Il Motor Valley Accelerator è in fase di accelerazione. Dopo il lancio a novembre 2020, l’iniziativa congiunta di CDP Venture Capital Sgr, Fondazione di Modena e UniCredit, con il supporto di  CRIT, broker tecnologico modenese e Plug and Play, la più grande piattaforma di Open Innovation al mondo, con oltre duemila startup sostenute in percorsi di consolidamento, è pronta a partire.

Ai blocchi di partenza

Terminata a maggio la fase di selezione dei migliori nove candidati, la data del kick off è fissata per il 12 luglio. E un convegno nel corso della seconda giornata di Motor Valley Fest è servito a fare il punto della situazione.

Il presidente di Unicredit, ed ex ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha spiegato che

L'Italia sta crescendo a un ritmo del 5%, anche al di sopra delle stime ufficiali del 4,5%, per un fatto accidentale, per qualcosa che evapora e smette di essere dinamico, oppure può collocarsi su un sentiero più sostenuto, che se fosse anche il 2,5-3% sarebbe un grande successo nella storia del Paese. E' un bivio che dipende dalla nostra capacità di concretizzare le risorse. E la combinazione tra conoscenza, territorio, capitale umano e risorse è quella vincente. Questa è la sfida di oggi che richiede due elementi: la convinzione che ce la si può fare e che le banche, a differenza della crisi finanziaria di 10 anni fa, anzichè essere parte del problema sono parte della soluzione. Gli istituti di credito hanno il compito di trasformare la notevole quantità di risparmio degli italiani in investimenti. Le banche devono passare alla fase di rafforzamento degli investimenti. E lo dovranno fare in un contesto nuovo, dove si tornerà a un normale diverso dal passato. Confrontandosi con i territori, con i luoghi cioè dove la ricchezza viene prodotta.

Giovanni Gorno Tempini, presidente della Cassa Depositi e Prestiti (CDP), il braccio armato finanziario del Tesoro, ha sottolineato che 

I distretti sono i protagonisti della ripresa manifatturiera economica del Paese e avranno un ruolo fondamentale per tracciare lo sviluppo dei prossimi mesi. Il sistema filiera emiliano si è dimostrato particolarmente resiliente di fronte alle sfide della transizione digitale e tecnologica, anche durante la pandemia. La filiera dell'automotive è una delle più complesse e articolate, ma riesce a mantenere un carattere spiccatamente regionale per quanto riguarda la catena della fornitura. E' una componente fondamentale dell'economia italiana con un fatturato, diretto e indiretto, di circa 106 miliardi di euro, cioè l'11% del totale manifatturiero. L'Italia è ben posizionata, basta ricordare che lasola filiera automitive tedesca assorbe il 20% del valore aggiunto. Il futuro dell'automotive nel nostro Pase è fondamentale e dipenderà dalla capacità di intercettare i nuovi trend, come quelli delle alimentazioni alternative. Per questo è fondamentale il ruolo dell'innovazione, che può nascere dalla collaborazione tra imprese, università e centri di ricerca per favorire la nascita di nuove imprese. La nascita delle nuove imprese è il motore del futuro. E questo è l'obiettivo dell'acceleratore motor tech lanciato a fine 2020.

Nel corso degli interventi, il presidente dell'ICE, Carlo Ferro, ha ricordato le iniziative dell'Agenzia per favorire l'internazionalizzazione delle startup, anche attraverso "scambi" di esperienze cross border. Remo Taricani, head of retail Italy di UniCredit ha sintetizzato l'impegno della banca nel venture capital attraverso "la piattaforma Easy export che ha consentito a 1.200 aziende nell’anno del Covid-19 di crescere del 20% nel loro fatturato estero".

Innovazioe tecnologica

Enrico Resmini, amministratore delegato CDP Venture Capital, ha sottolineato come "fare impresa significhi fare apprendistato, imparare il mestiere. È a questo che serve l'acceleratore". E quello della Motor Valley è il primo di una serie che "serve a fare sistema, grazie all'Italia dei distretti".

Il presidente di Motor Valley Accelerator, Eugenio Razelli, ha rimarcato come si sia "lavorato in maniera molto intensa. Il primo valore che l'acceleratore deve portare è quello tecnologico. Lo vogliamo gestire in maniera aperta, collegati ad altri acceleratori. Il grosso", ha specificato, "va ancorta fatto, ma la partenza è già molto interessante".

Marco Baracchi, general manager CRIT - Motor Valley Accelerator, ha specificato le caratteristiche che le startup devono avere per poter far parte dell'acceleratore di imprese. "La prima cosa che valutiamo è il team: deve avere uno spirito imprenditoriale forte. In secondo luogo, analizziamo la proposta a livello di tecnologia, non fine a se stessa, ma che sia in grado di risolvere un problema a livello industriale. Cerchiamo tecnologie legate all'elettrificazione, a batterie ad alte prestazioni. Poi ancora: il tema della digitalizzazione, la block chain, la guida autonoma, l'intelligenza artificiale, un nuovo modo di vivere abitacolo, l'allegerimento dei materiali, l'aerodinamica e la sostenibilità, soluzioni che riguardano l'idrogeno, ma anche i carburanti sintetici".