Dopo la Lamborghini Miura e in attesa della Countach c'è stata una concept che ha stravolto le linee della prima e ha aperto la strada per la seconda.

E' l'Alfa Romeo Carabo concept, opera come le altre due di quel genio italiano chiamato Marcello Gandini, un prototipo capace di stupire il pubblico al Salone di Parigi del 1968.

Alfa Romeo Carabo concept 1968
Nuccio Bertone e l'Alfa Romeo Carabo
Marcello Gandini
Paolo Stanzani, Marcello Gandini, Giampaolo Dallara e la Lamborghini Miura

Ispirazione dal mondo animale

Il nome della Bertone Carabo deriva dalla famiglia dei coleotteri Carabidi, maggiolini dai colori iridescenti variabili fra l'arancio e il verde. L'ispirazione al mondo animale viene non solo dal nome e dal colore cangiante, ma anche dalle portiere con apertura verticale che si aprono come delle elitre.

Fotogallery: Alfa Romeo Carabo concept 1968

L'idea di erede della Miura con le linee estreme della Carabo viene vista al tempo in maniera positiva.

Sotto c'è la 33 Stradale

La Carabo concept è realizzata dalla Carrozzeria Bertone sul pianale di una rarissima Alfa Romeo 33 Stradale, per la precisione il telaio numero 750.33.109. Al centro c'è il  motore 2.0 V8 da 233 CV e 200 Nm accoppiato al cambio manuale Colotti a 6 marce. L'auto pesa solo 1.000 kg e la sua velocità di punta è pari a 250 km/h.

Alfa Romeo Carabo concept 1968

La distribuzione dei pesi è ottimizzata per le massime prestazioni di un'auto a motore centrale posteriore, con un'altezza di appena 990 mm. Le altre dimensioni dell'Alfa Romeo Carabo by Bertone ci parlano di una lunghezza di 4.176 mm, una larghezza di 1.785 mm e un passo di 2.350 mm.

Le sue portiere finiscono sulle Lamborghini

L'Alfa Romeo Carabo non è stata mai prodotta in serie, ma un'eredità l'ha lasciata comunque. Non a caso le successive Lamborghini Countach e Diablo, disegnate sempre da Gandini, riprendono le portiere ad apertura verticale della spettacolare concept del 1968.