Amanti degli scarichi “aperti” e cultori dei motori dal sound libero, state attenti. In più di un Paese europeo sta iniziando la sperimentazione degli autovelox anti-rumore. Speciali dispositivi in grado di misurare il numero di decibel, trovare quelli in eccesso e associare l'emissione acustica molesta alla targa del veicolo che l'ha prodotta.
Auto sportive, vetture eleborate, moto con lo “scarico completo” in stile superbike e anche rottami marcianti con la marmitta bucata. Sono questi i mezzi nel mirino delle autorirtà di Gran Bretagna, Spagna e Svizzera, che ognuna con modi e tempistiche differenti hanno inizato a installare questi radar anti-rumore.
Londra non ama le supercar
Si parte dalla Gran Bretagna, dove Londra, soprattutto in alcuni periodi dell'anno, diventa una specie di centro di raccolta di supercar con tutto quello che ne consegue in termini di decibel impazziti. La sperimentazione durerà per circa 7 mesi ed è stata avviata direttamente dal Dipartimento dei Trasporti inglese con il nome “strade silenziose”.
In una fase iniziale il sistema identificherà solo la fonte del rumore e spetterà poi agli agenti associare il veicolo alla targa e prendere provvedimenti. In una seconda fase, invece, la quantità di rumore potrebbe anche essere utilizzata per risalire alla velocità a cui procede il mezzo, elevando una ulteriore contravvenzione.
Spagna avanti, Svizzera indietro
Anche in Spagna il discorso è simile. Barcellona è attraversata da una autostrada urbana (C-31) su cui si riversa un ingente volume di traffico e ai cui lati si trovano case, biblioteche e anche un centro di salute mentale.
Il rumore non è di certo un amico del relax, come ha spiegato Chris Grayling, Segretario ai Trasporti del governo britannico “L’inquinamento acustico rende la vita delle persone un’assoluta miseria e ha conseguenze molto gravi sulla salute, come attacchi cardiaci, ipertensione e diabete di tipo 2.
Anche in Svizzera, infine, si sta studiando il modo di controllare le emissioni sonore dei veicoli, soprattutto nei punti in cui le autostrade attraversano le città. Gli elvetici, però, devono ancora risolvere alcuni problemi giuridici prima di iniziare la “caccia”.