler rialzare l'assetto, ma questa modifica non è magari stata concepita dall'azienda produttrice. In questo contesto si inserisce la 4extreme.


Test in pista con il tecnico del Ministero


Pola-Palmonari ed i suoi colleghi hanno realizzato una serie di prototipi, investendo somme a sei cifre, equipaggiati con i kit che verranno poi messi in vendita: ad esempio ci sono quello per rialzare l'assetto, quello per installare il verricello, quello per i distanziali e quello per freni maggiorati. La 4extreme si è recata a questo punto all'interno di un circuito prova accreditato (per l'occasione è stato scelto quello di Balocco, a Vercelli, di proprietà FCA), ha chiamato un pilota professionista e sottoposto l'auto ad una serie di test, sotto la supervisione di un tecnico del Ministero. Quest'ultimo, a collaudi terminati, ha dato all'azienda un certificato da utilizzare come campione: i kit destinati ai modelli privati devono seguire i vincoli tecnici validati dal tecnico. Solo a questo punto verrà aggiornata la carta di circolazione. Poche migliaia di euro per il kit base, ma i prezzi salgono facilmente Un impegno di questo genere richiede grossi investimenti e una buona percentuale di coraggio, ci racconta ancora Pola-Palmonari, perché ad oggi sono molte le aziende ad aver lavorato in maniera poco seria. I costi al pubblico riflettono questo approccio: l'allestimento Pro costa 3.405 euro e include l'assetto rialzato di 2 pollici, un kit per la protezione dei parafanghi, la calibrazione del tachimetro, l'omologazione e l'installazione, ma è facile superare quota 10.000 euro chiedendo l’installazione del verricello o la modifica di altri componenti. Interventi di questo genere però non invalidano la garanzia. 4extreme ha realizzato circa 400 conversioni negli ultimi 4/5 anni, segno che il mercato è in espansione.

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