Si sa, il gasolio non sta vivendo il suo periodo migliore: minacciato da restrizioni e limitazioni, additato spesso ingiustamente come un carburante inquinante, oggi ha perso quote di mercato importanti in favore dei nuovi benzina e delle soluzioni elettrificate.

Perciò, è finito per essere eliminato dai listini di diversi modelli - cittadine e utilitarie, ma anche qualche media - un po' dappertutto, anche in Italia dove questa alimentazione dagli Anni 2000 in su è sempre stata forte.

Basta guardare ai dati pubblicati sull'ultimo report annuale dell'Unrae (l'unione dei rappresentanti delle Case estere) sul mercato italiano per verificarlo: le vendite di vetture a gasolio nel 2010 ammontavano a 901mila unità, con una quota del 46%, e sono arrivate a superare il milione nel 2016 toccando 1.112.000 nel 2017, con una quota del 57%, prima del crollo. Nel 2019 sono state 765.000, ovvero il volume più basso del decennio e il 39,8% del mercato.

Mentre in questo 2020, che pure non può far testo in modo assoluto per più di una ragione, anche per via della crescita delle vetture elettrificate il gasolio dopo otto mesi vale 289mila unità, poco più della metà di quelle dello stesso periodo del 2019, con la quota crollata al 35,4%.

Eppure, molti modelli devono tuttora la gran parte del loro successo soprattutto alle motorizzazioni Diesel, come dimostrano i dati pubblicati sull'ultimo report annuale dell'Unrae (l'unione dei rappresentanti delle Case estere) e in particolare la classifica dell'ultimo decennio 2010-2019, in cui compaiono modelli ormai fuori produzione come Fiat Punto e altri che hanno ormai perso il gasolio come Panda.